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Aprile 2015

Tutte le notizie del mese

01-04-2015 di redazione

Bandiere del Kenya alla maratona di Londra per il turismo
Una bella idea, quella della Kenya Tourist Federation. Durante la recente maratona di Londra, che manco a farlo apposta ha visto trionfare quasi esclusivamente atleti keniani, sono state donate all'organizzazione migliaia di bandiere del Paese africano e anche tante t-shirts che i giovani e lo staff dell'importante avvenimento sportivo hanno potuto indossare.
"E' stata un'iniziativa importante che per noi della KTF significa ridare visibilità al Paese in una nazione che ultimamente ha un po' chiuso le porte al turismo - spiega Roberto Marini, l'imprenditore italiano che lavora a stretto contatto con il Governo del Kenya - speriamo con questo gesto di aver riaperto uno dei tanti canali turistici con un'iniziativa semplice, simpatica e popolare". Iniziativa che dal popolo britannico è stata vissuta anche come episodio di solidarietà per le vittime di Garissa. Ricordarsi che anche il Kenya fa parte di quel mondo oggi totalmente minacciato da gruppuscoli di pericolosi estremisti, proprio come Londra, considerata una delle città europee maggiormente a rischio terrorismo, non può che generare empatia e far tornare il piacere dell'interscambio culturale e sociale con un Paese da sempre amico. Interscambio che significa poter tornare a godere in tanti delle bellezze incomparabili che la Nazione africana puà offrire all'interno del suo territorio.(30/04/2015)

Kws in Cina per creare strategie comuni contro il bracconaggio
I vertici del Kenya Wildlife Service sono in Cina per dieci giorni, nell'ambito della collaborazione stabilita dai due Paesi per la lotta al contrabbando d'avorio e lo sviluppo e la protezione dell'ambiente e della fauna selvatica. 
Allo studio nuove strategie comuni per fermare la tratta di animali e il contrabbando, particolarmente quello dell'Avorio. Strategia rafforzata da quando la Cina ha deciso di entrare a far parte del CITES e delle nazioni che dicono no al commercio delle zanne d'elefante.(28/04/2015)

Islamici di Mombasa aiutano il Kenya nella lotta ad Al Shabaab
Intelligence keniana al lavoro concretamente per una costa keniana più sicura e tranquilla, ma la novità è che gli islamici partecipano attivamente alla ricerca dei giovani disagiati che potrebbero decidere di sposare la filosofia deviata di Al Shabaab.
L'episodio più recente di collaborazione tra cittadini kenioti di fede mussulmana e autorità keniane nella lotta al terrorismo, è stato segnalato dal periodico Coastweek. A Mombasa sono stati arrestati quattro cittadini di origine somala accusati di simpatizzare per il movimento somalo Al Shabaab. Sono stati proprio i loro compagni di moschea a segnalarli alle forze investigative speciali keniote, che dopo averli interrogati li hanno trattenuti. Potranno essere utili a scoprire eventuali collegamenti tra altri kenioti e chi ha idee affini a quelle dei terroristi che hanno colpito al confine con la Somalia. "Non abbiamo assolutamente intenzione di crescere all'interno delle nostre comunità dei potenziali terroristi - hanno spiegato i leader islamici di Mombasa, in un meeting tenutosi quattro giorni fa a Kisauni - quella della Somalia non è una guerra religiosa ma una battaglia di interessi e le religioni e i veri credenti devono starne fuori". In realtà il pretesto della fede servirebbe ai somali per reclutare giovani che si avvicinano all'integralismo, spinti anche da facili guadagni nel mercato del contrabbando e della droga. Alcuni giorni prima, il National Intelligence Service del Kenya (NIS) aveva arrestato altri sei giovani che, dopo ore di interrogatorio, avevano ammesso di aver oltrepassato clandestinamente il confine per recarsi nei campi di addestramento in Somalia. Queste operazioni incrociate danno la misura dell'attenzione che regna negli ultimi mesi sulla costa, per preservare i cittadini ma anche il turismo. Se è vero che ormai da quasi un anno non si registrano nemmeno tentativi di attentati tra Mombasa e Lamu, è anche palese che la situazione interna del Paese non autorizzi a stare tranquilli. Ma la costa keniana ha motivi in più di altre zone per ristabilire al più presto l'ordine. In quest'ottica si registra anche la richiesta di estradizione dei quattro più importanti "baroni" della droga, arrestati nella città costiera all'inizio dell'anno, negli Stati Uniti dove sono ricercati per traffico internazionale di stupefacenti. Il PM keniota di Mombasa Maxwell Gicheru ha confermato che tutto è pronto per procedere alla loro estradizione. Con il loro arresto si è dato lo stop ad uno dei mercati in grado di far girare soldi che possono finanziare altri traffici illeciti, tra cui il contrabbando d'avorio e appunto il reclutamento di giovani teppisti e balordi nelle fila di movimenti in grado di affiancare, anche se in maniera rozza e approssimativa, l'azione di Al Shabaab al confine.(27/04/2015) 

