Editoriali

EDITORIALE

Caccia alle streghe o stregoneria mediatica italiana?

La superficialità dei nostri giornalisti fa un solo minestrone di tutto ciò che arriva dal Kenya

10-03-2009 di Freddie del Curatolo

Recentemente su questo portale abbiamo riportato nella sezione “brevi dal Kenya”, senza inutili allarmismi ma con l’asciuttezza propria di chi, per dettami di linea editoriale, si occupa solo marginalmente di cronaca locale e sempre con la sintesi (e l’asetticità se vogliamo) di un’agenzia di informazione di cui il portale è insieme specchio e voce, alcune notizie relative alla “caccia alle streghe” e agli stregoni sulla costa keniota e nell’entroterra.
Un fenomeno ancora isolato ma che, a causa soprattutto della volontà delle nuove generazioni di liberarsi di antichi tabù, potrebbe dilagare con i soliti fenomeni di imitazione. Per fortuna in Kenya ancora non c’è quel terrorismo mediatico basato sull’apologia del crimine, del processo che eleva a personaggio pubblico l’assassino e regala notorietà, visibilità, qualcosa più di una comparsata nella nostra storia contemporanea ad illustri sconosciuti, spesso frustrati e insignificanti esseri umani protagonisti di atti efferati. Per ora i media locali si limitano a riportare le notizie, non passano direttamente al commento. 
Poco tempo fa il quotidiano nazionale “Nation” ha pubblicato un’inchiesta su alcuni omicidi di persone anziane nelle aree rurali legati alla stregoneria. Alcuni di questi fenomeni avvengono perché i giovani hanno comunque paura del malocchio e delle incantagioni di cui si dice gli “witch-doctor” dei villaggi siano capaci. Spesso la microcriminalità, l’adulterio, la droga, il lassismo delle nuove generazioni, vengono ridotti proprio dall’azione dei cosiddetti “muganga” che lanciano anatemi ai presunti colpevoli. Chi, come noi, vive in Kenya ed è informato sugli avvenimenti locali, è in grado di portare a conoscenza del mondo occidentale svariati episodi di cui ha letto sui quotidiani o di cui è stato erudito da polizia o istituzioni. Così ricordiamo le maledizioni ai saccheggiatori di negozi durante il caos elettorale dell’anno scorso (gente colta da dissenterie fulminanti, o paralizzata agli arti superiori) e ben sappiamo che l’autosuggestione porta gli autori dei crimini addirittura a morire di paura e restituire segretamente il maltolto. 
 Avviene spesso con i furti di bestiame. In questo modo la popolarità e il potere di certi “muganga” accresce e come veri sovrani se ne possono approfittare, chiedendo veri e propri “pizzi” ai compaesani, sotto forma di cibo o di favori anche sessuali, o tenendoli sotto giogo in altre maniere. Questo è quel che si dovrebbe sapere, che un buon servizio televisivo o un bell’articolo di giornale dovrebbe fare. Ma in Italia la tv e i giornali sono quello che sono, la peggior informazione possibile, al soldo di un becero sensazionalismo, al soldo dei politicanti che chiedono notizie eclatanti per coprire la loro incompetenza e le malefatte della “casta”, e in competizione con internet che offre la visione di qualsiasi avvenimento. Così ultimamente i telegiornali, invece di rappresentare un’alternativa di seria e di qualità, una legenda di questo mondo difficile in cui un’anarchica bulimia viene scambiata per libertà e non esistono più percorsi educativi credibili, si buttano a capofitto su fatti e notizie presentati solo per colpire lo spettatore, senza approfondire, senza spiegare il contesto.
Ecco perché la “caccia alle streghe” del Kenya è diventata un servizio televisivo osceno in cui da fatto di cronaca di cui non vengono spiegati moventi, contesto ambientale e storico, precedenti e altre concause, si presenta solo l’orrore e perfino la brava presentatrice parla di “fatti che insanguinano il Kenya”, quando invece l’episodio pur gravissimo di qualche giorno fa (3 morti e 8 ustionati) non fa certo parte della quotidianità e si è concluso con 29 arresti. I soliti complimenti al terrorismo fine a se stesso (e agli interessi di pochi) dei media italiani, e un ringraziamento al corrispondente Rai da Nairobi Enzo Nucci, che da mesi ci promette un servizio sulla Malindi che cambia e sulla nostra campagna anti-pedofilia, e invece confeziona splatter alla “youtube” in prima serata, senza nemmeno quel minimo di informazione che lui, in quanto residente in Kenya, sarebbe in grado di dare.

TAGS: Freddie del CuratoloStregoneria KenyaCaccia streghe KenyaMuganga

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