Una serata riuscita in tutto: la partecipazione, lo spettacolo, la location allestita al meglio, la cucina del ristorante "La Cantina" e la coesione tra connazionali, molti dei quali non si conoscevano tra loro.
Il collante non è stato solo la Prima del monologo di Freddie del Curatolo "Storia (semiseria) degli italiani in Kenya, ma anche l'atmosfera della Shalom House e la disponibilità delle organizzatrici, Chiara Natali, moglie dell'ambasciatore, e Annita Serventi, anima dei progetti culinari del ristorante e della bakery della Shalom House, che impiega i ragazzi delle baraccopoli, insegna a loro un mestiere e li impiega in attesa di una migliore sistemazione.
Insomma, se il fine della serata era quello di aiutare i bambini di strada, una quarantina di persone hanno risposto alla grande all'appello ed è stato anche positivo sapere che molti che non sono potuti venire hanno comunque donato la quota di partecipazione a spettacolo e cena.

Poi c'è stato l'evento, al quale il pubblico ha risposto con applausi e risate per l'ironia, ma anche momenti di silente attenzione, per i racconti storici di Freddie, che ha saputo miscelare momenti da "Alberto Angela del Kenya" a cabaret, poesie emozionanti e letture anche sferzanti, con sottofondi musicali azzeccati. Anche le telecamere della Rai erano presenti, per realizzare uno speciale sulla "missione" dello scrittore e performer, "poliedrico", come lo ha definito l'ambasciatore Roberto Natali, che ha presentato la serata. E alla fine, in molti hanno acquistato l'ultimo libro "Ti immagini l'Africa". Uno spettacolo in solitaria, per una volta senza musicisti sul palco, che non potrà che migliorare, se ci sarà l'occasione di altre serate. Intanto, buona la prima!