Dai rapper di Watamu canzoni sull'integrazione tra turisti italiani e ragazzi locali
Dillo con una canzone che lui o lei sono diversi da tutti gli altri. 
Ecco uno dei tanti fenomeni in crescita a Malindi e specialmente a Watamu, che derivano dall'insediamento del turismo occidentale, oltre che dall'accessibilità all'informazione a dalla tecnologia. Giovani artisti musicali, specialmente del rap e del R&B, producono canzoni che a modo loro promuovono il territorio in cui vivono ed esaltano l'incontro e la convivenza tra africani e "mzungu", se non addirittura invogliano il "meltin' pot" con veri e propri inni all'amore interetnico. 
Mr. Bado è uno degli artisti di punta del movimento rap della Contea di Kilifi. Ha iniziato sette anni fa e canta spesso le sue radici Mijikenda, usando anche il dialetto giriama, e le situazioni della sua gente. Ultimamente anche lui ha esplorato il mondo del turismo, un po' in stile "beach boy" con il patinato e ben prodotto videoclip della canzone "Per te", che racconta di un incontro tra un keniota e una ragazza italiana, in un villaggio turistico. Altri artisti, come Katoi Wa Tabaka, promuovono il territorio e le sue bellezze parlando di pace e di unità tra i popoli. "Amani Africa" è la sua ultima produzione, con video girato al Temple Point di Watamu. Sulle spiagge della località balneare più famosa del Kenya è stato girato anche il video di un altro astro nascente della musica locale, Paneli, che è stato prodotto con l'aiuto di un'attività italiana che affitta una villa a turisti. Le immagini sono state girate nella stessa villa, ma anche nel Mida Creek e sulla spiaggia. 
E così si scopre che, per la qualità dei video, la bellezza dei luoghi, il senso delle canzoni hip-hop e, suvvia, anche per il tentativo tutto sommato incoraggiante di comporre della musica decente, il videoclip di artisti kenioti potrebbe essere un'ottima forma di pubblicità neanche troppo occulta per rilanciare i favolosi luoghi del Kenya e far capire quanto la serena convivenza tra popoli regni da queste parti come e più che in altri angoli del mondo definiti più sicuri, magari solamente perché più evoluti.(26/04/2015)

Islamici di Nairobi contro il terrorismo di Al Shabaab
I leader islamici di Nairobi, per voce di una delle loro massime autorità, l'Imam del quartiere islamico e filosomalo di Eastleigh, Sheikh Mohammed Shakuul, hanno espresso grande solidarietà ai cristiani del Kenya e anche preoccupazione per un fenomeno che "non ha nulla a che fare con l'odio interreligioso, che in Kenya non esiste".

Secondo il leader islamico "Il vero scopo di Al Shabaab è di accendere un conflitto religioso in Kenya tra cristiani e musulmani. I keniani delle diverse fedi non devono cadere nella trappola. Siamo vissuti insieme in armonia per molti anni". Shakuul ha partecipato ad un meeting con esponenti delle altre religioni rappresentate in Kenya, in particolare quella cristiana, che con l'82% rimane la più diffusa nel Paese, e rappresentanti del Governo. Un incontro voluto dagli stessi leader religiosi per cercare delle soluzione al radicalismo religioso e alla propaganda degli estremisti somali di Al Shabaab.
"Ridurre la radicalizzazione e l’estremismo violento richiede che tutte le parti in causa giochino il loro ruolo con efficacia, compreso il governo e i leader politici e religiosi. Vogliamo fare la nostra parte per assicurare il successo di questa impresa" ha aggiunto Shakuul.(25/04/2015) 

Spazio mensile a Malindi per l'esibizione di artisti locali
Una bella idea, uno spazio a Malindi per tutti i giovani che vogliono esprimere il loro talento artistico. Siano essi cantanti rap o reggae, acrobati, giocolieri, pittori o artigiani. "Tutti sono i benvenuti a Malindi Art Extravaganza" spiega il cantante Katoi Wa Tabaka, uno degli organizzatori dell'evento che si terrà ogni ultimo venerdì del mese nei locali della discoteca Stardust e del locale Vodka Martini, entrambi in Lamu Road, nelle ore del giorno. "E' un modo per dimostrare il talento di tanti giovani del distretto di Malindi che vogliono uscire dalla strada, ed è anche la testimonianza che questo è possibile, grazie all'arte e a chi ci darà una mano". Per adesso c'è la possibilità di andare a curiosare, facendo un salto allo Stardust, particolarmente dalle 15 alle 20.(24/04/2015) 

Il presidente Uhuru Kenyatta in viaggio per Los Angeles
Il Presidente del Kenya Uhuru Kenyatta è partito ieri per la California. E' atteso a Los Angeles per gettare le basi in vista della Conferenza panafricana del 2015, che si terrà a Nairobi e alla quale parteciperà anche Barack Obama. Gli Stati Uniti guardano con crescente interesse al Kenya, considerato uno degli stati emergenti a livello mondiale.(23/04/2015)

