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Gli 80 anni di Vitali, creatore del turismo italiano a Malindi

Gianfranco, imprenditore bergamasco da 52 anni in Kenya

26-08-2020 di Freddie del Curatolo

Senza Gianfranco Vitali, la storia della Malindi italiana che ci piace raccontare, sarebbe molto diversa e quella turistica forse non esisterebbe nemmeno.  
Quasi certamente non avrebbe gli stessi connotati di grandezza, notorietà ed imprese, di splendori turistici e rispetto per l’ambiente, di aiuti e convivenza con la popolazione locale.
Soprattutto non avrebbe oltre mezzo secolo di aneddoti, personaggi, paradisi residenziali e bellezza da vero romanzo italiano in Africa.
Oggi Vitali festeggia 80 anni, ma i 52 che lo legano al Kenya sono i più importanti e sentiti. Sono quelli che traspaiono dai suoi occhi vivi e ancora fanno tremare la sua voce dall’emozione.
“Sono arrivato per la prima volta in Kenya nel 1968 – racconta l’imprenditore bergamasco a Malindikenya.net – e me ne sono immediatamente innamorato. Sono sempre stato un viaggiatore e ho girato quasi tutto il mondo. Ma il Kenya allora era un giardino magico e l’idea di farlo scoprire a tanti conterranei mi affascinava”.
Ospite di un altro personaggio leggendario che ha dato il là alla proliferazione degli italiani a Malindi, l’eccentrico livornese Luciano Meschi, Vitali che ai tempi era un promettente calciatore (ex giovanili dell’Inter, più avanti sarebbe stato per anni nella dirigenza dell’Atalanta) e braccio destro del magnate romano Renzo Zingone,  inizia a costruire ville nella zona del Palm Tree, in società con il bresciano Renato Marini.
“Zingone decise di arrivare a Malindi con un fuoristrada, partendo dall’Italia – racconta Vitali – io atterrai con l’aereo a Mombasa e da allora ho sempre fatto avanti indietro. All’inizio degli anni Settanta ebbi l’idea di sviluppare il turismo sul mare, nella zona allora vergine di Silversand e Casuarina. Sempre coinvolgendo partner ed amici con passione e spirito imprenditoriale”.
Gianfranco Vitali ha sempre creduto in Malindi e ne ha visto l’esplosione turistica all’inizio degli anni Ottanta. Suo il primo hotel della cittadina, il Coconut Village, seguito dal White Elephant Lodge, concepito insieme ad Armando Tanzini. Grazie ad un accordo con il tour operator “Viaggi del Ventaglio”  (cinque anni di “vuoto per pieno”) e successivamente con Turisanda per il White Elephant, Vitali trasforma Malindi in una delle destinazioni a lungo raggio più amate dagli italiani ed altri operatori, tra cui Franco Rosso (che acquistò il Tropical costruito dallo stesso Vitali), Grandi Viaggi e Diplomat Tour che aprì il Jambo Village dove oggi sorge il Billionaire, decidono di scommettere sul Kenya anche per il mare, oltre che per i safari com’era sempre stato fino ad allora.
L’appassionato e visionario bergamasco però guarda avanti: è il momento di concentrarsi sul cosiddetto “turismo residenziale”.
“Iniziai a pensare di creare ville con meravigliosi giardini e piscina nello splendore di Casuarina – racconta Vitali – ed ebbi un ottimo collaboratore nel giovane Marco Vancini, fummo i primi a garantire una rendita a chi acquistava la casa a Malindi, introducendo di fatto l’idea della multiproprietà”.
Sono i primi anni Novanta, da lì in poi Malindi ha la sua consacrazione: più di diecimila italiani vi hanno lavoro o interessi, dai settanta ai centomila all’anno la visitano per turismo.
Ci sarebbero tante e tante altre storie da raccontare e nel libro sulla Malindi italiana che un giorno pubblicheremo, Gianfranco Vitali occuperà sicuramente uno dei posti privilegiati, specialmente perché fa parte di quella scuola di connazionali limpidi e sereni che hanno mostrato il meglio dell’italianità e che non hanno scheletri né negli armadi né sotto il letto pili-pili.
Nel 1995 l’incontro con l’affascinante avvocato Rita Duzioni, che diventerà la sua seconda consorte e, nonostante i tanti impegni in Italia, la costante di non far passare mai troppi mesi tra una vacanza a Malindi e un’altra
La costruzione della “villa dei sogni” al Parco Marino, sul terreno che fu del conservazionista George Adamson e della moglie Joy, la scrittrice di “Nata Libera”, è stata la classica ciliegina di una torta su cui oggi si spengono 80 candeline, di cui 52 hanno i colori della bandiera del Kenya.

TAGS: italiani kenyaitaliani malinditurismo malindigianfranco vitalipersonaggi kenya

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