FAUNA
23-02-2020 di Leni Frau
Il Kenya si conferma sempre più terra di rarità faunistiche che resistono ai danni della civilizzazione estrema e ai cambi climatici globali.
Dopo che l’anno scorso nell’Arabuko Sokoke forest fu avvistato un rarissimo esemplare di toporagno elefante dal ciuffo d’oro, ora è la volta di un’altra specie animale di cui non si avevano tracce da alcuni anni.
Un team di ricercatori finlandesi dell’Università di Helsinki hanno la prova che il Paragalago Orinus, ovvero il Galagone nano di montagna, esiste ancora. Si tratta di un piccolo primate dalle narici a pettine originario del Kenya e che attualmente vive solo nell’ecosistema dei monti Taita, nell’area geografica del Parco Nazionale dello Tsavo Ovest.
La sua presenza era stata segnalata dagli studiosi solo una volta, nel 2002 e da allora si erano perse completamente le tracce.
Il piccolo primate, che pesa solo tra i 100 e i 180 grammi, vive in foreste montane nei pressi della catena montuosa del sud del Kenya, ad altitudini comprese tra i 1200 e i 1900 metri, organizzandosi in piccoli gruppi familiari e comunicando con gli altri tramite caratteristici versi acuti.
Esistono altre specie di galagone, tutte endemiche dell’Africa e alcune di loro molto comuni, come il cosiddetto “bush baby” che si trova anche sulla costa, a Malindi e dintorni, il loro nome scientifico è Galagoides.
Molte di queste specie si assomigliano talmente tanto che gli scienziati hanno dovuto differenziare tra loro in base ai loro versi e nel 2017 è stata creata la categoria dei Paragalago.
Trovare questi rari e piccoli primati arboricoli che si allontanano solo durante la notte nella foresta tropicale è risultato abbastanza difficile, come hanno spiegato i ricercatori che sono riusciti ad effettuare l’ultimo avvistamento. I galagoni nani infatti fanno salti agili da un albero all’altro e si nutrono di falene, cicale e altri insetti, mentre una volta a terra si nutrono furtivi di insetti, cacciando quelli che fuggono dalle terribili e voraci formiche di foresta. I ricercatori ritengono che questo piccolo mammifero sia comunque sull’orlo dell’estinzione. Il tutto dipenderà dallo stato di conservazione delle aree tropicali in cui vivono.
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