Kenya inserito tra i Paesi più interessanti del mondo in cui investire
Restare europei ma guardare all'Africa per risolvere la crisi. Questa l'idea di Strasburgo che ha confermato la bontà di uno studio presentato lo scorso febbraio dall'Istituto per la Politica Internazionale conto del Ministero degli Esteri italiano.
Il rapporto, differenziato ha inserito il Kenya nei primi otto Paesi che, per crescita futura, caratteristiche istituzionali e politiche, dinamiche demografiche, amento della classe media, sono da considerare obiettivi di particolare interesse per l'Italia: Il Kenya è nella fascia "A" insieme ad Angola, Etiopia, Ghana, Mozambico, Nigeria, Senegal e Sudafrica. Sono considerati "comunque attraenti" Camerun, Uganda, Zambia, mentre in terza fascia, quella degli Stati "relativamente stabili" sono stati inseriti Sudafrica, Lesotho, Botswana, Namibia, Gabon, Benin e Ghana. Da evitare, ma non è una novità, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo.
L'Africa da sempre costituisce un'attrattiva perché è vicina e quindi può essere un partner economico quasi naturale, ma anche perché molti Paesi africani hanno ritmi di sviluppo elevati, tanto che nei prossimi anni saranno probabilmente quelli a maggiore tasso di crescita del pianeta. Per molte aziende e anche investitori privati si tratta di un'opportunità da cogliere. Il particolareggiato rapporto dell'Ispi, nelle sue 150 pagine ricorda come partire dalla metà degli anni Novanta, in particolare il Kenya e la regione Subsahariana hanno avuto tassi medi di crescita economica sempre maggiori, un po' inferiori a quelli dei cosiddetti Bric (Brasile, Russia, India, Cina) ma dal 2000 sempre superiori a quelli dei Paesi avanzati. E nel 2012 ha superato anche i Bric (4,2% rispetto al 3,8%): secondo il Fondo monetario internazionale, la crescita è stata del 5% nel 2013 e sarà del 6% quest'anno. Un boom in parte fondato sullo sfruttamento delle risorse naturali, ma non solo: nel periodo 1995-2010, 8 dei 12 Paesi che nella regione sono cresciuti di più non erano ricchi di materie prime. L'inflazione, sotto al 10%, è in calo dal 2000 e uno dei maggiori problemi dei decenni scorsi, il debito verso l'estero, in vent'anni si è ridotto da una quota attorno al 65% all'attuale 27%. Soprattutto, sono migliorate le condizioni di vita. Tra il 1990 e il 2011 la spesa per consumi è aumentata di cinque volte. Sessanta persone su cento hanno oggi un telefono cellulare e quasi il 20% della popolazione ha qualche forma di collegamento Internet. La mortalità infantile (sotto i cinque anni) è scesa da 180 morti ogni mille nati a poco più di cento, ancora troppo rispetto ai 54 della media mondiale, ma in netta diminuzione. La popolazione sotto il livello di povertà estrema, meno di 1,25 dollari al giorno, è calata dal 60% di inizio anni Novanta al 48% di oggi. L'istruzione e la sanità migliorano, anche se troppo lentamente. L'urbanizzazione (un fattore potente di crescita e di miglioramento sociale e politico) è ancora sotto al 40% della popolazione totale ma in crescita netta.Il mondo si è accorto del cambiamento e l'ha accompagnato. Gli investimenti diretti dall'estero nell'Africa subsahariana erano lo 0,6% di quelli mondiali nel 1990, negli ultimi anni variano tra il 2,5 e il 3,2%. Vent'anni fa, su cento dollari che arrivavano nella regione, cinque erano di investimenti, 95 di aiuti; oggi il rapporto è quasi di uno a uno. L'Africa Subsahariana e il Kenya in particolare sono insomma in movimento.
Chiaro, stiamo parlando di economia e investimenti, conosciamo i limiti di queste Nazioni: povertà da superare, educazione da incentivare, sanità da migliorare, infrastrutture da costruire. E quadro politico spesso problematico, senza contare le frange di estremismo. Ma sempre più ci si accorge che in questo caso il problema è mondiale. 
L'Italia è però in ritardo netto rispetto ad altri Paesi europei, non solo ai maggiori, ma anche ad esempio rispetto ad Olanda e Belgio e a realtà meno abituate a guardare all'estero, come la Turchia. Gli investimenti del Governo sono pochi, gli interscambi commerciali minori, le rappresentanze diplomatiche e culturali ridotte all'osso. Il rapporto propone un programma italiano di investimenti pubblico-privati in progetti africani; il rafforzamento delle ambasciate e degli uffici Ice nella regione; rapporti istituzionali più profondi e costanti con i singoli Paesi e con l'Unione Africana; campagne di informazione sull'economia italiana; possibilità di esportazione di intere filiere di produzione italiana; sostegno finanziario, cooperazione in fatto di migrazione; scambi culturali; la valorizzazione della Conferenza Italia-Africa che il ministero degli Esteri organizzerà il prossimo autunno e dovrebbe diventare periodica (la Francia ne ha una dal 1973).(22/04/2015)

Turisti zaino in spalla e B&B a Malindi e Watamu a fine aprile
Ancora sole e mare cristallino davanti alla spiaggia malindina di Silversand. Meraviglioso con il bagnasciuga un po' ricoperto d'alghe a Watamu. Ma è un paradiso per pochi intimi quello della costa keniota di fine aprile. Qualche giovane zaino in spalla riempie i pochi bed & breakfast rimasti aperti, assidui frequentatori di Malindi invece continuano ad arrivare con offerte dell'ultimo minuto sui voli di linea (offerte di una o due settimane intorno ai 450 euro, soprattutto da Ethiopian, Turkish, Ethiad, Qatar e Egypt Air). Al di là delle notizie di cronaca e del dolore di un Paese sempre più minato da insicurezza più politica che reale, chi sceglie il Kenya in questa stagione, mentre le piogge ancora non sembrano decidersi a prendere il sopravvento, trova tranquillità, prezzi più bassi e una dimensione meno turistica e molto più vicina al senso dell'Africa.(21/04/2015)

Anche MSF critica la decisione keniota di chiudere Dadaab
Anche l'associazione Medics Sans Frontiers alza la voce contro la chiusura del campo profughi di Dadaab, al confine tra Kenya e Somalia. La scelta, maturata dal Governo keniota a seguito degli ultimi attentati di matrice somala, è già stata criticata dalle Nazioni Unite, ma il Kenya non sembra voler ascoltare ragioni.(20/04/2015)

Prime piogge e prime sciagure nel nord est del Kenya
Prime grandi piogge e prime sciagure nel nord est del Kenya, dove purtroppo la gente comune paga spesso il prezzo più alto dei problemi dell'Africa. Un’alluvione improvvisa ha fatto perdere il controllo ad un autobus nella zona di Mandera, città della provincia nordorientale del Kenya e capitale dell’omonimo distretto. Il bus è stato circondato dall’improvvisa inondazione provocata dall’ingrossamento di un fiume e mentre tentava di attraversarlo è stato trascinato via finendo in acqua. A bordo del mezzo c’erano almeno 50 persone, alcune delle quali sono decedute subito investite dalla forza della corrente mentre altre decine sono salite sul tetto del mezzo.(19/04/2015)

