PERSONAGGI
26-02-2015 di Marco Vancini
Mi reputo un uomo fortunato.
Fortunato perché da vent'anni ormai, continuo a convivere coscientemente e felicemente, con il "Mal d'Africa", espressione così usata ed abusata che quasi mi vergogno a pronunciarla. Eppure non saprei quale altra immagine usare per dar corpo alla mia lunga relazione sentimentale, professionale e umana con questo angolo meraviglioso del grande "Continente Nero": il Kenya.
Spesso, mi sono domandato: perché non si dice "mal d'America" o "mal d'Australia" e si ricorre sempre e soltanto all'archetipo di "mal d'Africa" ?
Fino ad oggi non ho ancora trovato una risposta adeguata. Forse perché esistono tanti modelli di "mal d'Africa".
Per quanto mi riguarda, posso soltanto azzardare una personalissima e, forse, banale motivazione: questa specie di sottile, impalpabile e struggente "malattia" contratta nel tempo da me e da tante altre persone colpite dallo stesso "virus" non va addebitata soltanto alla magia del luogo bensì ai momenti che si sono vissuti in questo luogo, alle persone straordinario che in questo luogo si sono conosciute, alle esaltanti esperienze che con esse si sono condivise negli anni.
E, non ultimo, ad una sorta di sfida con se stessi, ispirati e spronati da un rinnovato e forse dimenticato fervore misto ad un a sensazione di benessere fisico e spirituale che soltanto questa misteriosa terra d'Africa, e il kenya in particolare, sanno procurare.
A distanza di oltre due decenni, trascorsi tra intensa attività imprenditoriale e ricerca continua della vera identità del Kenya, non si sono spente nel mio animo tutte le percezioni e le emozioni che provai al mio primo approccio su questi lidi.
E' un perenne incantesimo, che si rinnova ogni giorno, ogni istante nei miei lunghi frequenti soggiorni keniani. Stupito e rapito, ancora e sempre, dalla lunga estate magica, dall'eco infinito delle maree, dalle onde dell'Indian Ocean che si spezzano al largo sulle tre barriere coralline, dai caldi raggi del sole equatoriale, dalla brezza leggera del litorale, dalla sabbia finissima (che qui è una "polvere" di fossili che di notte, nell'argenteo plenilunio, diviene abbacinante e su cui è dolce camminare), dal fresco vento degli altipiani, dai seducenti bivacchi serali nei campi safari illuminati dalle miriadi di stelle che s'affacciano dal cielo a cupola.
Mi accorgo di aver citato, in sintesi, tutti i sintomi endemici del mio incurabile "mal d'Africa", quel "male" che ho cercato di trasfondere in tutti questi anni ad amici e conoscenti che da "turisti", al loro primo impatto con questo luogo meraviglioso, si sono ben presto convertiti, per scelta, in "residenti", fino a condividere quel mio antico sogno chiamato Kenya.
Un sogno, per me, divenuto realtà e raccontato in queste pagine più con splendide immagini che con sterili parole.
A conferma che, per fortuna, i sogni ci accompagnano ancora nella vita!
CHI ERA MARCO VANCINI
Marco Vancini era nato a Milano l’otto aprile del 1955. Arrivò a Malindi come Capo Animatore di villaggi al Suli Suli, poi divenuto Bouganville Cottage, ma in poco tempo grazie alle sue capacità divenne direttore del Coconut Village e successivamente uno dei soci. Nei primi anni Novanta si è dedicato all’edilizia, costruendo e progettando con la prima moglie, l’architetto Neri Seligardi, numerose ville nella zona di Casuarina e il centro commerciale La Piazzetta, vicino al Casinò. Nel 1995 costruisce il Coral Key Resort a Silversand che è tuttora uno degli hotel di riferimento di Malindi. In poco tempo acquisisce anche terreni attigui e crea lo Yachting Club, il Beverly e il Coral Key Park, residence satellite del Coral Key, creando la struttura “Key Group Malindi” che gestisce anche altri resort e un campo tendato in savana. Nel 2000 insieme ad alcuni partner apre il San Peter Hospital, un pronto soccorso di buon livello, in grado di ospitare anche specialisti esterni. Nel 2005 ha costruito e donato alla Municipalità di Malindi un moderno edificio scolastico per gli studenti della Muyeye Secondary School, che può ospitare oltre 700 alunni. Nel 2006 restaura e riapre lo storico hotel inglese “Lawford’s”, che con i suoi 73 anni è uno degli hotel più antichi della costa keniana. In questi anni con le sue attività Marco Vancini arriva a dare lavoro a 1000 dipendenti e sostentamento alle loro famiglie. Per quest’opera e per aver dato lustro al nome dell’Italia all’Estero, nel 2009 viene insignito del titolo di Cavaliere della Stella del Presidente. Il 28 febbraio 2013 viene ufficialmente nominato Console Onorario d’Italia a Malindi, ruolo che ha ricoperto fino al momento del tragico incidente che ne ha spezzato la vita, esattamente due anni dopo.
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