Mal d'Africa

Mal D'Africa

Io non ho capito niente del Kenya

La testimonianza di una turista e nostra lettrice

19-02-2020 di Anna Felsinea

Io non penso di aver capito tutto di questo posto dopo quindici soli giorni di vacanza tra savana e mare del Kenya. Non lo penso, perché a malapena ho capito qualcosa dei miei primi quarant’anni di vita, del mio primo matrimonio andato a ramengo dopo quattro anni e di tante altre cose del mio Paese e della mia città, Bologna.
Ma voglio dirvi quello che ha sentito il mio cuore e che ha cercato di dirmi in quei giorni di meraviglia, di stupore, di raccapriccio e di dolore.
Mi ha detto che sono un essere umano e che appartengo allo stesso genere di persone che vivono molto peggio di me, per colpe non loro ma perché sono nate in un luogo diverso dal mio, con un’altra storia, altri problemi e la predisposizione a non essere prevaricatori, se non in maniera naturale, da sopravvivenza, con i più deboli.
Ho visto la meraviglia della savana incontaminata, per chilometri e chilometri finché non ho visto pulmini carichi di turisti il cui solo obbiettivo era quello di macchine fotografiche costosissime con cui immortalare animali che dopo qualche mese avrebbero relegato in una cartella del loro hard disk.
Ho visto le strade trafficate piene di camion in sorpasso perenne che rischiavano incidenti senza il minimo senso del pericolo, come se fossero passati in poco tempo da battaglie con arco e frecce a sfide sull’asfalto, dove non ci sono altre alternative tra la vita e la morte.
Ho visto albe davanti all’Oceano Indiano che ti chiedi se ogni giorno possa essere una rinascita, una dialisi, una chemioterapia, un modo di vincere tutte le paure del nostro tempo e della nostra fragilità.
Ho visto il Kenya, un Paese dalle mille facce che chiedono di essere comprese, perché nel loro sguardo ci sono le cose più turpi ma anche quelle più gloriose dell’essere oggi uomini e donne.
In quindici giorni non ho capito niente, ma ho assorbito più energia positiva dei miei ultimi venti anni, tornando alla libertà, alla leggerezza, alla fantasia, all’ingenuità e forse anche alla scemenza di quando ero bambina e adolescente. Grazie Kenya, grazie Africa per avermi regalato tutto questo.

TAGS: mal d'africacommenti kenya

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