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COOPERAZIONE

Moda italiana per far crescere piccole e medie imprese del Kenya

Lanciata l'ìniziativa dell'AICS, "Designing the future"

18-04-2024 di Freddie del Curatolo

Come abbinare una delle pietre miliari del Made in Italy, riconosciuta in tutto il mondo come una delle eccellenze del nostro paese, segno indistinguibile del talento e dello stile di artigiani e creativi, con la crescita sostenibile del Kenya?
La risposta è semplice: ci vogliono iniziative come quella della Ethical Fashion del suo fondatore Simone Cipriani. Da un’idea nata negli slum di Nairobi, dopo che Cipriani incontrò sarti e designer che vivono ai margini della società ma hanno grande talento, l’iniziativa diventata un progetto delle Nazioni Unite, attraverso l’International Trade Centre.
Ora, grazie alla Cooperazione italiana, metterà in relazione le comunità delle aree rurali e problematiche del Kenya, con il mondo della piccola e media impresa locale, grazie al concetto di moda etica e al know-how di stilisti ed imprenditori italiani.


“Designing the Future, a Green and Inclusive Fashion Ecosystem”, questa la denominazione della nuova iniziativa triennale finanziata dal governo italiano per promuovere non solo la moda sostenibile, ma la creazione di nuovi posti di lavoro in Kenya, almeno 2.500 per iniziare. Si tratterà in particolare di giovani e donne, provenienti da comunità svantaggiate, , che beneficeranno di formazioni specializzate nell’ottica di garantire migliori condizioni di lavoro e maggiore accesso al mercato, grazie a link e ad aziende di moda di calibro internazionale.
Il progetto è stato lanciato ieri all’istituto tecnico e di formazione Don Bosco di Karen, a Nairobi, alla presenza della segretaria di Gabinetto Mercy Wanjau e della segretaria permanente del Dipartimento di Stato keniano per le piccole e medie imprese, Susan Mang’emi, oltre che dell’ambasciatore d’Italia in Kenya, Roberto Natali e del Titolare della Sede regionale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Natali ha ricordato la rinnovata attenzione dell’Italia, anche attraverso il cosiddetto “Piano Mattei per l’Africa”, al continente africano, di cui questa iniziativa segna a che questa iniziativa insieme ad una popolazione “amica” come quella del Kenya, segna un'ulteriore tappa fondamentale.
“Gli artigiani Kenyani sono creativi di fama mondiale; ciò che a volte manca è l’accesso ai mercati e ai sistemi internazionali, che permetterebbero di portare la loro produzione al livello successivo. Questa iniziativa favorirà proprio questo, avvicinando le competenze locali a quelle internazionali, portando vantaggi reciproci a livello di sistema globale della moda”, ha dichiarato a tal proposito il rappresentante delle Nazioni Unite in Kenya, Stephen Jackson, intervenuto alla presentazione.


“Valorizzando artigiani, piccoli produttori e imprenditori, il nostro obiettivo è favorire una crescita economica inclusiva e sostenibile. Occupazione e creazione di imprese rappresentano uno dei pilastri dell'impegno della Cooperazione Italiana in Kenya, e attraverso questa iniziativa puntiamo a sfruttare il potenziale offerto dall'incredibile spinta imprenditoriale del Kenya e della sua giovane popolazione” ha precisato Giovanni Grandi.
Di rilievo la presenza di una delle comunità al femminile coinvolte nel progetto, quella delle "Satubo": si tratta di un gruppo di donne delle tre etnie i cui uomini (perchè in Africa, e non solo, sono gli uomini che fanno la guerra) sono in conflitto da decenni. Le Samburu, Turkana e Borana (da qui il nome Sabutu) si sono unite e producono artefatti, che ora saranno promossi e internazionalizzati da Ethical Fashion Initiative, grazie al sostegno italiano.
“Lavorare con le piccole e medie imprese keniane, in particolare quelle che impiegano donne e giovani, e consentire loro di migliorare la loro competitività nel commercio nazionale, regionale e globale, è una pietra miliare per la crescita economica del nostro Paese – ha aggiunto Susan Mang’eni - sono lieta che l'Ethical Fashion Initiative, che ha una solida esperienza nel supportare le piccole e medie imprese della catena del valore della moda, stia lanciando questo progetto in Kenya, creando nuove opportunità di lavoro e valorizzando le capacità creative e produttive locali", ha concluso l’esponente del governo keniano.

TAGS: modasostenibilitàimpresafashioncooperazione

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