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Tassa sulla casa: ancora una settimana per mettersi in regola

Ecco perché a Malindi e Watamu conviene pagare questa anomala licenza

25-01-2018 di redazione

Della "tassa" annuale sulla casa di proprietà per non residenti in Kenya abbiamo già avuto modo di parlare ampiamente in questi spazi.
Abbiamo già spiegato perché secondo noi conviene pagarla e, a una settimana dalla scadenza del termine (31 gennaio, dopo un mese di proroga), siamo qui a ribadire il concetto.
Intanto, per chi si fosse perso motivazioni e dinamiche di questa anomala licenza, ecco due link.
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Ricapitolando: La licenza è stata introdotta per impedire a chi affitta le case "in nero" o senza pagare licenze e tasse sul guadagno, possa continuare a farlo senza corrispondere almeno un minimo "una tantum" al Ministero del Turismo. Tanto più che ospitando persone (paganti o non paganti) si toglie lavoro all'industria alberghiera, già parecchio provata dalla crisi turistica degli ultimi anni.
Quindi chi crede di essere in regola perché non ospita mai nessuno, che non siano famigliari, può anche non pagarla.
Così come, detto tra noi, chi aveva l'abitudine (molto italiana) di subaffittare la sua casa a terzi riscuotendo in nero o direttamente in Italia, sarà meglio che vi rinunci o se proprio vuole continuare ad agire nell'illegalità in questo Paese che si sta affiancando a quelli occidentali nei controlli fiscali e alle attività, oltre a munirsi della licenza dovrà continuare a far risultare i propri clienti come ospiti non paganti.
(E il nostro non è certo un consiglio, intendiamoci).
La "tassa" infatti è stata introdotta perché parecchi italiani non solo non dichiaravano nulla né alcuna licenza per affittare le proprie abitazioni, ma addirittura sfacciatamente le mettevano in mostra su siti online specializzati, come Booking.com e AirBnB.
Questo ha ovviamente insospettito le autorità che hanno deciso di applicare questa sorta di tassa.
Dall'altra parte, non ci deve essere timore a pagare questa che viene emessa come una licenza, esattamente come le autorità la fanno pagare per la "presunzione di affitto", allo stesso modo la si può fare ed esibire per "presunzione di attività".
Ma poi non è detto che questa attività la si cominci e che debba fornire dei guadagni.
In Italia, ad esempio esiste il "comodato d'uso".
In più questa licenza non viene emessa da una compagnia, ma è strettamente legata a un privato e non è collegata ad alcuna rendita.
Riprova è che a chi la fa non viene chiesto il PIN number.
Ma anche se fosse, la richiesta di una licenza non significa per forza che l'attività sia operativa.
Per fare un esempio, si può benissimo fare una licenza per un'attività commerciale senza aver aperto ancora nulla.
Finché l'attività non sarà operativa come tale, nessuno potrà accusarvi di averla, né costringervi ad aprirla.

TAGS: tassa casa kenyalicenze kenyatasse malindiseconda casa kenyaresidenza kenyaaffitti kenya

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