UN MERCOLEDI' DA KENIOTI
22-06-2022 di Jua Bahari
Io il Kenya l’ho perso e con lui forse ho perso la mia innocenza e, come canta Renato Zero, i “migliori anni della nostra vita”.
Potrei raccontare la mia storia, che è la storia di un’animatrice di villaggi turistici arrivata a Watamu, dopo aver avuto il battesimo d’Africa a Zanzibar l’anno prima.
Era il 2006 e Watamu mi è subito sembrato il luogo in cui poter pensare anche a trasferirmi.
Un lavoro stagionale, la possibilità di sistemarmi con poco in una casetta tutta mia, le amicizie con un po’ di coetanei, conosciuti lì e anche con ragazzi kenyani e inglesi nati in Kenya molto simpatici.
Per una serie di vicissitudini che non vi sto a raccontare, una bella storia finita male con un ragazzo metà europeo e metà africano e un rapporto di lavoro finito anche peggio per promesse mai mantenute, ho deciso nel 2013 di trasferirmi a Diani, dove ho lavorato per un anno in un altro villaggio, ma non funzionava più. La magia che mi faceva stare bene e sperare in un futuro lontano dall’Italia fatto di mare, spensieratezza e bei valori positivi, era sparita. Avevo bisogno di tornare in Italia. Ma ormai il cosiddetto mal d’Africa era dentro di me.
Ogni notte sognavo i colori, i profumi e i suoni di Watamu ma sapevo che, per mia natura, non potevo ricominciare da capo e intanto non ero più una ragazzina. Ho fatto la cameriera e ho lavorato con la mia famiglia in negozio per due anni, poi non ce l’ho fatta e sono tornata a Watamu senza un lavoro, cercando di trovare una soluzione al mio volere una vita diversa. E lì ho fatto la cazzata più grande: ho pensato che sposare un kenyano di cui non ero innamorata ma con cui stavo bene fosse la cosa giusta (non è beach boy, ma il manager di una grande società di real estate, tanto per chiarire).
Non potevo essere innamorata, date tutte le differenze secondo me insanabili tra chi è nato e cresciuto in Kenya e noi italiani che ci arriviamo già grandi, ma ero convinta che potesse essere la persona giusta per avverare due desideri: quello di avere un permesso permanente per vivere in Kenya e diventare presto cittadina e quello di diventare mamma.
Beh, almeno il secondo si è avverato ma quando mio figlio ha avuto dei problemi di salute, ho capito che la scelta giusta era quella di farlo curare in Italia. Il mio compagno non ha voluto seguirmi e anzi, quando sono partita ha detto che lui sarebbe tornato a vivere a Nairobi, da dove veniva. Poi è arrivata la pandemia, la morte di mio padre e tante altre cose tristi, con in mezzo la salute oggi perfetta del mio ometto.
Ecco, volevo fare famiglia nel paese che ho amato di più, e oggi sono una madre single nel paese in cui sono nata e in cui mi sento straniera, specie avendo un figlio colorato. Ecco, la mia storia un po’ l’ho raccontata e voglio dare un consiglio ad altre ragazze come sono stata io: pensate e agite con il cuore, ma non abbracciate il Kenya come la terra promessa. Ci sono cose meravigliose ma questo non vuol dire che sia tutto fantastico.
Siete in una terra straniera e prima di pensare di appartenerle, imparate un po’ della loro lingua, imparate a vivere come loro, a mangiare il loro cibo, ad ascoltare le loro storie.
E preparatevi a veder realizzati i vostri primi sogni ma anche a perdere tutto in breve tempo, proprio come quando ci si sveglia.
Io però ancora adesso, quando sogno, sogno l’Africa e la bellezza che mi ha dato.
Jua Bahari
Apprezzi il nostro lavoro quotidiano di informazione e promozione del Kenya? Malindikenya.net offre questo servizio da 16 anni, con il supporto di sponsor e donazioni, abbinando scritti e video alla diffusione sui social e ad una sorta di “ufficio informazioni” online, oltre ad affiancarsi ad attività sociali ed istituzionali in loco.
