Storie

TRADIZIONI

Fascino e soprusi del matrimonio Luo in Kenya

Una ritualità particolare che sta scomparendo

27-05-2022 di Leni Frau

Dote, rapimento, battaglie simboliche, colpi di scena e finale sempre meno scontato: il matrimonio dei Luo, una delle tribù più antiche e famose del Kenya, originaria del bacino del lago Vittoria, è praticamente un musical, accompagnato da canti tradizionali e vere e proprie coreografie.
Non a caso, prima dell’avvento del cristianesimo e ancora oggi nelle zone rurali e per i giovani che amano ancora perpetuare le tradizioni degli antenati, il matrimonio è considerato l’evento più importante e significativo nella vita di un Luo.
La cerimonia è basata su una serie di passaggi obbligati che la rendono molto complessa e tutto deve filare secondo i programmi, altrimenti gli anziani del villaggio potrebbero anche annullare il tutto e per due innamorati sarebbe un gran bel problema!
Prima di tutto, il pretendente della sposa deve recarsi a casa dei genitori della fidanzata e trattare il prezzo della ragazza. Qui si allestisce la prima cerimonia, con canti e balli. Chiamata “Ayie”, la festa prevede nel suo epilogo il pagamento di una somma e di capi di bestiame alla madre della futura sposa.

“Ayie” in lingua dholuo significa “sono d’accordo” ed è la sentenza che deve concludere la trattativa sul prezzo che il futuro marito deve versare; a questa trattativa partecipano anche altri membri della famiglia e un intermediario neutrale che non deve appartenere a nessuna delle due famiglie.

Ottenuto il consenso dei genitori, i due giovani che convoleranno a nozze non potranno più cambiare idea. Si può organizzare la cerimonia di matrimonio, per il primo giorno disponibile dopo l’Ayie.
Ecco come si svolge il vero e proprio matrimonio. Si comincia con quello che viene chiamato “meko” e che rappresenta il momento “clou” del percorso nuziale.
Il “meko” è il rapimento della sposa, una tradizione che deve essere espletata da parenti e amici dello sposo, che catturano la ragazza per portarla nel talamo nuziale, spesso una nuova casa costruita dal marito per l’occasione.

Il “ratto” della ragazza deve essere contrastato dai parenti della sposa per testare il coraggio dei rapitori e per capire quanto il futuro marito tenga veramente ad averla in sposa. La rappresentazione prevede avvengono anche delle finte battaglie con i bastoni mentre la ragazza urla e cerca di divincolarsi per dimostrare l’attaccamento al padre, anche se in realtà è favorevole al matrimonio e già sapeva che sarebbe stata rapita.
D’altronde, se la ragazza fosse contraria al matrimonio, avrebbe diversi modi per dimostrarlo ed interrompere il “meko”, ad esempio strappare fiori ad una stella di natale (la pianta di euforbia) oppure arrampicarsi su un termitaio urlando la sua disperazione o ancora mettersi in bocca della terra e sputarla addosso ai suoi rapitori.
Nel caso di interruzione del meko, lo sposo cercherà di capire come mai la sua promessa abbia cambiato idea e proverà a trovra una soluzione. Ma anche se alla fine il matrimonio dovesse andare in porto, la ragazza sarò segnata da quella che per i Luo viene considerata una decisione sconsiderata, propria di una donna che non è stabile mentalmente e quindi potenzialmente potrebbe non essere un buona madre.
Se invece il meko va come stabilito e immaginato, la giovane viene recapitata alla capanna del futuro convivente ed ecco la parte più controversa che negli ultimi tempi, giocoforza, è diventata anch’essa simbolica e sostituita con un bacio o poco più: la deflorazione della sposa.
Il primo rapporto sessuale tra i due sposi deve essere consumato alla presenza, almeno uditiva, di quattro testimoni. Il ruolo dei quattro è quello di testimoniare che effettivamente la ragazza era vergine, in modo da poter considerare giusto il prezzo pagato e dare il via alla grande festa che durerà tutta la notte. La serata inizierà con la macellazione del bue più grande dei genitori della sposa, che viene regalato a quelli del marito. Dopodiché si può iniziare a mangiare e bere, danzare e fare baldoria fino all’alba.
Anche i Luo, come quasi tutte le etnie keniote, sono poligami, anche se nel loro caso hanno un limite di cinque mogli. Fondamentale è che abbia sufficiente bestiame per pagare le sue doti e allo stesso tempo mantenere le sue spose e i relativi figli.
Un’altra tradizione controversa che sopravvive nei villaggi meno civilizzati è quella della purificazione della vedova. Nel caso il marito muoia, i Luo impongono che uno dei parenti del defunto si prenda cura della donna, ma dovrà fare sesso con lei per esorcizzare lo spirito dell’ex marito. Secondo la tradizione Luo, una vedova appartiene all'intero villaggio. Sono gli stessi membri della famiglia e i parenti ad incontrarsi e decidere chi sia l’adulto più adatto, solitamente il più ricco ed in buona salute, a sostituire il caro estinto. Ma nella scelta influisce anche l’età della vedova e la ricchezza lasciatale dal marito.

Ultimamente c’è una disputa all’interno dei paladini delle tradizioni Luo, perché la tradizione dell’adozione della vedova può portare a dissidi nei villaggi, specie quando c’è di mezzo un marito molto abbiente o la donna sia particolarmente avvenente.

TAGS: matrimoniotribùluotradizionidanze

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