Editoriali

L'EDITORIALE DI FREDDIE

Turismo in Kenya, una risorsa da sogno

Dalle parole ai fatti per risollevare l'economia del paese

06-11-2023 di Freddie del Curatolo

Sarà che quando le cose vanno maluccio, in termini di portafoglio, ci si attacca anche alle briciole.
E forse proprio in quel momento si capisce che proprio così briciole non sono.
Il Kenya ed i suoi governanti, nel periodo più buio della loro economia (record negativo sul dollaro, inflazione alle stelle) tornano a parlare del turismo come “risorsa importante” e come “bene nazionale da preservare”.

L’interesse ritrovato da parte delle stanze dei bottoni non può che essere salutato positivamente dal settore, e di conseguenza dall’imprenditoria italiana, sia quella balneare costiera che quella dei safari.
Bisognerà vedere se sono soltanto le strofe della famosa canzone interpretata da Mina e Alberto Lupo, o ci sarà un po’ di “nyama choma”, di ciccia, sotto.
I politici, si sa, producono più spesso aria affumicata che roastbeef.

Dopo le piogge torrenziali di questi giorni, ad esempio, la condizione delle strade è sotto gli occhi di tutti. Non solo le voragini di Lamu Road a Malindi, ma anche i disagi della strada per Mombasa, unica arteria che collega l’unico aeroporto internazionale operativo della costa a tutte le più importanti destinazioni turistiche internazionali. Se l’adeguamento delle infrastrutture resta il problema principale del paese, subito dopo c’è quello del trattamento non sempre adeguato riservato a chi viene in vacanza da parte delle autorità.

Ad onor del vero, però, qualche segnale nei giorni scorsi che le parole possano tradursi in azioni, c’è stato:
dopo le invettive del ministro del Turismo ed ex ministro degli Esteri, Alfred Mutua, contro le entità doganali, ree a suo dire (e non solo “a suo”) di infastidire i passeggeri in arrivo con controlli oltre il dovuto e richieste fuori luogo, le attenzioni in questo senso sono aumentate e ci sono già state segnalazioni e casi di sospensioni di ufficiali nello scalo internazionale di Nairobi. Così come oggi è previsto un incontro tra Mutua e i vertici della Kenya Revenue Authority, l’agenzia delle entrate keniana, per discutere dell’interpretazione della famosa “tassa” sui beni personali che superano i 500 dollari o 75 mila scellini di valore.

Mica si è ancora capito cosa si intenda! Singolo pezzo (tipo, porto un rolex al polso e me lo tassi? Vabbè, a parte che il rolex lo lascerei nella cassetta di sicurezza nel paese di provenienza) oppure mi fai l’addizione di tutti i beni personali? O ancora, riguarda solo i beni da dichiarare, ma oggetti palesemente di uso e consumo quotidiano, come lo smartphone o il tablet, gli occhiali Ray Ban eccetera, sono esentati?
Bisogna chiarire perché chi è pratico di Kenya e di certi ambienti, sa bene che è nell’incertezza che chi vuole sguazzarci, lo fa meglio.

Oltre all’operatività di Mutua, è da segnalare la dichiarazione del brillante vicepresidente Rigathi Gachagua, che ha invitato i residenti della costa, per le feste natalizie, a tornare al villaggio natio ed affittare le proprie abitazioni vicino al mare, perché è previsto il tutto esaurito.
Un po’ come facevano i romagnoli negli anni Sessanta, quando lasciavano la casa a milanesi, romani e tedeschi e andavano a dormire in garage.
In realtà crediamo che i keniani che hanno una casetta degna di essere affittata a turisti, con il minimo di servizi necessari, possano tranquillamente fare a meno di lasciarla per tornare nella capanna dei nonni, mentre la maggior parte dei cittadini che vivono sulla costa, se già hanno un tetto sono felici e al massimo accolgono i viaggiatori stranieri con il sorriso come hanno sempre fatto, ma non certo a casa loro, tra pentole fumanti e odor di paraffina, tetti di lamiera e materassi sul pavimento.

Ma forse Gachagua voleva lanciare il turismo ecosostenibile oltre che “ecosollevabile”, un ritorno un po’ radical chic alle origini. Se è vero che i dati degli operatori supportano l’ottimismo in vista delle feste, non bisogna dimenticare che lo stesso governo, il mese scorso, ha messo nel mirino chi affitta sulle piattaforme come Air BnB e non paga le tasse. Basterà dimostrare che affittando a turisti stranieri ci si trasferisce in foresta, tra noci di cocco banane e tabacco, per risolvere la situazione?

I grilli parlanti, insomma, indicano la luna e si lucidano le unghie. Sognare non è vietato e la dimensione onirica è ancora uno dei pochi ambiti in cui la corruzione è come il 5G nell’Amboseli, ha pochissimo campo.
E, come dice la canzone, “la luna e i grilli normalmente mi tengono sveglio, ma io voglio dormire e sognare”…

TAGS: turismoeconomiamutuaair BnB

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