ECONOMIA
12-01-2021 di redazione
Dieci Paesi internazionali che fanno parte del cosiddetto “Club dei Creditori di Parigi”, che comprende anche l’Italia, hanno deciso di sospendere fino al prossimo 30 giugno il debito del Kenya, dopo che il Presidente Kenyatta aveva presentato ai suoi creditori una richiesta di sospensione del servizio citando una serie di motivazioni derivate dalla pandemia di Covid-19 che ha seriamente danneggiato l’economia del Paese.
I 10 paesi di cui il Kenya è debitore, oltre all’Italia, includono il Belgio, il Canada, la Danimarca, la Francia, la Germania, il Giappone, la Repubblica di Corea, la Spagna e gli Stati Uniti d'America.
“Il Governo della Repubblica del Kenya si è impegnato a dedicare le risorse liberate da questa iniziativa per aumentare la spesa al fine di mitigare l'impatto sanitario, economico e sociale della crisi Covid-19 - si legge in parte nella dichiarazione - il Kenya è anche impegnato a cercare da tutti gli altri creditori ufficiali bilaterali un trattamento di servizio del debito che sia in linea con il “term sheet” concordato”.
Altri 12 Paesi infatti hanno accettato di concedere al Paese più tempo per la restituzione di 69 miliardi di scellini kenioti di debito. Si tratta di Australia, Austria, Brasile, Finlandia, Finlandia, Irlanda, Israele, Paesi Bassi, Norvegia, Federazione Russa, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
I 22 creditori totali hanno deciso di venire incontro al Kenya dopo che, invertendo la sua decisione, si è unito alle politiche internazionali del G20.
Solo la Cina, tra i grandi creditori, ed anche il maggiore del Kenya, ha respinto la richiesta del Kenya, criticando la decisione del Paese di aderire al G20 solo per poter accedere alla “Debt Service Suspension Initiative”.
Il Club di Parigi rappresenta una delle più importanti sedi multilaterali all’interno delle quali si discute la problematica del debito estero e, più precisamente la sua ristrutturazione. Nato nel 1956 per far fronte a una crisi finanziario-debitoria dell’Argentina, il Club di Parigi riunisce oggi 19 Stati che sono i principali creditori dei Paesi poveri più indebitati e costituisce un importante forum d’incontro e di negoziato tra i Paesi partecipanti. Utilizzato come strumento sovranazionale per le trattative fra creditori pubblici, come i Governi, e debitori, il Club ha curato personalmente tutti gli ultimi accordi che hanno avuto come oggetto un default sovrano. Esso si riunisce periodicamente per considerare la specifica situazione debitoria di un determinato Paese. Dal 1956 il Club ha effettuato circa 429 ristrutturazioni debitorie a favore di circa 90 Paesi. Dal 1983 al dicembre 2013 il Club ha ristrutturato debiti per oltre 573 miliardi di dollari.
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