Poche destinazioni turistiche in Africa hanno avuto successo quest’anno, come Watamu. L’ascesa della “perla dell’oceano indiano”, che dalla riapertura dopo la pandemia è stata costante e con verve internazionale e dallo scorso anno ha visto un ulteriore incremento di visitatori grazie alla riapertura dei voli charter e alla scommessa dei tour operator ed agli investimenti del settore dell’hospitality, è inarrestabile e a giudicare dalle prenotazioni e dalle previsioni del governo keniano, contribuirà in modo importante all’aumento del turismo nazionale.
Se alla nomea conquistata e al gradimento di ogni fascia d’età, si aggiunge anche la fama acquisita a livello nazionale e di tanti viaggiatori dei paesi confinanti, Watamu è ormai un punto fisso per la scelta di un luogo per le vacanze che abbini il meraviglioso mare e le bianche spiagge dell’oceano indiano, con la bellezza della natura, il divertimento, la buona cucina e ovviamente, la magia (e le contraddizioni, ovviamente) dell’Africa tutt’intorno. Con il solito plusvalore che chi la frequenta conosce bene e che la pone in diretta competizione con Zanzibar e poche altre mete, ovvero la vicinanza alla savana, con il parco nazionale di Tsavo Est a poco più di un’ora di fuoristrada. Cosa che nessuna meta turistica così sviluppata, con servizi dedicati per la vacanza e il divertimento. Tra i "segreti" del suo successo, i due luoghi culto per ballare e godere di festival e serate particolari, Paparemo Beach e Licht House/Temple Point, il bar a veranda sull'oceano Ocean Sports e i tanti baretti, chiringuitos e ristorantini locali lungo le baie. Oltre a spiagge appartate, la Jacaranda Bay e l'ecosistema del Mida Creek. Altre unicità, per gli amanti della natura e degli animali, sono il serpentario della Bio Ken Farm, le tartarughe della Local Ocean Conservation ed in generale le escursioni dal parco marino con snorkeling e visione dei delfini, se non addirittura in certi periodi dell'anno, della migrazione dei grandi cetacei. 
La sua posizione privilegiata, oltretutto, protetta e lontana sia dalle città che dalla strada costiera principale, la rende più sicura e tranquilla anche nei periodi in cui nella capitale Nairobi e a Mombasa ci possono essere manifestazioni di protesta come è accaduto nelle scorse settimane.
Per chi arriva all’aeroporto di Mombasa, da ormai tre anni, non c’è più bisogno di attraversare la città isola per prendere la strada per Watamu e Malindi, ma con un raccordo ci si connette con la cittadina di Mazeras e da lì si percorre una bella strada collinare che porta direttamente a Kilifi, da cui in meno di un’ora si raggiunge Watamu.
Le aspettative sono alte, tanto che i villaggi turistici e i principali hotel e ristoranti sono già aperti o aprono questa settimana, in attesa del pienone di agosto.