Per l’ennesima volta la compagnia di bandiera del Kenya, Kenya Airways, ha creato disagi ai propri clienti e ai viaggiatori che la stanno utilizzando in questi giorni sia come “ponte” per recarsi da Mombasa a Nairobi e viceversa, sia come vettore in “code sharing” con altre linee internazionali, come ad esempio Air France e KLM. Tra i passeggeri che sono rimasti a terra, perdendo coincidenze o essendo stati costretti a trascorrere la notte in hotel a Nairobi senza preavviso nè per ora rimborso, ci sono ancje degli italiani.
Questa volta non si tratta della sospensione delle licenze, come accaduto alcuni mesi fa e nemmeno dello sciopero dei piloti, che invece ha avuto luogo lo scorso novembre, quando per una settimana i dipendenti della compagnia entrarono in agitazione per una settimana.
E’ lo stesso Amministratore Delegato e direttore generale della compagnia keniana a spiegare il perché dello stop di molti voli nazionali e internazionali che ha lasciato a terra o provocato ritardi con conseguenti perdite di coincidenze a centinaia di passeggeri.
Ecco il comunicato ufficiale di Kenya Airways.

Desideriamo informare i nostri clienti che stiamo subendo alcune interruzioni dei voli. Questi sono il risultato di ritardi nella ripresa dell'operatività dei nostri aeromobili, che sono sottoposti a manutenzione programmata, a causa di problemi globali nella fornitura di alcuni componenti dell'aeromobile. Questo ha limitato la disponibilità dei nostri aeromobili perché non disponiamo di una capacità supplementare di aeromobili per contribuire ad alleviare i ritardi. Questi problemi sono globali e riguardano non solo Kenya Airways ma tutte le compagnie aeree del mondo.
Le sfide sono state causate dalla crisi bellica in Ucraina, che ha paralizzato in modo significativo la catena di approvvigionamento russa, fondamentale per l'aviazione globale. La catena di approvvigionamento dell'aviazione dipende in larga misura da materie prime provenienti da molti Paesi, tra cui la Russia. Ad esempio, il 100% di titanio utilizzato per gli Embraer e il 35% per i Boeing provengono dalla Russia. Con un inventario limitato, le compagnie aeree hanno dovuto cercare in tutto il mondo per trovare le parti di cui hanno bisogno.
Inoltre, in Europa e in Nord America, dove la maggior parte delle compagnie aeree si rifornisce di componenti, i produttori stanno cercando di aumentare la produzione di componenti per aerei per superare i ritardi nelle consegne. Tuttavia, ciò si sta rivelando difficile a causa della carenza di manodopera qualificata. Questo ha esacerbato i ritardi nelle catene di fornitura e ha compromesso la disponibilità di componenti per le compagnie aeree.
Fin da subito vorremmo assicurare ai nostri clienti che stiamo facendo tutto il possibile, nell'ambito del nostro controllo, per ridurre l'impatto di questi ritardi nella catena di fornitura sulle nostre attività. Stiamo anche anticipando proattivamente questi ritardi con l’intenzione di comunicarli il prima possibile.
Siamo impegnati e stiamo lavorando con i nostri partner per trovare una soluzione che riduca al minimo le interruzioni e i disagi per i nostri clienti. A tal fine, stiamo attualmente ultimando un programma di supporto per i componenti che ci aiuterà a velocizzare la messa in sicurezza. Stiamo inoltre coinvolgendo attivamente i nostri partner OEM (produttori di apparecchiature originali) per lavorare sulle misure di mitigazione che dovrebbero garantire la continuità della nostra rete e delle nostre operazioni.
Se i problemi della catena di approvvigionamento dovessero persistere, potremmo modificare i nostri programmi di volo con riduzioni di alcune frequenze.
Ci scusiamo sinceramente con i nostri ospiti per l'inconveniente, ma assicuriamo loro il nostro impegno a fornire il massimo livello di servizio durante questo periodo.