Di questi tempi non è facile per noi continuare a gestire la nostra attività, garantendo continuità e professionalità unite a disponibilità e presenza sul campo.
TI CHIEDIAMO QUINDI DI CONTRIBUIRE CON UNA DONAZIONE PER NON COSTRINGERCI A CHIUDERE. TROVI TUTTE LE INFORMAZIONI SU COME AIUTARCI A QUESTO LINK:
GRAZIE
ASANTE SANA!!!
SPETTACOLI
di redazione
Si chiamano "Tinga Tinga Tales" e sono delle bellissime storie animate per ragazzi create da una società di animazione digitale di Nairobi e ideate e prodotte da una sceneggiatrice britannica innamorata dell'Africa, Claudia Lloyd.
Vanno in...
STORIE
di redazione
I keniani che vivono da tempo in Italia possono raccontare storie positive di immigrazione.
Nessuno di loro è mai arrivato da clandestino, nessuno ha dovuto sopportare l'onta di natanti colabrodo, le angherie di mafiosi e men che meno la...
ARTE E CULTURA
di redazione
Può la storia degli italiani in Kenya essere racchiusa in una serata di racconti e canzoni?
L'unico che forse può provarci è Freddie del Curatolo, scrittore performer e direttore del portale malindikenya.net, con la preziosa collaborazione del Maestro Marco "Sbringo"...
SPETTACOLI
di redazione
Un'altra serata con "C'erano una volta gli italiani in Kenya", le storie musicate di Freddie del Curatolo e...
CINEMA
di Freddie del Curatolo
Sono iniziate ieri mattina a Watamu le riprese di un nuovo film italiano che racconta storie d’Africa.
Per volere...
EVENTI
di redazione
Cosa accade veramente nel 1952 quando Frank Sinatra, accecato dalla gelosia per Ava Gardner, piombò da New York a Nairobi sul set del film Mogambo, che la sua compagna, focosa attrice di Hollywood, stava girando accanto allo sciupafemmine Clark Gable?
NEWS
di redazione
Si chiama "Patrimonio Italiano Tv" ed è una televisione online che si connette con tutti i Paesi del mondo in cui ci siano connazionali di cui vale la pena raccontare le storie.
Il suo...
INIZIATIVE
di Leni Frau
Chiunque abbia frequentato da italiano in Kenya, particolarmente a Malindi e Watamu, sia in veste di turista...
Una storia appassionante, di tempi che furono e di chi sogna di riviverli, fino a tornare dove i racconti che ha ascoltato nacquero.
E' il Kenya di "Il signore delle pianure", il libro dello scrittore spagnolo Javier Yanes, pubblicato in Italia...
SPETTACOLI
di redazione
Freddie e Sbringo, ovvero il direttore di Malindikenya.net Freddie del Curatolo e Marco Bigi, musicista...
MAL D'AFRICA
di Malaika
Dico Africa ma penso al Kenya. Dico Kenya ma penso a Watamu.
Africa è un concetto troppo grande perché entri nel mio cuore senza devastarlo.
Le guerre, la fame, i soprusi, le ingiustizie perpetrate dalla sua stessa gente nei confronti...
EVENTI
di Leni Frau
Due serate per presentare le storie musicate degli italiani in Kenya, ridere ed emozionarsi addosso e...
EVENTI
di redazione
Si chiude giovedì sera, 11 gennaio, al Baby Marrow Art Restaurant di Malindi, la fortunata rassegna di racconti, canzoni, poesia e musica "Io conosco il canto dell'Africa", ideata da Freddie del Curatolo con la collaborazione artistica di Marco Bigi.
L'ultima delle...
LIBRI E STORIE
di Freddie del Curatolo
«La vita continua, e con essa la tenacia del cronista. Ed è per questo che ho voluto ricordare questi...
MONOLOGHI
di Freddie del Curatolo
L'anno scorso, esattamente il 9 agosto, Malindi e Watamu erano così vive e...