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Risiedere in Kenya: regole e diritti per l'Italia

Come cambia fisco e sanità per chi si vuole trasferire

19-04-2022 di redazione

Torna la voglia di pensare ad un trasferimento definitivo in Kenya.
Prima la pandemia, poi la guerra e la generale insicurezza riguardo al futuro hanno messo non solo pensionati di fronte alla scelta di vivere una vita più tranquilla assecondando i propri desideri. Certo, non tutti se lo possono permettere, ma chi ha ad esempio una o più case di proprietà da poter affittare o una buona pensione, ci può tranquillamente pensare.
Chi decide di trasferirsi in Kenya lo può fare da turista, ma in questo caso deve uscire dal Paese ogni sei mesi (valutate bene i sotterfugi utilizzati fino a qualche tempo fa, fidando di risiedere in una delle Nazioni più corrotte dell’Africa, oggi ci sono controlli telematici anche per via dell’antiterrorismo e si rischia direttamente la prigione).
Oppure può scegliere di risiedere in Kenya.
In questo caso, dopo aver ottemperato agli obblighi per diventarlo (vedi nella sezione dei permessi di soggiorno e di lavoro cliccando qui), è obbligatorio iscriversi all’AIRE, l’Associazione Italiana dei Residenti all’Estero, comunicare all’Ambasciata il nuovo recapito ed accedere allo status di “italiano residente all’estero in un Paese senza convenzioni”.
Infatti tra qualche anno potrebbero cambiare le cose, ma per adesso il Kenya non figura tra i Paesi che hanno stipulato una convenzione bilaterale contro le doppie imposizioni con l’Italia.
In questo caso l’eventuale pensione verrà tassata in Italia e, in caso contribuisca a creare reddito per il lavoro, anche in Kenya.
Residenza Fiscale
per essere considerati residenti all’estero ai fini fiscali è obbligatorio non essere stati iscritti all’anagrafe dei residenti in Italia per oltre 183 giorni all’anno e non avere avuto domicilio né dimora abituale in Italia per oltre metà anno.
L’italiano residente in Kenya inoltre perde il diritto all’assistenza sanitaria nel suo Paese d’origine (fatta eccezione per i lavoratori di diritto italiano in distacco).
Al rientro in Italia si può ottenere comunque un libretto sanitario temporaneo che può durare 90 giorni annui (cumulativi), a regola utilizzabile solamente per prestazioni ospedaliere urgenti.
Tutto questo è ottenibile con una semplice autocertificazione, presentandosi nel Comune in cui si è temporaneamente domiciliati.
In caso di malattia, è possibile anche ottenere un medico di base della mutua ed esenzioni su determinate medicine o cure.
Chi ha reddito in Italia dovrà continuare a pagare le addizionali regionali e comunali IRPEF fino a quando tali imposizioni rimarranno attive e se continua a produrre reddito in entrambi i Paesi, le detrazioni e i crediti d’imposta spettanti possono essere sottratti dai redditi prodotti all’estero che hanno subito la ritenuta d’imposta a titolo definitivo. 

TAGS: residenza kenyaitaliani tasseitaliani sanità

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