Quando si parla di “eccellenze italiane” e di Made in Italy da mettere in vetrina ed esportare nel mondo, spesso si privilegiano i decantati settori dell’enogastronomia e del design, la moda e l’artigianato.
La creatività unita all’efficienza e alla professionalità del nostro popolo viene espressa e trova anche grande soddisfazione economica anche in altri campi che a prima vita possono sembrare meno “nobili”.

Uno di questi è il settore delle costruzioni e di tutto quel che ruota attorno all’edilizia e alle infrastrutture, dai macchinari alle finiture, dalle decorazioni ad ogni accessorio.
Il Kenya mai come negli ultimi anni si sta rivelando un mercato appetibile per questo ambito e l’impresa italiana viene vista come sinonimo di qualità e competenza. Dall’altra parte è sempre più presente nelle aziende di casa nostra la consapevolezza che quello keniano e subsahariano è un mercato pronto e pieno di opportunità, con un futuro luminoso per l’esigenza di portare questa nazione ad un livello superiore.

La partecipazione di 28 aziende del settore delle costruzioni alla più importante fiera del Kenya, “The Big 5 Construct”, inaugurata ieri a Nairobi, da questo punto di vista è altamente significativa.
Nello spazio espositivo del Sarit Centre, gli stand internazionali sono oltre 200, con più di 4000 visitatori già accreditati, provenienti da tutta la regione subsahariana.

L’Ambasciatore d’Italia in Kenya, Roberto Natali, ha inaugurato il padiglione Italia accogliendo gli imprenditori giunti dal nostro paese per mettere in mostra le loro aziende in Kenya.
“Lo sviluppo della partnership tra Italia e Kenya ha un enorme potenziale – ha detto Natali durante l’inaugurazione del padiglione Italia - l'industria delle costruzioni, che contribuisce in maniera sostanziale al Pil keniota, include i settori dell'edilizia e delle infrastrutture e di sviluppo di progetti industriali ed ambientali. L'Italia ha molto da offrire in termini di pianificazione strategica, materiali di alta qualità, soluzioni innovative e design”.

Tra le aziende presenti, ci sono sia realtà già radicate nel territorio da anni, sia piccole e medie imprese che si affacciano solo ora sul mercato dell’Africa subsahariana, pur avendo già conquistato piena fiducia in altri paesi del continente. E’ il caso di Valpaint, azienda marchigiana di famiglia, nel campo dei prodotti decorativi, che dedica l’ottanta per cento della sua produzione al mercato estero, che ha nell’Algeria il suo paese di punta e ha aperto uno stabilimento in Tunisia.

“Per noi il mercato del Kenya è molto più interessante di quello americano – spiega l’export manager di Valpaint, Gino Spadone – abbiamo già notato la voglia dell’apertura al nuovo e la consapevolezza che affidarsi al made in Italy significa qualità ed affidabilità. Il Kenya è un paese in crescita ed inizia ad essere stanco dei prodotti cinesi e indiani di bassa qualità”.

Chi crede nel Kenya e vi opera da anni, come in altri 40 paesi nel mondo, è CGM, azienda leader nella produzione di macchinari per la costruzione.
“Frequento il Kenya dal 2012 e ho visto una grande crescita in questo paese che considero la mia seconda casa – spiega il General Manager di CGM, Luca Grandonico – qui c’è un potenziale infinito e una richiesta di infrastrutture che si è fatta più esigente. Lo si vede nella richiesta di macchinari sempre più sofisticati, ormai non lontani dagli standard attuali dell’occidente”.

CGM commercia in macchine che producono blocchi di cemento per costruzioni ma anche i famosi autobloccanti, il pavè con cui si stanno sistemando migliaia di chilometri di strade nel paese, rendendolo più moderno e collegabile e migliorando la vita di migliaia di persone.
“In un paese come questo, che ha ancora tanti problemi specialmente nelle fasce basse della popolazione, dare un servizio sostenibile, che ha anche una valenza sociale, è un doppio motivo d’orgoglio, come azienda e come italiano – spiega Grandonico – dare la possibilità di costruire più facilmente e in maniera più sicura una casa, significa eliminare problematiche di salute ed elevare la qualità della vita dei keniani, così come offrendo la possibilità di canalizzare le acque reflue, che significa limitare malattie con cui questa parte d’Africa convive da decenni. Non a caso tra i nostri clienti ci sono anche missioni e Ong”.

Giuseppe Manenti, direttore della sede di Nairobi dell’Agenzia Ice, che facilita l’inserimento delle aziende sul mercato keniota, è soddisfatto della risposta delle aziende italiane che guardano al Kenya, a questa importante fiera.
“L'obiettivo primario che ci si pone è quello di promuovere l’eccellenza e le principali innovazioni di prodotto delle aziende italiane, sostenere le imprese e favorire le opportunità commerciali per l’export italiano, in ragione dell’importanza che riveste il settore dell’edilizia e delle infrastrutture in Kenya, che rappresenta una delle economie dell'Africa subsahariana in più rapido sviluppo, grazie alla stabilità del contesto macroeconomico, alla continua crescita del settore turistico e allo sviluppo infrastrutturale a livello nazionale e locale” ha dichiarato Manenti.