Editoriali

EDITORIALE

Si dice 'keniano' o 'keniota' ?

Dissertazione su un (inutile?) quesito linguistico

13-04-2024 di Freddie del Curatolo

Si dice “keniano” o “keniota”?
Qual è la forma più corretta? E’ giusto chiamare una cittadino originario del Kenya “keniota” o potrebbe offendersi?
In un periodo storico in cui la lingua italiana viene presa a schiaffi da chiunque, ignorata dai più, mescolata all’inglese o a neologismi dai giovani, criptata, crittografata e “acronomizzata” dai giovani, le domande di questo genere che ci arrivano fanno sorridere. Ma siccome noi ci teniamo e spesso ci inalberiamo quando qualcuno argomenta in un cattivo italiano e si nasconde dietro l’alibi del correttore automatico T9 del telefonino se scrive “ha” senza la “h” o sbaglia un congiuntivo, rispondiamo volentieri a chi ci ha posto il quesito e diamo una legenda che si basa sia sulla crusca che sull’ugali (famosa accademia di strada keniana…o keniota, creata da chi piuttosto che seguire il detto 'parla come mangi', da sempre è costretta a parlare prima di sapere se e cosa mangerà).
Partiamo dal fatto inconfutabile che entrambe le forme, a livello linguistico, sono corrette. Quindi nessuno sbaglia completamente.
Non è come storpiare il “tanzaniano” in un inesistente “tanzanese”, ad esempio.
Se si vuole essere ortodossi, i più completi dizionari della lingua italiana, riportano “keniota” come sostantivo e “keniano” come aggettivo. Quindi sarebbe giusto dire “Il keniota” e “la costa keniana”.
In realtà la genesi delle due parole, in italiano, assegna un ruolo privilegiato a “keniota”, in quanto è arrivato prima, sia come sostantivo che come aggettivo, mentre “keniano” è stato aggiunto successivamente perché è l’italianizzazione del termine anglosassone “kenyan”.
Noi, invece, optiamo più per “keniano” riferito ad una persona, semplicemente perché il suffisso “iota” ci riporta ad un’accezione negativa dell’individuo. Basti pensare al dispregiativo “italiota”, che intende spesso un connazionale stupido, forse per via della crasi tra “italiano” e “idiota” (altra non edificante parola con “iota”).
Anche se poi, abbiamo “patriota”, parola che dopo la spinta internazionalista degli anni Settanta e quella europeista del terzo millennio, è tornata di moda e ci fa sentire orgogliosi della “iota”.
Sì, va bene, masturbazioni mentali, dirà qualche Iscariota, ma cosa ne pensano gli abitanti del Kenya?
Da interviste effettuate sul campo, posso assicurarvi che per loro non fa differenza, e non pensiate sia naturale. Ad esempio, potreste rendervi conto di persona di quanto si arrabbia un equadoriano ad essere chiamato “equadoregno”, cosa che per noi potrebbe suonare persino più normale, ed invece per loro è un’offesa, cosa che ad esempio non accade con i cittadini dell’Honduras.
I kenioti capiscono certamente di più “keniano”, proprio perché così chiamano sé stessi in inglese, ma lasciano fare.
Se non fosse per i ciprioti, potrebbero pensare che abbiamo coniato una desinenza apposta per loro, per distinguerli da un ugandese, un somalo e il famoso tanzaniano. Ricordando a tutti che il congolese non arriva dal Congolo e che nigeriano e nigerino non hanno lo stesso passaporto.
Ah, la lingua italiana, rende quasi tutti i popoli diversi e originali: dall’Azerbaijan arriva l’azero, dallo Srilanka il Cingalese, dal Guatemala il guatemalteco che insieme al belga, al tedesco e al rumeno non sono personaggi di una barzelletta, ma protagonisti della nostra meravigliosa lingua.
Quindi noi, personalmente, per una delicatezza non richiesta, continueremo a dare del “keniano” ad un “keniota” e ad usare “keniota” come aggettivo al posto di “keniano”.
L’importante è non dover leggere assurdità come “kenyota” (ancora ancora, “kenyano”, mezzo inglesismo comunque sbagliato) o addirittura “kenyotto” o, peggio del peggio, “cheniano”. O anche non ascoltare un connazionale che chiede in inglese "are you kenyot?"
Insomma...viva gli idiomi, e abbasso gli idioti…tranne quando fanno rima.

TAGS: keniotakenianolinguaeditoriale

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