Malaria in continuo calo sulla costa keniota
Sempre meno casi di malaria sulla costa keniota. Anno dopo anno l'infezione trasmessa dalla puntura della zanzara anofele fa molta meno paura alla popolazione locale e sta diventando quasi una leggenda legata ai racconti di chi, come chi scrive, se la ricorda più di venti anni fa come un vero spauracchio. Anche quest'anno, seguendo un trend che da quattro stagione a questa parte vede in calo le persone infettate dalla zanzara anofele, i casi di malaria sulla costa keniota sono diminuiti del 20 per cento rispetto allo scorso anno, quando si era verificato un calo record, del 30 per cento rispetto al 2012. C'è da considerare che i rilevamenti del servizio sanitario regionale vengono effettuati nei quartieri storicamente più a rischio delle loalcità della costa e che la media viene calcolata tenendo conto anche di Mombasa, che com'è noto sorge su un'istmo circondato da acqua e acquitrini. 
Nei prossimi giorni sarà possibile conoscere nel dettaglio la situazione di Malindi, ma già ci è dato sapere dall'Ufficio d'Igiene locale che la mortalità neonatale per malaria è diminuita in maniera drastica. Anche per i residenti e i vacanzieri occidentali, quest'anno i casi di malaria si sono praticamente azzerati. Nell'arco della stagione abbiamo avuto informazioni di qualche residente alle prese con forme lievi, ma a quanto risulta nessun turista al ritorno in Italia ha avuto problemi. Il calo vertiginoso si deve, oltre che al cambiamento delle condizioni climatiche e alle bonifiche effettuate in alcune zone, soprattutto all'introduzione sempre più serrata dei farmaci a base di artemisina, sostanza che non soltanto cura la malaria a posteriori (rendendo inutile la profilassi, oggi solo dannosa, benchè consigliata per ignoranza e superficialità dai medici e per scarico di responsabilità da parte dei tour operator) ma che è in grado di sterilizzare le zanzare anofele evitando loro, una volta che hanno punto chi l'ha assunta, di riprodursi. Queste medicine ovviamente sono in vendita a prezzi molto bassi per i kenioti, mentre il kit combinato per i turisti nelle farmacie locali non supera i 20 euro.(18/04/2015)

Il Kenya costruisce un muro al confine con la Somalia
Il Governo keniota ha intenzione di fare sul serio. Vuole ridurre al minimo i rischi del terrorismo somalo e ha iniziato ad operare su più fronti. La prima mossa attuata dal Ministero dell'Interno keniota è stata la chiusura di 85 tra conti correnti e società di transazioni che hanno movimenti assidui di soldi con la Somalia. "Sono tutti potenziali finanziatori di Al Shabaab" ha annunciato il Governo. Alcuni dei titolari dei conti obbiettano che si tratta del solo modo per inviare soldi alle famiglie per chi lavora in Kenya. La seconda opera importante partirà nei prossimi mesi, si tratta di costruire muri e palizzate per almeno 700 km al confine con la Somalia, nelle zone in cui si sono registrati più ingressi clandestini. "Inoltre piazzeremo telecamere nelle zone più facili da attraversare - ha spiegato il Direttore dell'Immigration keniana, Gordon Kihalangwa - e l'attività di ingresso ed uscita non controllate verrà monitorata". L'intenzione è quella di edificare un vero e proprio muraglione che renda impossibile il passaggio, se non nei centri dove la sorveglianza dell'esercito è già attiva, come Liboi. "Il muro partirà dalla città settentrionale di Mandera - ha precisato Kihalangwa - e attraverserà tutte le contee che confinano con la Somalia, vale a dire quelle di Mandera, Wajir, Garissa e Lamu". La terza mossa che il Presidente keniano Uhuru Kenyatta ha in mente ha già trovato la forte opposizione delle Nazioni Unite. Si tratta dello smantellamento progressivo, a partire dal prossimo luglio, del campo profughi di Dadaab, il più grande di tutta l'Africa dove, secondo i rapporti dell'esercito keniano, si anniderebbero moltissimi potenziali terroristi legati ad Al Shabaab e dove prolifererebbe il commercio clandestino di ogni bene di contrabbando, finalizzato alla sovvenzione di nuclei armati. "Sarebbe un disastro umanitario - commentano i vertici nairobini dell'Onu - molti dei profughi, al ritorno in patria troverebbero morte certa per via delle dispute tribali e sulle terre, altri sicuramente si ricongiungerebbero con i vari fronti popolari e metterebbero ulteriore benzina sul fuoco della guerra civile". Il progetto di smantellamento di Dadaab dovrà sicuramente tenere conto del parere delle Nazioni Unite.(17/04/2015)

Lamu si anima con il concorso di bellezza degli asini
Il calo verticale del turismo non può fermare le tradizioni secolari di un'arcipelago unico e originale come quello di Lamu, in Kenya.
L'assurdo di un blocco turistico di matrice politica, dovuto ad un attacco di quasi un anno fa nella propria giurisdizione, ma sulla terraferma e perdipiù in un "enclave" kikuyu, con strascichi come un lungo coprifuoco, ha messo in ginocchio l'industria turistica, ma non ha scoraggiato gli abitanti della magnifica "Venezia dell'Oceano Indiano" che dopo il Festival Culturale, il Festiva dello Yoga, nel weekend appena trascorso hanno dato vita al Concorso di Bellezza degli Asini. Gli animali domestici molto amati a Lamu, costituiscono l'unico mezzo di trasporto e vivono in simbiosi con l'uomo. Ad oggi sono più di 3000 e ci sono persino un museo e un sacrario dedicati a loro. 
Nei giorni scorsi erano in giro per la cittadina bardati con stoffe tradizionali, decorati con fiori ed anche vestiti umani e veli, quando non addirittura costumi da nuoto. Come membri di famiglia, truccati e incipriati dai loro padroni.
"Questo nostro concorso fa parte della tradizione di Lamu - ha detto il Ministro del Turismo di Lamu Samia Omar - gli asini e la loro convivenza con noi sono uno dei motivi per cui Lamu è stata riconosciuta come patrimonio mondiale dall'Unesco. Senza contare che, oltre ad essere il nostro mezzo di trasporto, tutte le case di Lamu sono state costruite grazie al lavoro dei nostri asini". 
Il Ministro Omar ha aggiunto che gli asini da sempre sono anche una attrazione turistica per gli amanti degli animali, nonché per altri visitatori che amano girare sul loro dorso tra le spiagge di sabbia e il mare. 
Il Dottor Felix Rachuonyo, medico veterinario presso il Donkey Sanctuary Lamu ha ribadito l'importanza di questo evento annuale, organizzato per sensibilizzare la gente del posto sull'importanza dei loro asini e per non dimenticare mai di prendersene cura.
"Abbiamo più di 3.000 asini a Lamu, e nella nostra clinica vengono curati gratuitamente. La maggior parte dei problemi che incontriamo sono ferite e zoppia causate da carichi pesanti e patologie di stomaco dovute al fatto che si nutrono dalle discariche", ha detto Rachuonyo.
Al concorso hanno partecipato più di 200 asini divisi in categorie diverse, tra il più bello, il meglio addobbato e il miglior rapporto tra asino e proprietario.
Abdalla Salim si è aggiudicato il "Donkey Award" per il suo asino di nome "Jelous".(16/04/2015)

