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16-02-2021 di redazione
Il Governo del Kenya ha inferto un duro colpo al già martoriato comparto turistico del Paese, decidendo di tagliare una buona parte dei fondi destinati al Ministero del Turismo nel prossimo bilancio.
Saranno infatti destinati altrove 3,42 miliardi dei 12.8 a disposizione del comparto per la promozione e il marketing legato alla destinazione Kenya.
In un periodo in cui per recuperare viaggiatori e credibilità bisognerebbe investire, questo taglio suona quasi come un disinteresse per uno dei settori che hanno sempre creato occupazione e immagine di questo Paese, oggi alle prese anche con una grande crisi sociale, oltre alle cicliche incertezze politiche ingigantite dall’inizio un po’ prematuro della campagna elettorale.
Il Presidente della Federazione del Turismo del Kenya (KTF) Mohamed Hersi ha criticato la decisione del Governo. Immaginando che il settore avrebbe addirittura avuto bisogno di più fondi per potersi rilanciare dopo la devastante mazzata della pandemia.
“E invece il nuovo scenario costringerà il Kenya Tourism Board a ridimensionare le sue operazioni di marketing” ha commentato Hersi sui media.
Anche l’associazione degli hotelieri KAHC, per voce del Direttore della Costa Sam Ikwaye, ha fatto intendere che una notizia del genere mette ancor più in ginocchio la destinazione Kenya, perché con la crisi Covid-19 il rischio di finire nel dimenticatoio, se non si fa promozione, è molto alta, specie per un Paese che già viene spesso additato per la crescente corruzione.
“Non possiamo dire come farà la nostra industria a superare questa crisi e sopravvivere, dopo questi tempi duri causati dalla pandemia – ha detto Ikwaye - Ci sono fornitori di hotel e personale che necessitano di pagamenti rapidi e salari e non possiamo dire definitivamente quando il business si riprenderà, il che significa che non abbiamo risorse da impiegare nel marketing”.
Ci si attendeva che, dopo aver dato scarso appoggio al settore con poche iniziative di sostegno economico (giusto per nove mesi lo sconto del 2% sulle imposte, a fronte però di spese certe per le licenze Covid-19 e i vari adeguamenti), lo Stato almeno pensasse a promuovere la destinazione per riportare i visitatori in Kenya. Ma per adesso non sembra proprio voler andare in questa direzione.
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