La situazione della discarica di Malindi è diventata decisamente insopportabile. Non si tratta più di una battaglia di ambientalisti, ma di una lotta contro danni alla salute dell’uomo e ad un intero ecosistema che si intreccia anche con il turismo e l’accoglienza.
Ma prima di tutto vengono i cittadini, la povera gente che vive a ridosso della discarica a cielo aperto di Mayungu.
La PWAM, associazione che fin dalla sua fondazione, sei anni fa, si batte per migliorare la situazione nel sito dove finiscono tutti i rifiuti della cittadina (e anche dei dintorni) e contro chi illegalmente li brucia, ma invece di essere spostata, circoscritta e sorvegliata, la discarica è l’approdo di chi cerca metalli e quindi dà fuoco indiscriminatamente ai rifuti, creando un ambiente tossico che con il vento finisce anche nelle case della zona di Casuarina e Parco Marino.
Ma non solo, cercando di limitarne l’azione, PWAM denuncia che sono nate altre discariche minori in diverse zone della cittadina e che rifiuti vengono gettati anche in spiaggia, attentando alla vita marina e peggiorando l’aspetto della destinazione turistica.
Sempre più spesso, come questo mese, l’attività di pulizia di PWAM, che si svolge ogni secondo sabato del mese, si concentra in spiaggia, sia nello spiaggione della baia di Malindi, dal Casinò al molo, sia a Silversand, dallo Scorpio Villas al Parco Marino.
Discarica e spiaggia sono quindi due realtà collegate tra loro, così come la tutela dell’ambiente al turismo e soprattutto alla salute dei malindini. Ci sono argomenti per cui varrebbe la pena protestare e far sentire la propria voce. Continuiamo ad invitare i residenti che non lo hanno ancora fatto ad iscriversi a PWAM – Progress Welfare Association of Malindi.