Kenya: La favola bella di Mungara, il barbiere di Limuru
Fino a 35 anni Kenneth Mungara ha tagliato i capelli ai concittadini nel piccolo negozio di barbiere che con tanti sacrifici ha messo in piedi. Una poltrona con la pedivella, uno specchio e un rasoio elettrico. Chiuso il negozio, e alla domenica, si va a correre negli altopiani della Rift Valley, a Limuru, poco distante da Nairobi. Poi, a 35 anni, qualcuno gli consiglia di partecipare a qualche competizione, perché "fila" più dei giovani. Così inizia con un secondo posto alla maratona di Mombasa, viene invitato a Colonia, in Germania, e si classifica quarto, poi arriva secondo anche sul lago di Tiberiade, in Israele, ma senza camminare sulle acque. Non fa miracoli, Kenneth, le sue gambe vanno al ritmo delle tante corse fin da ragazzo, quando per andare a scuola si faceva almeno dieci chilometri dal villaggio, tra andata e ritorno.
Trentacinque anni per un maratoneta non sono la vecchiaia, ma è un po' tardi per fare carriera. Almeno così la pensano le squadre di arruolatori di corridori kenioti che, in Italia, nei Paesi scandinavi o ultimamente negli Emirati Arabi, ti pagano bene e ti allenano, e magari dopo qualche anno ci scappa pure la cittadinanza. Mungara no, lui dopo ogni gara torna al suo negozietto di barbiere, a studiare un nuovo taglio "hip hop" per i suoi giovani clienti, che difficilmente tengono il suo passo. Ed eccolo, tra il 2008 e il 2009, infilare i primi trionfi: Praga, Toronto, Mumbai. Ormai è famoso nei circuiti. A Toronto ripeterà i successi per tre anni di fila, e si toglierà lo sfizio anche a Singapore, dove con il premio si potrà permettere finalmente un fuoristrada e chissà quante poltrone girevoli con la pedivella, e quanti rasoi ultimo modello. Ora a 41 anni suonati, l'ultimo capolavoro: la vittoria nella Maratona di Milano, non solo il concorrente più longevo a vincerla, ma anche a fissarne il record. "Mungara qua, Mungara là, bravo bravissimo...". La grande favola del barbiere di Limuru non è ancora terminata.(14/04/2015) 

Ancora gran caldo a Malindi e Watamu
Temperature che oscillano tra i 35 e i 40 gradi, nessun accenno di annuvolamento o di precipitazione. Da una decina di giorni, dopo le avvisaglie della stagione "invernale" dell'equatore, a Malindi e Watamu è tornata l'estate più torrida, con il caldo "tosto" della stagione umida. Buono per i pochi turisti che sono ancora qui (ultimo charter tornato in Italia sabato scorso, ma c'è ancora chi ha approfittato delle offerte specialmente di Turkish Airlines ed Ethiopian) ma non per i keniani della costa che attendono l'acqua come una liberazione e come linfa vitale per le loro colture, specialmente dopo la semina del mais. "Sarebbe auspicabile almeno un inizio di stagione delle piogge come lo scorso anno - spiega Wilfred Katana, agricoltore - con sole durante il giorno e piovaschi la notte che innaffiano i nostri terreni, che in questi giorni sono sempre più aridi".
Nell'entroterra, specialmente nel parco nazionale dello Tsavo, si segnalano già temporali e piogge prolungate, alternate ad improvvise schiarite. Il livello del fiume Galana sta salendo, ma le strade sono ancora praticabili. A Voi le piogge hanno raggiunto i 5mm quotidiani, mentre inizia ad arrivare l'acqua anche in zone problematiche come Mandera e Wajir, nel nord est in zone quasi esclusivamente desertiche.
A Malindi, i pescatori swahili avevano previsto l'arrivo delle piogge per la settimana successiva alla Pasqua. Ci saremmo, ma ora c'è chi postpone di altri sette giorni. Si vede che anche il clima, sulla costa nord del Kenya, fa le cose "pole pole" come la popolazione. 
Secondo i meteorologi già durante questa settimana potrebbero arrivare i primi rovesci, ma il sole non abbandonerà la regione di Kilifi fino alla fine del mese, quando si dovrebbe avere il cambiamento definitivo di clima e di temperatura.(13/04/2015)

