ARTISTA KENIANA
27-07-2024 di Freddie del Curatolo
A Nairobi c’è una Generazione Z che magari non scende in piazza e non sceglie l’attivismo per esprimere la sua esigenza di cambiamento sociale, di umanità e di coesione. Sono i giovani artisti che, oltre a dare un senso in più e una visione di bellezza alle speranze di tanti coetanei, rendono ancor più interessante il presente del Kenya ed attraente il suo futuro.
Nell’incredibile florilegio di gallerie d’arte, centri culturali, cooperative di artisti ed officine creative della capitale, c’è anche la Kuona Artist Collective, dove incontriamo una pittrice eccezionale: Patti Endo.
Ventisette anni, keniana di chiare origini giapponesi, Patti pur essendo ancora molto giovane, ha già alle spalle mostre collettive e personali in mezzo mondo, dal “suo” Oriente all’Europa, da Dubai a New York.
La sua è un’arte figurativa minimale, introspettiva che non si vergogna di indagare nell’animo umano e creare unione nel contrasto, così come potrebbe sembrare apparentemente contrastante il disegno ad inchiostro giapponese su carta con l’espressività di forme e volti africani.
Contrasti apparenti che, nella bellezza e nell’unicità delle opere di Patti Endo, esprimono il “non detto” della sua generazione: sensualità dolorosa, incomunicabilità d’amore, spontanea sfacciataggine. Contrapposizioni che non solo appartengono alla Gen Z, ma che poche metropoli come Nairobi possono armonicamente contenere. Così come è piacevole farsi sorprendere dal contrasto tra le opere introspettive e a volte ombrose, impenetrabili ed il suo carattere solare, affabile, pimpante.
“Ho la fortuna di essere nata nell’arte – racconta l’artista keniana – da piccola ogni anno andavo da mia nonna a Tokyo. Lei era una pittrice e disegnava ad inchiostro con la tecnica tradizionale, versando acqua sulla carta giapponese e facendola assorbire prima di dipingere, creando increspature e naturali movimenti che completano l’opera”.
Indubbiamente non bastano le discendenze, bisogna essere portati ed i genitori, entrambi collezionisti d’arte, intuiscono le doti della giovane figlia, dandole la possibilità di frequentare l’università di Belle Arti di Brighton, in Gran Bretagna.
“Durante l’adolescenza fuori dal Kenya, oltre a studiare diverse tecniche di disegno, ho iniziato a sperimentare l’arte come terapia, per liberare la mia anima ed esprimere me stessa – rivela Patti – quando nel 2019 sono tornata a Nairobi, mi sono tuffata nella fertile e folgorante scena keniana piena di espressività, di artisti talentuosi in diversi campi, di aggregazione. Aprire il mio studio alla Kuona e cercare di vivere d’arte è stata una conseguenza naturale”.
I lavori di Patti Endo, come ci ha spiegato lei stessa, sono fondamentalmente di due generi: quelli introspettivi, che indagano nella profondità dei sentimenti dell’era moderna, e quelli puramente espressivi, che lasciano andare la mano attraverso il vissuto africano e cercano linee in equilibrio tra sottrazione e profondità. Colpiscono in particolare, per ciò che riescono ad esprimere, corpi e volti in simbiosi, tangenti e intersecati, speculari o diversissimi tra loro.
“Gli esseri umani sanno di avere moltissime cose in comune, ma non sempre hanno voglia di comunicare passioni, le ansie e le depressioni – ammette Endo – a me viene naturale trasmettere questi pensieri attraverso ciò che disegno, ogni figura porta in sé un pensiero, un sentimento, che arriva a toccarne un altro, ad unirsi a lui, senza vergognarsene”.
Come la poesia ermetica, ogni disegno della giovane artista keniana, si apre a molteplici interpretazioni. Forse non è per tutti e a prima vista può apparire come “poco africana” perché non esprime l’iconografia classica a cui siamo abituati, ma racconta con sguardo personale ed autentico il mondo d’oggi, con una profondità sorprendente.
“L’arte deve essere inclusiva, ma mantenere la sua parte di esclusività – dice Patti – mi piace che si sia inserita così bene nelle pulsioni e nella creatività del movimento giovanile in Kenya. La creatività è coraggio, se ti preoccupi troppo di ciò che stai facendo, del messaggio che veicoli, l’autenticità muore. La mia generazione vive il presente con passione, senza chiedersi cosa accadrà e senza la presunzione di poter essere compresa ed accettata da tutti. Proprio come faccio io, quando creo un’opera e mi lascio trasportare dal pensiero, dall’istinto e dalla creatività, senza preoccuparmi di come verrà interpretata, se potrà piacere o meno”.
Come i coetanei che mai come in questo periodo si danno da fare per creare un nuovo Kenya che rispecchi i loro ideali, in un Paese in cui 3 cittadini su 4 hanno meno di 35 anni, Patti Endo non si ferma: continua a creare e commercializzare la sua arte, con il desiderio di poterla esibire all’estero e di viaggiare con lei, per confrontarsi, imparare ed assorbire nuove cose. Ultimamente firme di moda, linee di accessori ed altre aziende hanno richiesto i suoi disegni, le sue linee e i suoi enigmatici volti per creare oggetti che possano abbinare eleganza ed espressività alle loro proposte.
“Commercializzare l’arte non è una cosa negativa e non la svilisce – è il pensiero di Patti - ho creato il mio brand, per trasferire il mio stile anche su accessori, come borse, piatti, cuscini, orecchini. Non è solo un modo per scoprire l’effetto delle opere in altri ambiti, ma anche per rendere disponibile la mia arte ad un prezzo più accessibile per tutti”.
Per conoscere Patti Endo e le sue opere, è sufficiente recarsi alla Kuona, in Likoni Close a Kileleshwa, Nairobi. Meglio scrivere a pattiotiendo@gmail.com per essere sicuri di trovarla!
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