Quando sabato mattina, intorno alle 10, per l'ennesima volta durante la settimana è mancata la luce, si pensava alle solite due o tre ore.
Ci si organizza tranquillamente qui a Malindi: ordine di non aprire i frigoriferi, sistema UPS che ti lascia almeno una mezzoretta per il computer e la connessione internet, con la speranza che torni a pranzo per poter tostare il pane e magari usare il forno.
Invece niente. Sabato pomeriggio a far compere, a giocare coi bambini, acquistare il riso per l'orfanotrofio di Pumwani, chiacchierare con il venditore di pesce...insomma la solita vita africana in un giorno semifestivo.
All'ora del tramonto, la corrente non è ancora tornata. Qui è inutile spazientirsi, e non è abitudine attendere nulla.
E' ora di fare un giro in macchina per andare a nord a vedere il cielo. C'è una gara tra le nuvole e l'ultimo sole per colorare il tramonto.
Oltre Mambrui è meraviglioso perdersi nell'orizzonte.
A destra i fenicotteri rosa si alzano in volo sull'acqua delle saline, a sinistra ai bordi di una scuola elementare contornata da baobab c'è una festa con gare sportive e gente che urla ed applaude.
Da Ngomeni andremmo avanti all'infinito, ma a nord c'è la Somalia che ci ricorda che è molto meglio stare qualche ora in più senza luce.
La sera parte qualche imprecazione a mezza voce, ma più che altro perchè non si possono vedere le partite dell'Inter e del Milan.
Ma in fondo che me ne frega? Io tengo al Genoa...e i miei ragazzi del Malindi United posso vederli ogni volta anche senza la corrente.
Vado a letto cullato da questi pensieri concilianti.
Ma la sorpresa è svegliarsi ancora senza luce.
Finalmente, dopo 24 ore di silenzio dei centralini, qualcuno all'azienda dell'elettricità risponde.
"Si sono rotti due tralicci a Vipingo. Dovete pazientare ancora un po'". Per me non ci sono problemi, sono abituato a pazientare. Non è così però per le quattro orate, i calamari, i filetti di pesce e di carne che ho nel freezer e per due polli in frigo.
A loro l'attesa li ammoscia.
Vorrà dire che per due giorni mangeremo come matti, divideremo il pollo col personale di casa (col rischio che la prossima volta siano loro a staccare la corrente) e attenderemo il prossimo blackout come il segno che dobbiamo tornare a vedere i fenicotteri rosa di Ngomeni librarsi in volo.