I disoccupati del Kenya si danno all'agricoltura
Ha iniziato la Contea di Mkueni, stanziando 25 milioni di scellini come prestiti per giovani disoccupati che vogliono lavorare la loro terra o quella di famiglia e trarne un guadagno. Allo stesso tempo potranno sfamarsi. Il sistema ha funzionato in Nigeria e ora il Kenya vorrebbe applicarlo in tutte le regioni. La disoccupazione giovanile è in aumento e anche la disparità economica e sociale tra chi nelle città sta elevando il proprio benessere, e le comunità rurali dove si fa fatica a vivere sopra la soglia della decenza.
Il progetto – una collaborazione traInternational Institute of Tropical Agriculture(Iita), Università di Nairobi e il governo della contea di Makueni – è stato lanciato a marzo e coinvolgerà per primi gli studenti dalla regione orientale Kibwezi, nella contea di Makueni. Sebbene gli studenti siano specializzati in vari campi, verranno istruiti in teoria e in pratica sulle tecniche agricole moderne e sull'imprenditoria. Se dovesse andare a buon fine, il progetto verrà poi riproposto in altre zone del paese, per tamponare la crisi occupazionale giovanile.(12/04/2015)

Visita lampo del Ministro Gentiloni in Kenya: "Borse di studio italiane per gli studenti di Garissa"
Visita lampo a Nairobi del Ministro degli Esteri e delle Cooperazioni Italiane Paolo Gentiloni, ad una settimana dall'attentato di Garissa, nel Nord Est del Paese. Arrivato in mattinata e già rientrato nella serata di ieri, Gentiloni ha riferito di avere trovato “Una nazione ancora sotto shock, ma con la volontà di ripartire e di collaborare con l’Italia, che ha dato disponibilità a collaborare in primo luogo all’attività di addestramento e contrasto al terrorismo, formando in Italia 20 unità keniote”. 
Molto più di una visita di solidarietà quella del Ministro italiano. Nel corso della mattinata Gentiloni ha incontrato il suo collega keniano Amina Mohamed e si è intrattenuto anche con l’Arcivescovo di Nairobi John Njue.
Nel corso dell’incontro, Gentiloni ha aggiunto che l’Italia aiuterà il Kenya anche nel settore universitario. “La Farnesina e il Ministero dell’Istruzione hanno messo a disposizione 25 borse di studio per gli studenti di Garissa sopravvissuti, in nove atenei italiani per l'anno accademico 20152016". Non solo, da qui al prossimo giugno, inoltre, il Ministero degli Esteri ha previsto la creazione di uno sportello `fast track` per facilitare la preiscrizione e l`ottenimento del visto per tutti gli studenti che vogliono venire in Italia.
Si è trattato della prima visita di un Ministro europeo dal giorno dell`attentato, in un Paese in cui la comunità cristiana rappresenta il 70% della popolazione, anche se sappiamo che il discorso legato all'Università di Garissa, in una zona di confine con la Somalia, tribolata nazione di cui l'Italia conosce molto bene tutti gli aspetti e anche la propensione all'estremismo, ha più a che fare con discorsi politico-economici e strategici.
"L`Italia è alla guida della missione europea in Somalia con il generale Maggi e a Gibuti i nostri carabinieri addestrano le forze di polizia del Governo somalo", ha detto Gentiloni che del contributo italiano al processo di stabilizzazione della Somalia ha parlato nel suo incontro con il ministro degli Esteri kenyano. Ma c`è un`altra questione che sta a cuore all`Italia ed è rispondere all`accanimento dei terroristi, contro chi studia, perché, spiega il capo della diplomazia, "contro il terrorismo non esiste una formula magica ma solo la lotta su più fronti".(10/04/2015)

Bruciano due negozi a Malindi, non c'è dolo
Solo tanta paura e danni a cose e beni personali delle attività coinvolte, ma nessuna persona coinvolta. 
Non c'è dolo nell'incendio scoppiato ieri mattina presto nel negozio di pneumatici sulla Mombasa Road, più o meno di fronte all'ingresso del mercato nuovo, sulla strada che porta all'aeroporto. Le forze dell'ordine accorse sul posto hanno solo potuto verificare i danni, ma dalle successive investigazioni non sono emerse volontarietà sull'accaduto.(09/04/2015) 

Pasqua da tutto esaurito al Maasai Mara
Vacanze Pasquali con il "tutto esaurito" nei lodge della Riserva Nazionale del Maasai Mara in Kenya. Se mai ci fosse stato il timore di qualche cancellazione dell'ultimo minuto per via dei fatti tragici di Garissa, questa è la dimostrazione che il turismo consapevole dei viaggiatori vince sull'informazione gonfiata dei media non solo italiani. "Non solo non abbiamo avuto cancellazioni - spiega il rappresentante dell'associazione dei Lodge del Maasai Mara, Steve Keriga - ma i nostri posti letto erano completamente occupati fino a ieri da stranieri di ogni nazionalità e anche dal turismo locale". Secondo Keriga il successo del safari durante le vacanze pasquali è dovuto anche dalle operazioni di sicurezza che hanno portato più controlli e più efficienza a Nairobi e dintorni. "Probabilmente risentiremo di cali nei prossimi mesi - spiega Keriga - per colpa degli avvisi di viaggio dei Ministeri degli Esteri europei. Non c'è nessun timore in Savana, ma è logico che se meno gente prenota sulla costa, di conseguenza avremo un calo anche qui nel Maasai Mara. Mancheranno tutti quei turisti che scelgono la destinazione Kenya nella sua totalità".(08/04/2015) 

