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Kenya: benzina e SIM card, un popolo in coda

Tempo fino al 15 aprile per registrare la propria scheda

08-04-2022 di Freddie del Curatolo

Dalle code per la benzina a quelle per le schede telefoniche.
E’ un Kenya in fila per ore, fatto di gente comune che deve anche conciliare queste esigenze che incidono sul poco tempo a disposizione, perché la parte principale se la prende la continua, spesso affannosa corsa per la sopravvivenza.
Aumentano i generi alimentari, i trasporti pubblici proprio per via del carburante e i prezzi di qualsiasi cosa sia nelle mani di venditori senza scrupoli che approfittano del momento e dei vari alibi che piovono da tutte le parti, ingranditi dalla campagna elettorale.
Mentre il Ministro del Tesoro Ukur Yatani presenta il budget 2022/23 in parlamento, i cittadini non sanno ancora quando finirà il razionamento della benzina ed invadono le pompe in ogni angolo del paese, nonostante le implorazioni del viceministro delle risorse petrolifere Andrew Kamau che chiede di non riempire le case di carburante ma limitarsi ad un solo pieno per far accedere tutti alle scorte che stanno piano piano arrivando.
In realtà, secondo le precedenti dichiarazioni di Kamau, la situazione con le compagnie petrolifere che sbarcano a Mombasa avrebbe dovuto essere risolta già nella giornata di ieri, dopo la firma del presidente Kenyatta per 34 miliardi di scellini, di cui 20 avrebbero coperto il debito contratto dallo scorso ottobre ad oggi e gli altri sarebbero andati a garanzia delle prossime forniture.
Le compagnie però avrebbero fatto sapere ai media locali che in realtà il governo punta ad una rateizzazione. L’unico lato positivo della vicenda e strettamente legato alla campagna elettorale, è che tutto questo accade anche per non aumentare il prezzo del carburante alle pompe, cosa che ad esempio l’Uganda del presidentissimo Museveni non ha fatto, acquistando benzina anche in periodo di crisi e portando il prezzo al corrispettivo di 162 scellini keniani al litro, contro i 136 del Kenya.
Sperando in una risoluzione a breve, c’è una scadenza per milioni di keniani ed è quella del 15 aprile. Entro quel giorno, su indicazione dell’autorità che regola la telefonia mobile, chi non ha mai registrato una seconda volta, dopo la chiamata a farlo nel 2012 e nel 2018 la propria SIM card, di qualsiasi compagnia telefonica si tratti, deve recarsi nei punti Safaricom, Airtel o Telkom Kenya e farlo, pena la disattivazione del proprio numero telefonico.
Recentemente i residenti stranieri con scheda Safaricom sono stati avvertiti con un sms di recarsi dagli operatori e ricontrollare i propri dati, ed in quell’occasione gli addetti dovrebbero (condizionale d’obbligo) aver ri-registrato anche la carta. In quell’occasione sono stati richiesti anche i dati, passaporto o ID card, ed è stata scattata una foto digitale che poi è stata inserita nel sistema.
Tutti gli altri, e anche chi viaggia e non accede sempre alla SIM del Kenya, deve recarsi entro il 15 in un negozio della compagnia di riferimento.
Questa trafila è fondamentale, secondo l’autorità di regolamentazione della telefonia mobile per evitare le sempre più frequenti frodi da parte di pirati informatici che utilizzano numeri fittizi.
“Ci siamo impegnati a fare del nostro meglio per garantire che tutti i nostri clienti rispettino la direttiva e li esortiamo a garantire la conformità prima della scadenza – dice Safaricom in una nota - Incoraggiamo tutti i clienti che devono ancora aggiornare i loro dettagli di registrazione a farlo immediatamente per evitare la corsa dell'ultimo minuto".

TAGS: code kenyabenzina kenyaschede kenyatelefonia kenya

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