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Addio a Beppe, il Capitano di Malindi

Scompare a 72 anni un mito degli italiani in Kenya

22-05-2021 di Freddie del Curatolo

A Malindi ci sarà sempre e solo un Capitano.
Il Capitano di Lungo Sorso.
Dopo una brevissima e dirompente malattia, Beppe Passaglia, storico residente italiano in Kenya e tra i pionieri della Malindi italiana, se n’è andato, fortunatamente senza troppo soffrire, in Italia a 72 anni.
Il dolore e il grande vuoto, quanto mai in questo caso, è di chi resta.
Della “vecchia” Malindi, quella che ha imparato ad amarne lo stile, l’intelligenza, l’acuta sincerità, la riservatezza, la battuta pronta frutto di una toscanità mai ripudiata, il saper vivere e stare con tutti, l’equilibrio di chi ha imparato presto nella vita a camminare nelle tempeste d’alto mare.
Beppe il Capitano è approdato a Malindi alla fine degli anni Settanta dopo aver girato il mondo come marinaio su navi mercantili e da crociera ed aver fatto carriera fino ad ottenere appunto il grado con cui era conosciuto da tutti sulla costa keniana.
Galeotta fu una discesa a terra nel porto di Mombasa, che gli fece conoscere per la prima volta la bellezza e il senso di libertà del Kenya.
Quando poi alcuni amici livornesi scoprirono Malindi e lui decise di rimettere dopo tanti anni i piedi sulla terra, non esitò un attimo e decise di cominciare una nuova vita.
Ci provò con una gelateria nel centro di Malindi, la prima italiana, inizialmente ricavata da un container. Poi aprì il bar gelateria “L’incontro” (nessuno lo chiamava così, era per tutti “Da Beppe il Capitano”) dove oggi c’è lo Stars and Garters.
Era il ritrovo degli italiani alla fine degli anni Ottanta e fino al ’90, quando cedette l’attività per coronare un suo vecchio sogno, quello di acquistare una goletta.
Era ancorata nel creek di Kilifi, e negli anni belli di Malindi faceva charter fino a Lamu, ma alla fine erano più le feste e le scuse per invitare amici.
Poi, complici anni bui di ristrettezze quando calò il turismo in Kenya, alla fine degli anni Novanta, quando meno te lo aspetti, il Capitano si è trasformato in imprenditore.
Sua l’idea dell’espansione della Jacaranda Bay, dove costruì il resort che diventò l’attuale Jacaranda e alcune villette residenziali sul mare.
Lavorare non gli piaceva, ma non sarebbe mai stato uno “da pensione”.
Non si è mai risparmiato, il Capitano che non a caso era “di Lungo Sorso”.
Quando c’era da godere della vita, da chiudere la serata “come se non ci fosse un domani”, lui non poteva mancare. E sempre in maniera alta, intelligente, mai banale e volgare.
Avere Beppe a cena, incontrarlo in qualsiasi situazione, fare una nuotata nell’oceano o un safari con lui, passare anche solo un pomeriggio ad ascoltare il suo amato jazz e chiacchierare, è stato un dono di un Dio africano non solo per chi scrive.
Averlo incontrato, conosciuto i suoi occhi vivaci, il suo sorriso sardonico ma sempre garbato, le sue parole mai banali anche quando erano schiette fino al cinismo più puro, ha impreziosito l’animo di migliaia di persone che hanno frequentato Malindi negli ultimi 40 anni.
Arrivederci Capitano, mio capitano, nostro Beppao.  Torna a navigare come hai sempre fatto, le onde vanno e vengono eternamente e chi è fatto di mare non morirà mai.

TAGS: italiani in kenyalutto kenyacapitano malindi

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