EDITORIALE
24-02-2025 di Freddie del Curatolo
Il presidente keniano William Ruto ha ricevuto gli incoraggianti dati dell’afflusso di turismo in Kenya, riguardanti il 2024 e non ha potuto fare a meno di considerare che il settore non solo è in espansione, dopo gli anni duri della pandemia, ma che le rimesse di valuta straniera nel Paese hanno dato una boccata d’ossigeno alla traballante economia che il suo governo sta cercando di rimettere in carreggiata.
Grazie all’aumento del 15% degli arrivi rispetto all’anno precedente, con 2,4 milioni di ingressi, e di tutto l’indotto che un turista straniero può portare (hotel, ristoranti, safari, souvenir ed altro), il settore dell’ospitalità, che solitamente rappresenta il 10% circa del Prodotto Interno Lordo keniano, in realtà può aiutare molto di più.
Ruto ha già dichiarato che prenderà in esame facilitazioni per chi sceglie il Kenya come destinazione di vacanza, partendo sicuramente dallo sveltimento delle pratiche di ingresso. Già l’introduzione dell’eTA, l’autorizzazione elettronica al viaggio che dal 1 gennaio 2024 ha sostituito il vecchio visto online, andava in questa direzione. Dopo 12 mesi di implementazione, ora l’eTA arriva al richiedente dopo poche ore dalla richiesta.
Ci sono altre possibilità da prendere in considerazione, per aumentare l’afflusso di turisti e raggiungere l’ambizioso obbiettivo dei 5 milioni di arrivi entro il 2027: innanzitutto concedere più licenze di atterraggio alle compagnie aeree che lo hanno richiesto, poi agevolazioni per chi vuole trattenersi più a lungo e quindi spenderà e magari investirà anche nel Paese.
Tra questi, ci sono gli smart worker, per cui è stato ideato ma non ancora perfezionato un permesso ad hoc per stabilirsi da residente o trascorrere alcuni mesi all’anno in Kenya, lavorando da remoto come in tanti “nomadi digitali” fanno al giorno d’oggi, senza doversi sentire turisti, e come ha suggerito l’imprenditore italiano e consulente del ministero del Turismo, Roberto Marini, anche l’eliminazione dei costi di permanenza per i pensionati sopra i 65 anni.
Niente come i risultati e il profumo dei proventi, può ringalluzzire e far decidere il governo che è ora di investire (o rinunciare al “tutto subito” per una visione più a lunga gittata) sul futuro del turismo e dare dei benefici a chi sceglie il Kenya. Non ci resta che seguire la vicenda e fare la nostra parte, come la fanno spesso sottotraccia le nostre istituzioni ed imprenditori illuminati, come ad esempio oltre a Marini, anche Roberto Lenzi e Pasquale e Daniele Tiritò di Watamu.
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