Da due anni in Kenya c’è una legge approvata in parlamento che dovrebbe punire chi getta o lascia qualsiasi tipo di spazzatura in spiaggia e chi si presenta con plastica monouso nelle riserve marine e nelle zone a tutela ambientale. Il condizionale è d’obbligo, perché la legge difficilmente viene fatta rispettare da chi dovrebbe esserne garante.
Il nuovo ministro del Turismo, Peninah Malonza, è tornata sulla questione all’indomani di una ingente e preoccupante moria di tartarughe marine sulla costa, particolarmente tra Mombasa e Malindi. Strage attribuita all’inquinamento e all’invasione umana delle aree di nidificazione delle tartarughe.
Malonza, intervenuta ad un’iniziativa di conservazione di specie marine a Mombasa, ha annunciato che il divieto di utilizzare plastica monouso, come previsto dal Wildlife Conservation and Management Act, dovrà essere applicato alla lettera in tutte le spiagge della costa, non solo nelle riserve protette.
“Oggi abbiamo imposto un divieto totale sulla plastica nelle nostre spiagge. Non permetteremo alcuna forma di plastica monouso come cannucce, bottiglie e sacchetti di plastica nei nostri spettacoli. Le nostre forze dell'ordine e i nostri agenti di polizia, insieme al Ministero degli Interni, garantiranno l'efficacia del divieto”, ha dichiarato il ministro.
Se il problema della plastica nel mare e sulle spiagge è ormai globale, il Kenya che da anni grazie ad associazioni di cittadini (come la PWAM, di cui siamo tra i fondatori, che a Malindi ha iniziato le raccolte mensili ed è stata felicemente imitata da tante altre comunità nazionali) raccoglie plastica, vetro ed altra spazzatura dalle spiagge e non solo, continua a vedere la sua costa piena di ogni schifezza che mette a rischio specie ittiche e marine che rischiano l’estinzione. Il Ministro ha partecipato ad esempio ad un’iniziativa di pulizia della spiaggia pubblica di Mombasa in cui in meno di un’ora sono stati raccolti 349 chilogrammi di rifiuti.