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Amatulli, un italiano d'Africa per Montecitorio

Da Durban per perorare la causa dei connazionali residenti

29-08-2022 di Freddie del Curatolo

Gli italiani in Africa hanno un candidato che “gioca in casa” e a loro favore alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre.
Antonio “Tony” Amatulli, tarantino di 39 anni e da quasi dieci residente a Durban in Sudafrica, si presenta alla Camera per il Partito Democratico nella ripartizione Asia, Africa, Oceania e Antartide. Amatulli è insegnante e presidente del Comitato Dante Alighieri di Durban e da tempo è attivo nella diffusione della lingua italiana in Sudafrica ed in altre iniziative per l’integrazione tra i nostri connazionali e le comunità locali.
Ha già visitato Namibia, Mozambico, Lesotho, Eswatini, Tanzania, con una “toccata e fuga” in Kenya dove si ripromette di tornare per conoscere meglio le particolarità e le problematiche degli italiani che ci vivono.
Per questione di numero di residenti, solitamente il parlamentare eletto all’estero in questa ampia fascia intercontinentale proviene dall’Australia, ma è anche il frazionamento degli stessi iscritti AIRE in Africa a non portare mai un candidato “forte” che possa fare gli interessi specifici degli italiani che vivono nei paesi del continente africano.
“Le elezioni degli italiani all’estero finora sono state ben poco decisive per la nostra ripartizione – conferma Amatulli, intervistato da Malindikenya.net – o, meglio, ritenute poco incisive per i destini degli italiani che vi risiedono. Questo per diverse ragioni, riassumibili tuttavia in due macro: ampiezza della ripartizione e inconsistenza dei candidati. I profili degli eletti finora sono stati sempre gli stessi, programmi deboli o inesistenzi: per italiani all’estero tutti pizza e simpatia!”.
Amatulli ha proposte programmatiche diverse e, ad esempio, ha intenzione di concentrarsi sia sulle problematiche dei giovani expat che aumentano di anno in anno, sia sui pensionati che abbracciano la scelta di vivere i “migliori anni della loro vita” in Africa. Non solo, la visione “dall’interno” del candidato PD è focalizzata anche sull’economia.
“Nonostante nel continente africano Stati Uniti e Cina la facciano da padrone – è il pensiero di Amatulli - l’apertura di aree di libero scambio potrebbero interessare anche le imprese italiane, che potrebbero inserirsi e colmare vuoti e domande nuove. Specie nel mercato africano, nuove partnership e joint venture potrebbero sorgere, in un’ottica di sviluppo sostenibile e di difesa dei diritti umani. La vasta gamma e la riconosciuta qualità delle piccole e medie imprese italiane, potrebbe assumere un ruolo di guida e orientamento, tracciando nuovi mercati e nuove vie per esportazioni e investimenti. Una macroarea, quella africana, in espansione economica e rapido mutamento, che merita centralità nell’applicazione della diplomazia della crescita, intesa non soltanto come politica per ridisegnare le relazioni diplomatiche internazionali dell’Italia ma, in senso molto più ampio, come azione per ridisegnare nuovi spazi di sbocco e investimento per la nostra economia”.
Il tema della doppia imposizione fiscale e degli accordi che molti paesi, come il Kenya, ancora non hanno raggiunto con Roma, torna ogni qual volta si parla di istituzioni che si spendano per i benefici di chi vorrebbe trasferirsi in paesi dove, al di là delle opportunità lavorative, avrebbe agevolazioni economiche.
“Sono molti gli italiani residenti all’estero che, in mancanza di convenzione tra l’Italia e il Paese in cui risiedono, sono soggetti a doppia imposizione – conferma Tony Amatulli - Questo credo non sia né ragionevole, né proficuo, né in ultimo, accettabile. Occorre muoversi celermente per stimolare il dialogo con i molti Paesi con i quali l’Italia non ha alcun accordo amministrativo per favorire la stipulazione di Convenzioni nel più breve tempo possibile. La doppia imposizione per gli italiani all'estero non è più tollerabile”. Nei punti programmatici sviluppati dal candidato “africano” (potete approfondire cliccando sul suo sito www.scriviamatulli.com) ci sono anche borse di studio per italiani nati in Africa, assegni di maternità e sussidi per le madri ed aiuti sanitari per anziani residenti indigenti.
“Ci sarà molto da fare, per mettere in contatto le persone e le esperienze migliori dei Paesi della ripartizione, al fine di produrre sinergie in campi di estrema importanza come ad esempio quelli della cooperazione e dell’impresa – conclude Amatulli - E l’Africa è giusto che abbia il ruolo centrale che gli spetta”.

TAGS: parlamentoelezioni italiadurbanpoliticiroma

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