Valanghe di mail e post in Facebook degli italiani di Malindi: "Ma quale fuga, stiamo bene qui"
Che strano, mentre in Italia alcune testate nazionali e blog online pubblicano articoli in cui (nel titolo) si dice che gli italiani di Malindi avrebbero paura di restare qui e che sono pronti a "fuggire" (vedi Secolo XIX e La Stampa, che però associano a questo pensiero un solo nome, senza nemmeno il cognome e senza altri dati di riferimento) alla nostra casella mail info@malindikenya.net e sulla pagina ufficiale di malindikenya.net di Facebook continuano a giungere messaggi di chi vive qui o passa molti mesi all'anno a Malindi e Watamu, e nessuno si dice turbato dalla terribile strage di Garissa, se non ovviamente nell'animo. C'è immensa tristezza e preoccupazione per le sorti di un Paese che deve e vuole convivere con il terrorismo somalo, ma da qui a sentirsi in pericolo sinceramente ne passa, anche perché (forse a torto, a sentire i soloni a 7000 km di distanza) riteniamo di non essere noi occidentali l'obbiettivo dei somali, che prima delle loro esecuzioni fanno chiamare a casa le vittime e dire al telefono "stanno per uccidermi per colpa del Governo Kenyatta che ha invaso il loro Paese". In ogni caso, in campana come fossimo a Tunisi o Istanbul, ma non inventatevi che siamo tutti pronti ad andarcene da qui.(07/04/2015)

Chiuso il Malindi Multicultural Festival, nel segno dell'unione
Malindi è un'isola per ora felice, benché ormai nessuno può dirsi tranquillo in quasi nessun angolo di mondo, grazie a coloro che fomentano guerre di interessi mascherandole da dispute ideologiche o religiose. Il Festival Multiculturale che si è chiuso ieri dopo tre giorni di manifestazioni d'ogni tipo che hanno coinvolto specialmente il turismo locale e quello di Nairobi, ma anche i pochi turisti occidentali che hanno fatto capolino qui per le vacanze di Pasqua e qualche residente. Con un pomeriggio all'insegna delle danze etniche dei vari gruppi tribali di stanza in Kenya, dai locali Mijikenda che hanno rappresentato il loro "Mwanzele", ovvero la danza propiziatoria per il raccolto (effettuata da poco tempo, in vista delle piogge che faranno crescere il mais dei loro campi coltivati, risorsa fondamentale) alla tribù Akamba, che ha figurato le antiche danze dei matrimoni e dei funerali, fino ai Pokomo e ai Tahita. 
La presenza di migliaia di malindini è stata significativa, vedere la serenità e il piacere con cui kenioti cristiani si sono mescolati ai tanti mussulmani davanti al quartiere arabo di Shella, che guarda sul porto, dove si sono svolte le manifestazioni folkloristiche, è un inno alla pace e alla speranza di cui da sempre Malindi si fa portavoce. 
"Siamo tutti keniani, prima di parlare del nostro credo religioso - spiega Abdul Sulubu, commerciante venuto alla festa insieme con la moglie e le due figlie femmine - quel che è successo a Garissa è un grande lutto nazionale, ma si parla di una realtà completamente diversa dalla nostra". La sicurezza durante la manifestazione è stata esemplare, ciò non vuol dire naturalmente che qualche pazzo sconsiderato, malvagio imitatore o diabolico organizzatore non possa colpire qui come in ogni città. Ma la solidarietà e la visione d'insieme che si vive ogni giorno a Malindi e si rinnova forte in circostanze di aggregazione come questa, ci fa vivere il presente con un po' più di ottimismo, rispetto ai tempi malati che stiamo attraversando in gran parte del mondo.(06/04/2015)

Malindi Watamu Food Contest, iniziativa da ripetere
Nella cornice del Malindi Multicultural Festival, ieri si è svolta anche la giornata numero due del Malindi Watamu Food Contest, con la presenza dolciaria dell'Osteria Malindi, che si è unita al gruppo di hotelier e ristoratori già presenti ieri nello stand e generosi nell'offrire ai partecipanti assaggi che si sono trasformati in veri e propri pranzi gratis. In più alla "mezza" sono arrivate anche le pizze offerte da malindikenya.net, gradite dai turisti (in gran parte keniani di Mombasa e Nairobi, ma anche tedeschi e dell'est europeo) che sono rimasti piacevolmente sorpresi dalla buona organizzazione degli stand gastronomici delle attività che hanno aderito all'iniziativa dell'Associazione turistica di Malindi e Watamu MWTA. Presenti anche stampa e televisioni locali che hanno effettuato servizi sul Food Contest. Un'iniziativa intelligente per promuovere una delle peculiarità di quest'angolo di costa, che avrà senz'altro un seguito il prossimo anno.(06/04/2015)

Sabato di festival a Malindi, lezione di multiculturalismo
Una bella giornata di divertimento, integrazione, sport e cultura ieri a Malindi, nell'ambito del Festival Multiculturale. Alle 11 si è aperto il "MalindiWatamu Food Contest", che ha permesso ad hotel e ristoranti associati di offrire il loro contributo in un'insolita doppia veste di promotori turistici ed espositori, con l'offerta di assaggi che alla fine si sono rivelati veri e propri pasti. Così la pasta fresca di Kobe e Garoda, il sushi di Shogun, la cucina internazionale di Karibuni Villas, gli antipasti di Crystal Bay e Paparemo Beach, le grigliate della Malindina, hanno deliziato i turisti presenti, di ogni provenienza. Ma davanti al museo nazionale la giornata è stata piacevole, tra i mercatini dell'artigianato, la videomostra fotografica, l'esposizione di dipinti della scrittrice di "Nata Libera" Joy Adamson all'interno del museo, le danze mijikenda e la sfilata multietnica partita dal Casinò ed approdata al museo dopo aver girato Malindi con musica e balli. Infine nel primo pomeriggio la tradizionale gara dei dhow, le imbarcazioni storiche swahili, che ha spalmato tanti curiosi lungo lo spiaggione di Malindi. In serata il porto di Malindi si è trasformato invece in una discoteca a cielo aperto, con musica forse poco tradizionale e più dedicata ai giovani. Oggi il Festival si chiude con le danze tradizionali che daranno spazio a tutte le etnie presenti a Malindi, nel segno dell'integrazione e alla faccia di chi porta, propaganda o crede alla paura.(05/04/2015)


