Editoriali

EDITORIALE

Malindi prende per la gola il turismo locale

Ristoranti italiani pieni, menu adattati: un successo

27-12-2021 di redazione

Il turismo locale, che in questi giorni sta allegramente invadendo la costa del Kenya, ha prerogative molto diverse da quelle di chi arriva in vacanza dall’Europa.
Innanzitutto non cercano per forza il caldo e non sono attratti dal sole come elemento abbronzante.
Inoltre pur avendo il piacere del contatto con l’acqua di mare, non sono eccelsi nuotatori e non hanno una confidenza particolare con l’oceano, essendo gente d’altopiano, se non di montagna.
La spiaggia è meta prediletta di passeggiate, dei giochi dei bambini e di soste nei locali che offrono drinks con il conforto della brezza di mare e del bel panorama.
Per questo motivo che la località vacanziera si chiami Diani, Watamu o Bamburi non fa molta differenza. Sulla decisione pesano altri fattori, che non tengono conto del mare più bello o della spiaggia più scenografica: il rapporto qualità-prezzo delle strutture, i servizi e le attrazioni per bambini o famiglie, la comodità a raggiungere e accedere alle località.
Per questo motivo le destinazioni satellite di Mombasa (Nyali, Bamburi, Bombolulu, Shanzu Beach) sono sempre le più affollate, ma esiste anche un turismo che non cerca solo la “Rimini” africana, ma punta a qualcosa di più esclusivo. Ed ecco spiegato il successo di Lamu, vissuta finalmente anche dai nairobini come una fuga dalla civiltà, che nella sua accezione negativa significa traffico e stress. Come vedete non è stata ancora citata Malindi, che in questi giorni sta vivendo un buon momento di ritorno di turismo di qualità dalle città del nord del Kenya.
E a giudicare dall’affollamento nei locali che si affacciano sul mare, un motivo valido sembra esserci: a Malindi si mangia bene. Anzi, è sicuramente la località che offre la migliore proposta enogastronomica della costa e non solo. Sono tanti i ristoranti con menu accattivanti ed esaustivi, con specialità che difficilmente nel resto del paese sono così buone e curate, oltre al pesce fresco, che peraltro in questo periodo abbonda.
Sono i ristoranti italiani, ovviamente, a fare la parte del leone. Ma un punto in più va a quelli che hanno saputo rinnovarsi per accogliere una clientela internazionale che contempli keniani, indiani, turisti dell’est europeo ed altri occidentali dei paesi che hanno aperto al Kenya, ma anche residenti che lavorano a Nairobi in diversi ambiti, con le loro famiglie. Scontentando il meno possibile gli italiani che per un motivo o per l’altro sono riusciti comunque ad arrivare, oltre ai residenti e proprietari di abitazioni.
Per tutti loro, i ristoranti italiani hanno adeguato e ampliato i loro menu e cercano di rendere pranzi e cene una vera esperienza. Perché Malindi ha qualcosa che le altre località non hanno e il turismo locale lo sta scoprendo, ogni stagione di più.

TAGS: ristoranti malindiitaliani kenyaenogastronomia kenya

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