L'angolo di Freddie

L'ANGOLO DI FREDDIE

Le mischie e la meta di Kibera

"Sogno una meta alla quale, un giorno, si possa arrivare tutti insieme"

12-05-2021 di Freddie del Curatolo

Gioco a rugby perché mi hanno dato una maglietta nuova.

Le scarpe no.

Magari la prossima volta.

Però ne ho recuperate un paio decenti alla discarica.

Gioco a rugby perché ogni sabato mi vengono a prendere nello slum di Kibera e mi portano su un prato verde bellissimo.

Ci gioco anche perché finito l'allenamento e la partita mi danno da mangiare riso e carne.

E' l'unica volta della settimana in cui non mangio polenta, fagioli o erba di campo.

Mi piace il rugby, perché mi fa sentire meno solo.

Assomiglia un po' alla mia vita a Kibera: tutti ammassati in baracche di lamiera, uno addosso all'altro in mischia, cercando di fare gruppo e uscirne fuori tutti assieme.

Tanto alla fine lo sai che è uno solo che esce e si mette a correre verso la meta, finché il destino non lo placca poco più in la oppure, chissà, proprio quando stava per arrivare alla linea finale.

C'è anche qualcuno che ce l'ha fatta, sai?

Gioco a rugby anche per questo, per il sogno.

Per coltivare la speranza, che nasce dalla quotidiana sofferenza e può sbocciare in un'improvvisa gioia.

Anche se non è giusto che la sofferenza sia una mischia di tanti e la gioia sia sempre una fuga solitaria.

Ecco cosa sogno: una meta alla quale, un giorno, si possa arrivare tutti insieme.

TAGS: rugby kenyaracconti kenyakibera kenyameta kenya

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