Racconti

I RACCONTI DI CLAUDIA

Il minivan

LO SGUARDO IRONICO E GARBATO DI UNA DONNA CHE HA VISSUTO A MALINDI

26-11-2011 di Claudia Peli

I signori Tortelli hanno comprato un bellissimo minivan nuovo di zecca. Erano stanchi di viaggiare in taxi e talvolta pure in tuk tuk.

Il minivan è arrivato oggi da Mombasa, grigio metallizzato con gli  interni di alcantara grigio perla, superaccessoriato.

“Finalmente staremo comodi!” Esclama papà Tortelli orgoglioso, facendoci due giri attorno.

“Ma che bello papà!” Fanno i figlioletti in coro contenti.

La mamma toglie dal cofano una cacchetta di geko mezza secca e incrocia le braccia soddisfatta.

Eh sì, hanno proprio fatto un bell’acquisto.

Peccato che il minivan sia arrivato solo adesso, a fine vacanza, e se lo godranno per pochi giorni. Devono rientrare in Italia e non torneranno prima di quattro mesi per le vacanze di Natale.

Allora sì che lo potranno sfruttare bene: gite a Mayungu, a Che Shale, a Watamu beach.

Che pacchia, non vedono l’ora di tornare sui lidi africani.

Per fortuna che c’è Karisa, il loro uomo di fiducia, che durante la loro assenza si occuperà del minivan.

“Mi raccomando Karisa, mettilo in moto almeno due volte alla settimana, così la batteria non si scarica, eh?”

“Sì papa.”

“E togli le ragnatele che si fanno dentro, eh!”

“Si mama.”

“E ogni tanto tiralo fuori dal garage e poi rimettilo dentro, altrimenti  si ovalizzano le ruote.”

“Sì papa.”

“E qualche volta tira giù i finestrini che altrimenti si fa puzza di muffa dentro, e il grigio perla si macchia perché è delicato.”

“Sì mama.”

Per fortuna che Karisa c’è! E mentre i Tortelli gli fanno mille raccomandazioni più o meno ridicole, di cui lui capisce solo la metà (ruote ovalizzate????), il buon vecchio tuttofare stà già facendo lavorare il suo piccolo ma lesto cervello per escogitare  diversi modi per mettere a frutto questo bel colpo di fortuna:

 

1.     Affittare il minivan al cugino Matano che fa i transfer Malindi – Mombasa aeroporto.

2.     Affittare il minivan a qualche residente mzungu.

3.     Guidarlo lui stesso la sera dopo il lavoro come taxi.

4.     Affittarlo ad un’agenzia safari per escursioni in savana.

5.     Non gli viene in mente altro modo per mangiare grazie ai Tortelli, che peccato...

“Allora hai capito Karisa?”

“Certo, hakuna matata,  capito tutto.”

E sorride gioviale e umile.

Eh, avere un uomo di fiducia come lui è davvero raro qui a Malindi.

I mesi trascorrono. Passano le brevi piogge, passano i vecchietti grinzosi a caccia di giovani studentesse, passano le matrone labbrute a caccia di aitanti rasta, passano i gruppi incentive degli idraulici mantovani, delle parrucchiere bresciane e dei piastrellisti bolognesi.

Da Malindi passa di tutto, a Malindi tutto scorre via.

Ecco che finalmente arriva la stagione dei manghi, si avvicinano le feste di Natale e gli allegri Tortelli tornano in Kenya.

Il buon fido Karisa è stato incaricato di un grande onore: andare a prenderli in aeroporto a Mombasa col minivan.

Controlla il veicolo dentro e fuori per assicurarsi che sia tutto in ordine e si chiede ingenuamente se mama Tortelli si accorgerà che gli interni grigio perla sono meno perlati e più marroncino pantegana, e se papa Tortelli farà caso a quella piccola scritta fucsia sul cofano “I LOVE JESUS” … mannaggia a suo cugino Matano che è un fanatico credente Per fortuna che lui è riuscito almeno a grattare via la scritta ‘Malindi – Mombasa max 14 passeggeri’, eh, altrimenti lo avrebbero beccato sicuramente!

Poi da uno sguardo al contachilometri e gli prende un colpo, accipicchia, qui la faccenda è più complicata: quando gli hanno dato le chiavi il minivan segnava 800 km, ora ne segna ben 78,000…

Ahi ahi ahi matata mingi!

Si gratta la pelata, poi il mento e la pancia alla ricerca frenetica della soluzione. Fa un giro veloce di telefonate, ma il credito di 80 scellini gli finisce subito.

Comincia a sudare freddo.

Matata mingi! Ripete.

Finalmente si ricorda di quel tizio di Mtangani che per 1000 scellini ti può abbassare il contachilometri.

Il lavoretto è presto fatto, peccato che per attuare l’inganno abbiano rotto la mascherina di plastica del cruscotto, va beh, qualcosa si inventerà al momento.

Magari riuscirà a convincerli che la mascherina non è mai esistita…o meglio: mentre rimuoveva una grossissima ragnatela il ragno gli ha dato una testata e la mascherina è andata in frantumi!

Si mette al posto di guida e mette in moto.

Brummm brummmm!

Tutto a posto, brum brum!

Eh sì, pensa il fido Karisa, cigola un po’…ma se tengo la musica alta non se ne accorgeranno; deve essere successo durante l’ultimo safari, l’autista deve aver calcato troppo il piede, che mentecatto!

Eh, però gli ha fruttato bene: un bel mucchio di scellini e ha fatto festa per due settimane intere!

Brumm brumm, il minivan ruggisce fiero sulla statale.

Karisa passa Gede, passa Kilifi, passa Mtwapa e non passa oltre. Ahimè il minivan cessa di ruggire e comincia a guaire. Una nuvola di fumo si alza dal cofano.

Grande sgomento di Karisa che va in tilt.

E adesso?

Adesso non riesce proprio a pensare ad una soluzione, decide di fermarsi al chioschetto a bordo strada e di bere un goccetto di mnazi, tanto per tranquillizzarsi e farsi venire una delle sue idee geniali per cui è famoso in tutta Majengo.

E mentre pensa ci beve su, e ci beve su ancora un po’ e gli pare che alla fine il problema non sia poi così grave. Insomma non è mica colpa sua se il minivan aveva un difetto di fabbrica, no?

Passano le ore e sulla statale passano i pulmini della Francorosso carichi di clienti vacanzieri, e quelli della Albatour, e quelli della Condor e tutto il resto del mondo: vecchietti grinzosi e matrone labbrute all inclusive. Gli unici che non passano sono i nostri poveri Tortelli, che stanno ancora seduti fuori dall’aeroporto, fiduciosi, in attesa del buon vecchio Karisa.

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