L'angolo di Freddie

SATIRA

La Malindi di Cianni Pino: L'innamoramento

Non tutti gli italiani in Kenya sono così...ce n'è anche di peggio!

26-08-2017 di Cianni Pino

Ho arrivato a Malindi qualche quattro anni fa e mi avevo subito innamorato.
No che non avessi innamorato anche prima, qualche volta. In Italia.
Quando stavo ragazzo mi avevo innamorato della mia compagna di classe Amelia, ma lei ci piaceva Rabito, l’unico col motorino.
Quando io e Bruno Savaste gli siamo bruciati il motorino, un po’ ha cambiato idea. Poi ho innamorato (poco poco) anche di mia moglie, quella che siamo sposati e c’abbiamo due figli non tanto belli.
Allora un giorno che avevo voglia di andarmene dal mondo e da Benevento, Bruno mi dice perché non te ne vai a Malindi a vedere anche per me perché c’è delle persone, amici di amici di gente che si conosce, che dice di stare bene.
Allora prendo l’aereo che è proprio come un aereo anche se è un ciart, e vado a Malindi.
L’albergo è crande e c’è anche la piscina con gli ombrelloni che non li puoi spostare e anche il posacenere non lo puoi spostare che arriva uno negro e te lo sposta lui.
Così con tutto, arriva un altro negro e ti aiuta lui.
Vai in spiaggia ti avvicinano tanti negri e ti parlano una specie di italiano e ti dicono se vuoi questo e vuoi quello, però ridono e vogliono sapere come ti chiami, e io gli dico a tutti Cianni, e loro dicono “ciao Cianni”.
Allora io gli offro una malboro e loro guardano il pacchetto e dicono “queste non ci sono in Kenya”.
Ma che cazzo di posto è che non ci sono le malboro.
Però dopo ho scoperto che ci sono le sporzmen morbide che ce ne compri quattro con una malboro.
Allora qui sono avuto la prima impressione di innamoramento.
Poi uno dei negri che mi chiamano Cianni mi apportato a mangiare in un ristorante africano che chiamarlo ristorante è dire baracca.
Però siamo mangiati il pollo buonissimo con il risotto pieno di odore, sti panzerotti fritti con la carne e il piccante, le patatine fritte e anche due ciampati che sono due frittelle che qui usa come pane.
Bevendo cocacola perché uno è mussulmano e non si può bere il tavernello.
Tutto per due e non ci credevo ancora adesso che siamo pagato due euro a testa!
Ma ci crede Bruno a questa cosa o lo sapeva già?
Il terzo innamoramento, il più importante, ha stato la sera quando abbiamo andato alla discoteca.
Hanno tutte le ragazze belle, alte, zizzuse e vestite come le attrici di televisione.
Hanno tutte negre ma belle, con le bocche rosse grandi.
Tengono un culo che non ti dico.
Tutte! E poi fanno come i negri sulla spiaggia, vengono lì e ti salutano, ti danno la mano e dicono come ti chiami io mi chiamo Susan, come ti chiami io mi chiamo Jasmine, come ti chiami io mi chiamo Lynne, come ti chiami io mi chiamo Rita. Io dico sempre “io mi chiamo Cianni” tranne all’ultima che prima dico “minchia Rita come a mia nonna!”.
Fossi avuto una nonna così mi facevo anche a mia nonna.
Allora offro da bere alle ragazze anche se questa discoteca non è una baracca e una birra costa come tutto il pranzo del pranzo.
Però le ragazze ballano e anche io ballo con loro e una anche le tocco il culo quando balliamo e lei non dice niente, penso che vuole andare a letto poi c’è un’altra che si strofina che sembra che vuole andare a letto anche lei.
Devo decidere perché non sta bello andare a letto con due la prima sera.
Allora decido Susan che è la più alta e dico a Rita domani sera se non mi fidanzo vengo con te.
Dove esiste un posto come questo nel mondo? 
A Benevento no di certo.

TAGS: Malindi italianiMalindi amoreMalindi storie

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