Baraka Julius Mlewa era uno dei tanti "piki piki" driver di Malindi, con la sua moto bajaj sempre in ordine e scattante e gli spiccioli da contare a fine servizio.
Un ragazzo come tanti sulla costa del Kenya, pronto ad accogliere i turisti nell'alta stagione e ad arrabattarsi nei mesi vuoti.
Abituato fin dalla tenera età a doversi arrangiare, dopo aver perso entrambi i genitori in un incidente stradale.
Un ragazzo come tanti, ma con una passione e un sogno in più, la musica e poter un giorno esibirsi per un pubblico più numeroso degli amici che lo spronavano ad andare avanti.
"La musica era un hobby e anche il modo per arrotondare a fine mese grazie ad un matrimonio o ad uno spettacolino in qualche club di Rumba" racconta.  
Fino a quando non ha incontrato una produttrice italiana, Francesca Regaiolli, che ha creduto in lui e lo ha aiutato a fare il grande salto.
Così Baraka è diventato Beka The Boy, soul rapper oggi tra i top in Kenya.
"Francesca, che io chiamo il mio "angelo custode", mi ha notato tre anni fa durante uno show in un locale e ha creduto nelle mie qualità - spiega Beka - e ha fondato una casa di produzione, la Double B, per lanciarmi nel mondo della musica keniana, che mi si è aperto a 360 gradi".
Dalla costa a Nairobi il passo è stato breve per il cantante che si è ritagliato uno spazio importante nel panorama dei nuovi artisti di tendenza.
Singoli di successo a ripetizione, un look inappuntabile e la cura di immagine e "vestito" musicale con una mano europea.
Sabato sera Beka The Boy torna a casa, con un concerto speciale al Come Back Club di Watamu (ingresso Kshs. 200) in cui presenterà in anteprima il nuovo singolo "Potion", oltre ai successi della sua breve ma già significativa carriera: "Niko low", "Utanikumbuka", "Tena Bado", "Mpaka kuche", "Haina noma" e l'ultimo gettonatissimo "Level"