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SPORT E HOBBY

E anche il Kenya scoprì il ciclismo su strada

Da oggi campionati africani in attesa di un vero tour

10-10-2024 di Freddie del Curatolo

In principio era il lusso di chi poteva permettersi di pedalare, piuttosto che di camminare a piedi nudi per chilometri e chilometri. “Baisikili”, dall’inglese bycicle, perché le prime biciclette furono portate da loro e prodotte in India. Anche i primi trasporti per la povera gente, ben prima dell’introduzione di motociclette e tuk-tuk, erano i “boda boda” su cui il “bicitassista” sudava copiosamente e arrivava spesso a destinazione stremato.
Oggi, con la crescita economica ed i tempi moderni, i veicoli e mezzi di trasporto pubblici sono tutti a motore, o al massimo si cerca di tornare al “green”, sfruttando l’energia elettrica o il solare.
Così la bicicletta è stata sdoganata dall’essere solo una fatica e viene considerata un passatempo, se non addirittura uno sport, come in buona parte del mondo occidentale.
Negli ultimi anni sulle strade keniane, nonostante i pericoli della viabilità (ma chi non ne ha, a giudicare dalle cronache italiane…) si vedono sempre più appassionati con i loro pantaloncini attillati e le magliette sgargianti piene di sponsor, che cavalcano biciclette da corsa con il manubrio a corna di bue, oppure appariscenti e leggerissime mountain bike.
Un popolo che si raduna spesso attraverso i social ed inizia ad esplorare un territorio, quello keniano, che in tema di varietà di paesaggi, salite e discese, non ha nulla da invidiare ad un Tour del France o una Vuelta spagnola. Tanto che c’è chi sta pensando di organizzare un “Giro del Kenya” che possa essere inserito nei tour mondiali e diventare un classico, considerato che il Sudafrica ha già una tradizione di competizioni che attirano ciclisti da tutto il globo, e recentemente il Giro del Ruanda ha avuto un’importante eco.
In questi giorni, tra Eldoret e Nakuru, arrivano i Campionati africani di ciclismo su strada (CAC), che fanno parte del circuito dei campionati africani per le varie discipline e distanze del ciclismo su strada e sono regolati dalla Confederazione ciclistica africana “CAC”. Giovani e giovanissimi corridori provenienti da tutto il continente si daranno battaglia in diverse gare individuali.
Nancy Akinyi Debe, capitano della squadra del Kenya, guiderà 42 ciclisti di alto livello del Paese. Gli altri Paesi africani che si prevede parteciperanno all'evento sono: Sudafrica, Uganda, Algeria, Benin, Ghana, Marocco, Namibia, Mauritius, Eritria e Angola.
E’ raro vedere segnalazioni di strade che saranno chiuse (e già hanno provocato lamentele dei tanti keniani non abituati alla presenza dello sport sulle loro arterie) ed eventi per cinque giorni di seguito.
Come spiegano gli organizzatori, i campionati sono rivolti a corridori under 23, junior ed Elite, sia donne che uomini. Comprendono a partire da oggi una gara su strada, una staffetta mista a cronometro a squadre e una cronometro individuale, con le gare femminili più brevi di quelle maschili e le gare juniores più brevi di quelle under 23.
I campionati sono aperti ai corridori selezionati dalla loro federazione ciclistica nazionale. Essi gareggiano con i colori del proprio Paese. Come per i campionati nazionali di corsa su strada e per i Campionati del mondo su strada dell'UCI, i vincitori possono indossare la maglia di campione africano dell’anno quando gareggeranno in altre competizioni. In attesa di un’epica scalata del Monte Kenya, della Nairobi-Naivasha come la Parigi-Roubaix o di una Mombasa-Malindi come la Milano-Sanremo.

TAGS: biciclettaciclismosport

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