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Michele, vlogger giramondo amato dal Kenya

Il giovane romano è popolarissimo in Est Africa su Youtube

10-02-2021 di Freddie del Curatolo

In questi tempi difficili e pieni di nubi sul futuro, si apprezzano ancor più i giovani che con caparbietà cercano di (soprav)vivere la vita che tanti altri solo sognano attraverso internet e i social.
Michele Ponte è uno di questi ragazzi: 33 anni compiuti qualche giorno fa a Malindi, aspirazioni adolescenziali da scrittore (e non nel dormiveglia, ha scritto sette romanzi, di cui 2 pubblicati da case editrici ed è stato tradotto perfino in Bulgaria...), una borsa di studio per fare lo sceneggiatore e oggi raccontatore di professione, usando una piccola telecamera al posto della penna e i video di Youtube invece dei fogli di carta.
Che cos’è successo? Lo racconta a malindikenya.net lo stesso “vlogger” (si dice così, oggi) davanti a una “dawa”, cocktail nazionale keniano che assaggia per la prima volta.
“E’ successo che ho mandato l’ennesimo romanzo alla Mondadori e, fatto già positivo, mi hanno risposto! Con sincerità, mi hanno consigliato di diventare famoso, poi semmai potevano prendere in considerazione di pubblicare il mio libro. Raccontarmi e raccontare è stato sempre il mio obbiettivo, la mia vera passione. Ho capito però che era il momento di scegliere un modo diverso per farlo e che oggi per diventare popolare devi utilizzare gli strumenti che ormai sono nelle case e sui telefonini di tutti, specialmente dei giovani”.
Una scelta che coincide con un altro grande amore di Michele, quello per i viaggi.
“Ho perso troppo presto mio padre – ammette il vlogger romano – e mia madre, cittadina polacca, è tornata al suo Paese. Ho iniziato a muovermi e galeotto fu un viaggio insieme a mio cugino alle Filippine. Li ho conosciuto un vero guru di Youtube che mi ha insegnato i segreti del mestiere di vlogger. Ed eccomi qui, in Kenya, il Paese dove vorrei fermarmi per un po’”.
Spirito libero, anima nomade, viaggiatore “low cost” ma folgorato dall’Africa. E non come tanti connazionali dopo una vacanza a Malindi o Watamu. Lui, come dimostrano i tanti video che hanno raggiunto fino a 180 mila spettatori, ha iniziato dai quartieri popolari di Nairobi, viaggiando su matatu sgangherati, frequentando guest house locali, spingendosi fino a remoti villaggi al confine della Tanzania, prima di approdare sulla costa.
“Per me viaggiare significa calarmi nella realtà vera di ogni Paese, per poterla raccontare in maniera approfondita – spiega Michele – anche se in questo che ormai è il mio mestiere, devo privilegiare argomenti che creino interesse generale: gossip, curiosità, scandali o gelosie. Quelli vanno per la maggiore. I filmati di cui sono più fiero, uno alla discarica di Dandora in mezzo alla vera, terribile condizione di degrado umano a Nairobi, non li vede quasi nessuno”.
Almeno fino a quando non sarà abbastanza famoso. Ma intanto Michele, il cui cognome Ponte suona quasi come un trait d’union tra Italia e Kenya, da quando è qui ha triplicato gli iscritti al suo canale youtube e ha prodotto servizi come quello del nuovo ponte di Mombasa (è stato uno dei primi a farlo) che hanno raggiunto quasi 200 mila visualizzazioni. Frivolo e “gossipparo” quando ci vuole, ma anche coraggioso più di tanti reporter vanitosi: a Mombasa ha filmato in diretta un fenomeno di corruzione, un agente che cercava di incastrarlo portandolo alla stazione di polizia per estorcergli denaro. Alla fine, quando gli ha spiegato cosa stava accadendo e quante visualizzazioni aveva lo streaming, tutto si è risolto in una bolla di sapone.
E “Michael Bridge” ha guadagnato altri punti, e iscritti.
Ma chi guarda i suoi video, rigorosamente in inglese?
“Un pubblico internazionale, gente che mi ha conosciuto nei precedenti viaggi in giro per il mondo (sono rimasto 6 mesi in Thailandia dove mi trovavo quando è scoppiata la pandemia), e ora tantissimi keniani. Gli italiani rappresentano la minoranza dei miei followers e un motivo c’è: in pochissimi conoscono e capiscono l’inglese, anche se io lo parlo in maniera semplice e con una pronuncia limpida”.
I keniani invece lo hanno già adottato, e i suoi colleghi youtuber di Nairobi e Mombasa cercano di carpire da lui i segreti del mestiere.
Michele nelle scorse settimane è diventato molto popolare nella Capitale per alcuni “vlog” fatti insieme ad una nota influencer keniana con cui ha inscenato una (finta?) love story.
“Per lei è stato un boom di visite e iscrizioni – rivela l’italiano – e la voce si è sparsa, tanto che un’altra ragazza mi ha cercato per “strapparmi” a lei, o almeno inscenare un triangolo amoroso. Non sono un fan di queste fiction sul modello dei reality, ma indubbiamente servono ad aumentare il proprio pubblico ed attirare sponsor”.
Già, perché parliamo del lato pratico: Michele non è ricco di famiglia e ha deciso che vuole vivere di questo. Quindi oltre a girare cercando sempre i prezzi più bassi o chi lo ospita, abbassa i costi di “produzione” sponsorizzando chi gli offre pranzi e cene o aziende a cui dare visibilità all’interno dei suoi video. Con i soli introiti di Youtube non si tira avanti. Per fortuna, con i numeri fatti ultimamente e il “portfolio iscritti” alcuni sponsor keniani si sono già mossi e lo hanno eletto come testimonial.
“Ho scelto il Kenya perché è stato uno dei primi Paesi a riaprire per il turismo e grazie anche al mio passaporto polacco, ma ho trovato un popolo recettivo e moderno, oltre che ospitale. Anche qui si stanno accorgendo che questo è il marketing del futuro – spiega Michele – tutti guardano youtube ed in particolare il linguaggio dei vlogger è il più vicino alla massa. Quando sono andato a Gede per un videoservizio sulle rovine dell’antica città araba, la guida del museo già mi conosceva, aveva visto tutti i miei video!”.
Deluso dall’Italia e dall’incapacità di pubblico e privato a guardare avanti, valorizzare l’arte e le iniziative dei giovani, Michele ha deciso che vorrebbe vivere in Est Africa e raccontarlo in primis alla popolazione locale e al resto del mondo.
“Può essere anche una risorsa per il turismo – ammette – perché far viaggiare con gli occhi e il pensiero riattiva la voglia di vacanze e anche per raccontare ai keniani la bellezza di luoghi come Malindi, Watamu o Diani, ad esempio. Spero che sempre più sponsor, come sta già accadendo, puntino su di me. Il vlogger “mzungu” più famoso del Kenya”.
Prima o poi, ce lo auguriamo, Michele Ponte scriverà anche un libro su questo. 
Intanto vediamoci i suoi reportage su Youtube (il primo con intervista al sottoscritto, per promuovere Malindi...) e non dimenticatevi di iscrivervi al suo canale!

 

TAGS: youtube kenyavlogger kenyaitaliani kenyapersonaggi kenya

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