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Addio a Taddei, decano dei medici italiani in Kenya

Più di 50 anni in Kenya, curò anche il Presidente Moi

17-08-2021 di Freddie del Curatolo

Più di mezzo secolo di Africa e di Kenya e una vita dedicata a curare il prossimo con un’attenzione particolare, quasi da psicologo più che da “medico in prima linea” per gli italiani.
Questo era Edmondo Taddei, per tanti anni dottore di riferimento dell’Ambasciata d’Italia a Nairobi, che ci ha lasciato alla veneranda età di 93 anni.
In un’intervista che si trasformò in un vero e proprio romanzo raccontato, il medico di origine cuneese, mi raccontò la sua vita in Africa, ricca di aneddoti inquietanti, drammatici ma anche di risvolti umani e di speranza.
Arrivato in Congo nel 1964 per conto del Ministero degli Esteri come chirurgo, pochi mesi dopo si trova nel mezzo di una guerra civile. Pochi anni prima, durante una rivolta, 13 italiani erano stati barbaramente assassinati a Kindu, poco distante da dove si trovava il medico con una missione tecnico-agricola. Dalla sera alla mattina, lui con i suoi connazionali lasciò tutto e poco prima dell’arrivo dei ribelli risalì in barca il fiume Congo fino a Leopoldville (l’attuale Kinshasa) e salvò la pelle.
Da allora, tranne una breve parentesi, ha sempre vissuto in Kenya, lavorando dapprima al Kenyatta Hospital e successivamente all’Ospedale distrettuale di Eldoret.
“Lo chiamavo “Eldorado” – mi raccontò Taddei – perché al confronto di quel che avevo vissuto in Congo, mi sembrava di stare in Paradiso. Certo, anche lì venni a contatto con situazioni estreme, bambini vittime di soprusi, infezioni che non avevano altra deriva che l’amputazione ed altro”.
Per anni ad Eldoret, Taddei è stato l’unico professionista in una struttura da 130 posti letto. Si trasforma in ostetrico e sotto di lui la mortalità da parto si riduce in maniera significativa.
La svolta della sua carriera fu nel 1971, quando il Ministero gli propose il trasferimento in Eritrea.
“Il Kenya era diventata ormai casa e lì avevo conosciuto la donna che sarebbe diventata la mia compagna di vita – mi raccontò il dottore italiano – così rassegnai le dimissioni e decisi di continuare da privato a Nairobi, dopo aver preso la specializzazione in malattie tropicali”.
E’ così che per quasi quarant’anni Edmondo Taddei è diventato il riferimento sanitario per migliaia di italiani e di europei nella capitale. Ma non solo, nei primi anni Settanta fu medico personale dell’allora vicepresidente del Kenya Daniel Arap Moi.
“Quando nel 1978 fu nominato Presidente – mi rivelò – fui chiamato alla State House. Moi mi disse che avrei dovuto cambiare vita, per restare il suo medico di fiducia: sarei stato sempre al suo fianco, non solo a Nairobi ma in ogni suo viaggio internazionale. Ringraziai onorato, ma cortesemente rifiutai. Avevo decine e decine di connazionali da curare e seguire e non solo”.
Da allora Edmondo Taddei è stato un punto di riferimento per l’Ambasciata d’Italia ed anche per altre sedi straniere a Nairobi. Anche per questo motivo nel 2008 gli è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere della Stella d’Italia. Alla moglie Cynthia le più sentite condoglianze del portale degli italiani in Kenya.


 

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