AMICI DELLO TSAVO
20-08-2016 di Giovanna Grampa
Gli amici italiani degli animali salvano un leone alle porte dello Tsavo.
Un’avventura straordinaria è accaduta domenica scorsa nella Conservancy del Galana Ranch al confine con il Parco Nazionale dello Tsavo East.
Una maledetta trappola, piazzata da bracconieri con lo scopo di uccidere animali della savana, per poi rivenderne la carne, ha incuriosito forse una settimana prima, un giovane leone maschio che ne è rimasto a sua volta vittima.
Il laccio metallico si chiude d’improvviso attorno al bacino, si stringe sempre più penetrando sotto alla pelle ed inizia la dolorosa infezione che potrebbe condannarlo a morte certa.
Ma il coordinamento del team di Honorary Warden di Malindi lo salverà.
La storia ha dell’incredibile perchè frutto di una serie di fortunate coincidenze. A cominciare da Simone Trentavizi, titolare dello Shoroa Camp, che avvista il leone ferito ed immediatamente invia posizione e foto al veterinario del KWS, Dr. Poghom che, per fortuna, si trova proprio nello Tsavo East, a due ore di strada dal punto di avvistamento.
Le stesse informazioni vengono inviate a Massimo Vallarin che però è a Nairobi ma fa pervenire la segnalazione ,corredata di foto, al collega Davide Gremmo il quale, il giorno prima, decide casualmente di rientrare da Lualenyi Camp a Malindi passando proprio attraverso lo Tsavo East. Nel frattempo il leone, accompagnato da due leonesse, di cui una probabilmente è la madre, si sposta facendo perdere le sue tracce.
Deve essere per forza ritrovato : l’unità mobile del veterinario sta per giungere sul posto.
Nel frattempo Gremmo raggiunge la postazione dell’ultimo avvistamento ed inizia ad avventurarsi nella fitta vegetazione secca di un paesaggio desertico, riarso dal sole, alla ricerca del leone ferito e delle due leonesse. Sobbalzando tra sentieri sconnessi coperti di polvere e tra cespugli spinosi , individua i leoni all’ombra , perfettamente mimetizzati nel loro nuovo nascondiglio, nel folto di una vegetazione impenetrabile.
Davide rimane a sorvegliare la nuova postazione dei felini fino all’arrivo del veterinario. Il giovane leone viene poi addormentato: si adagia su un fianco e lì rimane sdraiato con le sue grosse zampe segnate dalla tipica maculatura dei cuccioli e con il ventre esposto che mostra tutta la gravità della ferita.
Le leonesse vengono allontanate con grida e battiti di mani. Balzano sulle zampe , arricciano le labbra in un brontolio di minaccia e si allontanano furtivamente nell’erba , scongiurando il pericolo di un eventuale attacco a sorpresa.
Ora il leone può essere spostato: sollevato di peso viene portato in una zone aperta per essere operato.
Dopo un’ora di intervento, terminato con larghi punti di sutura e appropriate medicazioni farmacologiche, al fortunato leone viene iniettato un antidoto che lo risveglia dalla narcosi, lasciandolo assopito ancora per qualche ora, con la grazia di un gatto addormentato, fino al suo totale risveglio.
E’ un giovane maschio e presto guarirà perfettamente , crescendo forte e sano, grazie al tempestivo e coordinato intervento degli Honorary Warden italiani di Malindi, sempre più impegnati nella protezioni degli animali, figli degli dei della savana , dove ogni giorno può succedere qualcosa di particolare e di speciale. Complimenti a tutti, ottimo lavoro di squadra !
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