Tragedia terroristica a Garissa, nel nord del Kenya, 150 morti in attentato all'università
Gravissimo attentato terroristico di matrice somala a Garissa, da tempo una delle città più a rischio del Kenya tra quelle vicine al confine con il tribolato stato dove si annida l'integralismo islamico. Sono almeno 150 i morti accertati, tra cui gli stessi terroristi e molti degli ostaggi che i miliziani di Al Shabaab fino a ieri sera hanno tenuto sotto tiro all'interno dell'Università e ingaggiando sparatorie con la polizia. I feriti sarebbero un'ottantina e altre cento persone mancherebbero all'appello, tra quelli scappati e gli islamici liberati. Garissa non fa parte delle zone frequentate da occidentali ma purtroppo ci vivono molti cristiani, che sono oggetto di rappresaglie da parte dei somali, perché identificati con il Kenya e la sua popolazione, che ha invaso i loro territori. Non si tratta di una faida religiosa, ma di una rivendicazione politica e territoriale, in ogni caso sono tantissime giovani e innocenti vite umane sradicate.(03/04/2015)


Inizio a suon di danze, sfilate e gare sportive per il Malindi Multicultural Festival
E' iniziato all'insegna della festa, dei colori, degli schiamazzi d'allegria, della voglia di esorcizzare quanto è successo a nord del Paese, vicino alla maledetta Somalia. La tranquilla e serena Malindi (Oggi, dopo il meeting sulla sicurezza, il Prefetto della Contea di Kilifi Joseph Keter ha annunciato rinforzi in questi giorni e l'aumento dei controlli) ha vissuto un venerdì di Pasqua tra leccornie locali, partite di calcio e danze tribali, con il sottofondo di percussioni e campanacci. Unica nota stonata, il Ministero del Turismo della Contea aveva promesso la chiusura della strada del porto e sarebbe stata una gran cosa, evitando le automobili strombettanti, le motociclette sgasanti, i tuktuk scorreggianti, i coupé indiananti, i camion intasanti e i fuoristrada impazienti. Ma questa è l'Africa, nel bene e nel male e il minimo che ci si possa aspettare, di fronte a tanta immortale quiete, è un po' di sano fracasso. In serata al campo di gioco di fronte al museo municipale, di fianco al molo del porto, la musica araba ha costituito il leit motive, con alcuni interpreti locali di canzoni tradizionali swahili e omanite che si sono alternati sul palco fino a dopo la mezzanotte, quando una leggera pioggia ha concluso le danze e rimandato il tutto a oggi.
Questa mattina si ricomincia con le finali dei tornei sportivi e alle 11 al Museo Nazionale, nella piazzetta del cambio (Uhuru Garden) l'inaugurazione del Food Contest delle attività associate a MalindiWatamu, con allestimento, dimostrazione di preparazione dei cibi e degustazioni. L'idea dell'associazione turistica è quella di mostrare quanto in tanti anni di attività è stato insegnato ai cuochi locali, partendo dalla materia prima per arrivare al prodotto finito. Saranno presenti Ocean Beach Resort, Kobe e Garoda Resort di Watamu, Mapango e Paparemo Beach sempre di Watamu, Karibuni Villas di Mambrui, La Malindina di Malindi, Osteria Malindi e Casinò con La Griglia Restaurant e Shogun Japanese Restaurant. Oltre alle preparazioni dei cibi, assaggi gratuiti ai turisti e residenti che si presenteranno al banco dell'associazione, richiedendo il pass per entrare. Nel pomeriggio altri spettacoli, danze tradizionali e gare sul lungomare.(03/04/2015)

Pasqua di preghiere multireligiose a Malindi
Pasqua è Pasqua in tutto il mondo. Anche sulla costa del Kenya e a Malindi, cittadina dalle mille culture (proprio in questi giorni va in scena il Festival Multiculturale) e dalle tante fedi. Di fronte a tante malelingue e agli esegeti della paura a tutti i costi, Malindi di fatto testimonia come una moschea possa convivere a pochi metri da una chiesa, senza che ci sia mai stato un solo incidente. Così in questi giorni chiunque professerà la sua fede, in occasione delle feste pasquale, perché una morte e una resurrezione sono simbolo di purificazione per tutti. In questi giorni sono molti gli avvenimenti da queste parti. Si inizia con un evento che in contemporanea riunirà almeno 20 milioni di persone e di cui Malindi quest'anno fa parte, in un circuito di moltissime località di tutto il globo. Si tratta della commemorazione della morte di Gesù, un evento organizzato dalla Congregazione dei Testimoni di Geova e che a Malindi si terrà questo pomeriggio alle 18 presso la Kingdom Hall in Hospital Road (ci sono le segnalazioni da Casuarina e anche dalla strada dell'aeroporto). I Testimoni di Geova di Malindi invitano tutti a scoprire il valore che la vita e la morte di Gesù può avere per ognuno di noi. Domenica e lunedì invece gli appuntamenti tradizionali, alle 10 per la messa italiana nella Cattedrale di Saint Anthony (dietro il Nakumatt) e per la messa cantata in swahili nella chiesa protestante di Saint Andrews, dopo il Casinò. Quest'ultima verrà ripetuta anche a Pasquetta. Ma l'appuntamento unico che fa di Malindi un luogo di pace e di aggregazione avverrà intorno alle 11 di domenica all'ex stadio municipale, dietro il Cinema Cleopatra. Si tratta della preghiera multireligiosa, officiata dal Vescovo di Malindi, dal Pastore protestante della chiesa Anglicana, dall'Imam islamico di Shella e dai rappresentanti delle religioni Indù e degli animisti Mijikenda. Tutti insieme per ricordare la figura di un grande profeta di pace, che per molti è il figlio di Dio e per gli altri è stato comunque un uomo importante.(02/04/2015)

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