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Acqua agli elefanti, ma allo Tsavo non basta

La siccità non da tregua alla savana, fervono iniziative

11-09-2019 di Giovanna Grampa

L’assenza di precipitazioni nel mese di agosto ha confermato l’allarme siccità lanciato dal Kenya Wildlife Service (KWS) lasciando la savana come intontita dal deficit di pioggia. 
Lo Tsavo indossa tutte le sfumature attenuate della stagione secca, il sole brucia la savana e il vento non smette di soffiare con raffiche violente, cariche di polvere sollevata da una terra tristemente arida e asciutta. Brevi piogge di poca consistenza non hanno fatto nascere una nuova stagione.
E per aiutare gli animali cos’è cambiato nel mese di agosto?
“Acqua agli elefanti” sembra essere lo slogan che alcuni privati hanno fatto loro ispirandosi al titolo del romanzo di Sara Gruen da cui è stato tratto il film omonimo. Honorary Wardens, Associazioni private e semplici cittadini hanno sostenuto economicamente vari progetti per il riempimento di alcune pozze e invasi ormai disseccati. Nella zona di Irima, nei pressi del pilar 102 e alla Pipeline da qualche giorno gli animali si avvicendano per bere nuovamente acqua fresca trasportata da camion cisterna dalla capacità di diecimila litri.
Ad Aruba, di fronte al lodge Ashnill, la DWST (David Sheldrich Wildlife Trust) sta terminando la costruzione di una terza pozza alimentata dalla pala eolica già esistente e modificando l’abbeveratoio rettangolare per renderlo più efficiente, dando la possibilità anche ai piccoli animali di abbeverarsi senza problemi. Sembra impossibile da credere ma, a turno, abbiamo visto famiglie di elefanti, giraffe, leoni aggirarsi curiosi e guardinghi per controllare i nuovi lavori, imitando i pensionati che trascorrono ore ad osservare i cantieri delle opere pubbliche lungo le strade cittadine. A dare sostegno a queste iniziative private, da qualche settimana, sono comparsi piccoli laghetti e fiumicelli alla Pipeline frutto di provvidenziali scollamenti delle usurate giunture dei tubi che trasportano acqua da Mzima Springs nello Tsavo West fino a Mombasa.
Le condutture ricoperte da circa un metro di terra sono in alcuni punti deteriorate e vengono periodicamente riparate dalla società che ha l’appalto della manutenzione. Sempre più spesso o le saldature non tengono o si verificano perdite qua e là con conseguente formazione di piccole pozze.
Gli animali ne approfittano gioiosamente rifocillandosi con acqua fresca di sorgente mentre i turisti possono così ammirare scene indimenticabili ed emozionanti anche da distanza ravvicinata. Ci sono poi zone dove i bacini di raccolta idrica esistenti verranno riempiti solo con l’avvento delle piogge ma qui gli elefanti non si perdono d’animo e per sopperire al bisogno di acqua non disdegnano di scavare nel letto asciutto di fiumi stagionali.
Con le zampe anteriori scavano nella sabbia fino a raggiungere uno strato umido più compatto e con la proboscide penetrano nella falda freatica anche fino a un metro di profondità attingendo acqua fresca che risalendo rimane in superficie dando poi la possibilità anche ad altri animali comunque di dissetarsi.  Il vero problema rimane il cibo! Poche le aeree dove la vegetazione è ancora verde.
Lungo il fiume Galana il cibo è più nutriente e costeggiando la riva spesso dai cespugli si intravedono schiene di elefanti intenti a strappare foglie.
Nelle zone più aride tutti mangiano secco e continua lo scortecciamento degli alberi da parte degli elefanti affamati mentre i loro cuccioli stanno imparando l’arte di arrangiarsi nutrendosi di rami secchi imitando i movimenti degli adulti.  Anche gli ippopotami stanno soffrendo per la scarsità d’acqua nel fiume e per la carenza di cibo adatto alla loro alimentazione lungo la riva. Anch’essi erbivori, di notte escono dall’acqua per pascolare ma sempre più spesso si spingono verso la foce del fiume devastando interi raccolti ed inasprendo pericolosi conflitti con gli abitanti dei villaggi.
Grandi opportunità invece per i leoni che cacciano facilitati dalla concentrazione degli animali vicino alle pozze d’acqua.
Sazi si coricano pigramente all’alba per risvegliarsi al tramonto: i loro cuccioli stanno crescendo ogni giorno più forti e per loro la vita scorre tranquillamente. E quando il leone non caccia gli animali che sono la sua preda naturale mostrano un’incredibile fiducia e lo stanno a guardare senza scappare.  Oggi lo Tsavo in molte zone sembra una terra inospitale dove è necessario sapersi adattare e tutti gli animali che gravitano in questo luogo hanno imparato ad attingere alla forza nascosta della savana.
Nel cielo a tratti compare qualche nuvola, una vana promessa, ma l’acqua così tanto necessaria per la vegetazione ancora non arriva e non sono previste a breve precipitazioni significative. Il problema della siccità non è certo nuovo e lo Tsavo si ritrova a combattere l’assenza delle piogge per un altro periodo prolungato che ci auguriamo si concluda presto.

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