La notizia del rilascio della licenza di volo per la compagnia area nazionale turca, Turkish Airlines, su Mombasa non ha solo un enorme valore per l’aggiunta di un’opzione alternativa alle poche linee aeree che atterranno nella città costiera, attraverso l’aeroporto internazionale Moi, ma può finalmente costituire un precedente e significare un’apertura del governo keniano alla tanto sospirata politica dei Cieli Aperti che si attende per creare altre opportunità di voli sul Kenya e sulle sue destinazioni turistiche. E’ risaputo, ad esempio, che anche Qatar da tempo ha chiesto l’attivazione di una tratta Doha-Mombasa, con connessioni dirette con l’Europa, e così sarebbero pronte a fare altre compagnie di bandiera, oltre che diverse di charter.
Tornare ad una sorta di liberalizzazione, come era negli anni Novanta quando oltre alla nostra Alitalia, su Mombasa volavano British Airways, KLM, Lufthansa e addirittura la belga Sabena, tra le principali, non è più un’utopia.

Un altro aspetto da considerare, è costituito dai benefici che potrebbe avere anche lo scalo di Malindi, che significa collegamento con Watamu, destinazione di mare ormai tra le più ricercate dell’intera Africa Subsahariana. Non tanto nella speranza che il tanto atteso adeguamento della pista dell’aeroporto internazionale si compia, ma per attivare una serie di connessioni celeri dal Jomo Kenyatta International Airport di Nairobi, magari gestite non solo da Jambojet che di fatto è l’unica compagnia, peraltro sussidiaria di Kenya Airways, a volare sulla cittadina costiera della contea di Kilifi. Un’altra richiesta che da anni giace sui tavoli del ministero dei Trasporti keniano è quella di Ethiopian , pronta a volare direttamente da Addis Abeba su Malindi, anche con scalo a Nairobi, con un aereo adeguato all’attuale lunghezza della pista di atterraggio.

Le connessioni con poco scarto temporale e soprattutto senza dover ritirare i bagagli dall’Italia e rifare il check-in da Nairobi a Malindi, sono un’altra possibilità che potrebbe riaprirsi, ma per fare questo occorrerebbe che lo Stato keniano riattivasse voli diretti con l’Italia da Nairobi, anche in partnership con altre compagnie. In questo caso, una joint venture tra due aziende un po’ tribolate come la nostra ITA e Kenya Airways (che comunque nel 2024 ha registrato il primo utile netto dopo 12 anni) sarebbe la soluzione giusta. Per due nazioni che hanno recentemente ribadito la volontà di crescere nei rapporti bilaterali e nella cooperazione, sotto l’egida del celeberrimo Piano Mattei, la partnership non avrebbe esclusivamente valore turistico, ma riguardare molti altri settori reciproci.