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La nuova vita inaspettata di Daniele "Kuku"

UNO SHAMBA IN KENYA E I POLLI PIU' BUONI DI MALINDI

07-08-2014 di redazione

Una fattoria in Kenya per ritrovare se stesso. 
Spesso passione e lavoro duro sono la ricetta migliore per abbracciare una nuova vita. 
Lo sa bene Lorenzo Daniele detto Lolly dagli amici, ma conosciuto da tutti a Malindi come "Daniele Kuku". 
Dove "kuku" sta per i polli che alleva a Marikebuni, pochi chilometri all'interno di Mambrui, in uno "shamba", come si chiamano qui, in swahili, i campi coltivabili, insieme a capre, oche, anatre, tacchini e conigli.
Daniele fino a due anni fa viveva nella caotica Milano e aveva una concessionaria di auto americane. 
Motori rombanti, mustang, lusso, clienti vip e una vita frenetica. 
"Correvo, correvo, correvo. E non contento, nel poco tempo libero facevo anche le gare come pilota". 
Poi, come spesso capita quando il tuo karma vuole comunicarti qualcosa, ecco i segnali: una rapina davanti all'autosalone che lo manda in coma, una delusione sentimentale, la crisi economica con la caccia alle streghe del Governo italiano su chi sfreccia con Suv, auto sportive e macchinoni. 
Daniele a 43 anni decide di mollare tutto e viene a Malindi con la voglia di rimettere in sesto corpo e mente e guardarsi intorno. 
Basta grilli per la testa, per ripartire da zero ci vuole qualcosa di semplice, naturale, legato alla terra. 
Ecco l'idea della fattoria dove allevare animali e coltivare ortaggi e verdure. 
In poco tempo, lavorando con foga e passione, Daniele ha messo in piedi una "catena di montaggio" in grado di sfornare 3800 polli e 60 capre al mese e di servire i migliori ristoranti di Malindi, con una qualità altissima a prezzi competitivi rispetto ai fornitori locali. 
I pulcini per la "grande distribuzione" arrivano da Nairobi, poi ci sono i polletti locali, i "kienyeji" come sono chiamati in Kenya. 
Basta farsi un giro nello shamba per rendersi conto della pulizia e di come vivono i suoi esemplari d'allevamento. Stie larghissime e sempre abbondanti di mangime, gabbie rialzate per le capre, per tenerle pulite e lontane dai loro escrementi, addirittura un campo con le erbe giuste per renderle più saporite. 
Già, perché Daniele ama gli animali ma sa che per vivere se ne dovrà separare.
Il capretto che accarezza e nutre come un figlio, a un anno e due mesi sarà sui piatti di uno dei suoi clienti ristoratori italiani e non di Malindi. 
Niente sentimentalismi, gli animali gli danno da vivere e la loro sorte è già segnata.
Non per tutti, però. 
Il fido e scorbutico asino Giorgio fa da askari della fattoria, il gallo che per primo entrò nella famiglia "Daniele Kuku" è ormai un parente al pari dei due cani Nakumatt e Lilly. Insieme a loro e a Lolly ci sono sette dipendenti e una batteria occasionale di ragazze e ragazzi che danno una mano quando arrivano i pulcini o c'è da allestire una bella grigliata tra amici. 
Nello shamba Daniele ha costruito anche una capanna di fango e cemento con il caratteristico tetto di makuti per chi si ferma a dormire la sera. Letto pilipili con zanzariere, verandina con sedie di bambù all'ombra di un immenso anacardio. 
"Vivere in mezzo alla natura è meraviglioso - spiega Daniele - anche se stare dietro a tutto è molto faticoso, soprattutto perché faccio tutto da solo, comprese le consegne. Ma è la mia scommessa e mi ci sono gettato con tutta la buona volontà possibile". 
Ha sposato la qualità, Daniele. 
E' completamente bio, ma non per filosofia o vocazione, perché è così che può offrire il meglio. 
"Ho scelto i polli perché sono sempre stati la mia pietanza preferita - rivela a Malindikenya.net - quando arrivai a Malindi e iniziai a vedere come la gente locale tiene polli e galline e cosa da loro da mangiare, per non parlare di quelli che razzolano in mezzo ai rifiuti cittadini o vengono ammassati a decine in piccolissime gabbie, pensai che non avrei più mangiato pollo. Poi capii che bastava spingersi nell'interno e creare loro il giusto habitat naturale e si possono avere i "kuku" più buoni del mondo". Sono partito con loro, poi ho studiato a fondo la materia e infine mi sono allargato ad altri animali da allevamento".
Daniele, anche in un ambiente di campagna dove ognuno fa un po' quel che vuole, tra fango e polvere, è un maniaco dell'ordine e della pulizia, sempre nei limiti del possibile.
"L'igiene è tutto, voglio essere sicuro e orgoglioso di quello che mangia la gente, se l'ho prodotto io - spiega - ogni settimana faccio venire il veterinario a controllare tutte le specie". 
I prezzi sono eccezionali, ma anche se non lo fossero, varrebbe comunque la pena di prendere la carne del suo shamba, tanta è la cura e la certezza di mangiare qualcosa di veramente sano. 
"Non si viene a Malindi per diventare ricchi - conferma l'allevatore, che lavorando nell'entroterra, dove le condizioni di vita non sono certo agevoli, ha dato lavoro alla gente del villaggio vicino e aiuta i loro bambini - ma per vivere in maniera sana e pulita, sapendo di fare le cose per bene". 
A giudicare dalla bontà dei suoi "kuku" e dei suoi capretti, viene da dire: "continua così, Daniele!"

TAGS: Lolly DanieleKuku MalindiLorenzo Daniele

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