L'angolo di Freddie

SATIRA

La Malindi di Cianni Pino: l'itagliano e la Mastercart

Le (dis)avventure di un italiano mediobasso in Kenya

17-09-2017 di Cianni Pino

A me mi piace quanto mi sento come a casa.
Un po’ di meno quando ho a casa veramente.
Qui a Malindi ti sembra di vivere in Italia ma senza l’Italia e anche senza tua moglie che ogni tanto ha importante.
Mi piace che vado in giro a piedi e la gente mi dice “ciao” e i bambini mi dicono “ciao caramella” e io gli dico “ciao cioccolatino” e ritiamo. 
Poi arrivano altri due e dicono “ciao caramella” e io gli dico “ciao cioccolatini pure voi” e ritiamo anche con loro. 
Poi quelli di prima dicono ancora “ciao caramella” e io dico “si vabbè ora basta però” e ritiamo un po’ di meno. 
Poi quegli altri due dicono ancora “ciao caramella” e io dico “mo’ m’avete rotto u’ cazz” e loro ripetono “u’ cazz” e ritono ancora. 
Forse non ha molto educativo questo ma quando ci vuole ci vuole.
Mi piace che entro nei negozi e dico “mi ta una poddiglia d’aqua e nu’ bacchet ‘e zigaret?” e questi africani che dentro i negozi diventano un po’ arabi e un po’ indiani mi capiscono tutti e mi danno quello che ho bisogno!
Neanche quando vado a Milano mi capiscono così bene.
Incontri a una ragazza e ti dice “ciao bello”. 
Incontri altre due ragazze e ti dicono “ciao bello”.
Incontri pure un ragazzo e ti dice “ciao bello”.
Inizi a pensare che per loro sei bello veramente, forse perché te lo dicono in itagliano.
Mo’ voi pensate che io mi ho rincoglionito sotto il sole o che sono un ignorante.
Certo, lo so bene che queste ragazze bellissime non vengono con me perché sono fascinoso e ho un fisico rispettabbile. 
Molte vengono con me perché ho simpatico e qualche denaro più di loro.
La cosa che mi piace è che hanno ragazze semplici, studiose e eleganti come a Susan, la mia prima fidanzata che era troppo elegante ma con i soldi miei e voleva che ci compravo il cuodd e allora ci siamo lasciati.
Ma io non sono sofferto. 
Sono imparato da Lucio Battisti che tieci ragazze per me posson bastare e dal mio amico Tony a usare il metodo Mastercart.
Ci sai presente la pubblicità che dice "per tutto il resto ha mastercart?"
Tony dice che in Chenia non c'è tutto il resto, perché si può comprare tutto quello che vuoi, anche le cose impossibbili.
E pure con empesa, non solo con mastercart.
Per esempio le ragazze.
Quanto che esco con loro io faccio come la carta di credito.
I primi giorni del mese spendiamo e manciamo e beviamo e facciamo le cose nel letto e ci compro il perizoma e le medicine per il bambino e il vestito e la collana che poi gliela ruba qualcuno che peccato e il telefonino che poi lo perde che distratta. 
Poi dopo la seconda settimana Cianni Mastercard ha prosciugato, e la ragazza dice che deve vedere una zia che sta molto male a Maggiacos o Nagnuchi o un altro nome pieno di “ci” e di “gi”.
Allora mi riposo dieci giorni e vado al mare alla Rosata, mancio da solo quel cacchio che voglio io: i camberi e le vongole e poi quando ricomincia il mese trovo un’altra ragazza Mastercart.
Ma lì ci sono tanti altri italiani e tante donne che seconto me oltre alla Mastercart ci hanno pure la Visa e la American Espress perché non sono belli e neanche simpatici e i loro fidanzati e fidanzate sembrano sempre incazzati e che hanno un po’ di schifo quanto ci spalmano l’olio appronzande. 
Ma io ho simpatico, non c’è dubbio e non uso olio appronzande.
Anche sulla spiaccia ho tanti amici che mi chiamano in itagliano.
C’è la massacciatrice Judith che ha un pezzo di donnone che non ci farei la Mastercard nemmeno morto ma con 4 euri mi fa un’ora di carezze pesanti che mi rigenerano tutto il resto. 
Poi c’è a Benedetto che è un rasta e ci dico sempre “ma come fai a chiamarti Benedetto che sei africano e hai quei cacchio di capille” e lui mi dice “perché di cognome mi chiamo Dal Signore” allora capisco.
Benedetto fa i portachiavi di legno che ci scrivi quello che vuoi: io uno ciò fatto scritto “Cianni”, l’altro ciò fatto scritto “Cianni Pino”, l’altro “Meid in Italy”, l’altro “Mastercart”. 
Mo’ ciò più portachiavi che chiavi, ma con Benedetto ci facciamo delle chiacchierate. 
Mi spieca tutto del Chenia, la politica la storia la geografia le ragazze quanto costa il pesce veramente.
Tutto in italiano meglio che in comune a Benevento.
Mentre passecciavo con lui sono incontrato una ragazza che mi ha detto “ciao bello” ma lei era ancora più bellissima delle altre e ho detto a Benedetto “vai a farmi un altro portachiavi che mi sa che stavolta faccio un strappo alla Mastercart”.
Allora ho detto alla ragazza “vuoi venire con me” e lei ha detto “mi dai un bacio?” e io non ci ho visto più e mi sono portato alla ragazza dietro una palma.
Però mentre davo il bacio hanno spuntato due signoroni vestiti non da spiaccia e questi non capivano una mezza parola di itagliano e io ci ho detto alla ragazza bellissima di dirci che io non so il suino e neanche l’inclese.
E allora la ragazza mi ha detto che dovevo pagare qualcosa per loro.
Ho chiesto alla ragazza se anche loro fanno portachiavi, ma questi hanno fatto vedere dei ferri che sembravano più delle manette che dei portachiavi.
E allora ho detto se 200 euri andavano bene ma mi ho raccomandato: “spendeteli per un bel corso di itagliano, così posso diventare amico anche con voi!”
 

TAGS: italiani MalindiMalindi ItaliaMalindi turistiMalindi racconti

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