ANIMALI
15-01-2023 di Giovanna Grampa
A pochi metri dal ciglio di una strada di terra rossa, nel parco dello Tsavo, una giovane impala ha partorito il suo cucciolo da meno di un’ora, all’ombra di un’acacia nella ondulata savana cespugliosa.
Una visione che sorprende il cuore e che ci dona una sensazione di straordinario privilegio: osservare i primi passi di una creatura appena nata dall’aspetto teatrale come una marionetta appesa a fili invisibili. Non ha ancora la forza necessaria per reggersi sulle lunghe e sottili zampe che sembrano di cristallo, pronte a spezzarsi al minimo sforzo eppure, con una cocciuta determinazione il cucciolo cerca di alzarsi.
Dapprima punta le zampe anteriori, per ricadere subito dopo, poi prova con le zampe posteriori: ed ecco il miracolo!
Incespica un po’ e tutto traballante, con un grande sforzo per riacquistare il dominio di sé, si alza e comincia a muovere i suoi primi passi su quelle zampe così incerte e malferme, dopo circa sette mesi trascorsi nel grembo materno.
Ha un musetto corrucciato ricoperto ancora da frammenti di placenta e sul corpo un pelo folto e lungo qualche centimetro, marrone scuro, tutto bagnato dal liquido amniotico. La madre lo annusa delicatamente ed inizia a leccarlo con ritmo frenetico per eliminare gli odori suscettibili di attirare i predatori che sono sempre in agguato. Ma il cucciolo vuole assaporare l’aria della savana, avido della nuova vita che lo attende.
Sembra danzare mentre cerca di allontanarsi dalla madre che lo attira subito a sé per continuare a leccarlo con insistenza e una apparente calma che cela solo uno stato di allarme controllato. La creatura poi si affanna alla ricerca delle mammelle materne: l’impresa non è per niente facile. Dapprima passa sotto alla pancia della madre e mordicchia tutto quello con cui viene in contatto, a partire dalle zampe anteriori, ma viene indirizzato dal muso materno ad invertire la posizione e con una giravolta da ballerino, dopo vari tentativi andati a vuoto, si trova finalmente dalla parte giusta. Con fatica, allungando il collo al massimo delle sue possibilità, leggermente piegato sulle zampe anteriori, riesce ad arrivare ad un capezzolo che stringe con avidità ed inizia il suo primo pasto da neonato, sempre dondolando sulle zampe insicure, ma soddisfatto della sua prima conquista. Il musetto ora è decisamente più rilassato e comincia ad assumere l’aspetto accattivante e tenero che contraddistingue tutti i cuccioli appena nati.
La scelta del luogo dove l’impala ha deciso di partorire è a dir poco singolare: vicino ad una strada dove, soprattutto in questo periodo, passano molte jeep di turisti e auto private, sotto un’acacia circondata da cespugli secchi dove non è certo agevole per un cucciolo muovere i primi passi. Ma sembra una scelta studiata perché la zona offre così ripari sicuri per proteggere al meglio il nascituro dal momento che i piccoli impala fanno gola a molti predatori. Se uno sciacallo o un babbuino si avvicinano al piccolo la madre può tentare energicamente di scacciarli ma è impotente di fronte ad una iena o un ghepardo. Ed è per questo motivo che, subito dopo il parto, l’impala s’affretta ad ingerire la placenta per non lasciare tracce che richiamerebbero predatori per il piccolo nato. Poi, una volta pulito per bene tutto il pelo, sposterà il cucciolo di qualche metro, ben nascosto nell’erba, allattandolo più volte al giorno, fino a quando non sarà abbastanza cresciuto per riunirsi al branco, dopo qualche settimana.
A quel punto avrà perso anche il suo pelo marrone e sarà una fotocopia della madre con il manto di un bel colore rossiccio dorato, solo un po’ più chiaro e verrà allattato per un periodo variabile tra quattro e sei mesi all’interno del branco, protetto da tutte le femmine. I maschi, invece, non si preoccupano affatto di difendere la prole, troppo impegnati nel controllo del loro harem e a scacciare eventuali intrusi pronti a destabilizzare il loro dominio territoriale.
La savana, nel corso degli anni, ci ha regalato innumerevoli emozioni straordinarie, vissute con una passione intensa e tutte hanno lasciato una traccia indelebile ma, l’eccitazione provata davanti ad una nuova vita appena nata, ci ha fatto assaporare l’intensità di quel presente così vivo e speciale. Così le storie si arricchiscono una stagione dopo l’altra come la conoscenza in profondità del fascino della natura, in una terra ricca di bellezza e di emozioni inattese e palpitanti. Lo Tsavo ritorna a vivere per donare il suo massimo splendore: nuovi cuccioli, nuove vite arricchiscono la natura ora così fertile da donare cibo e acqua per tutti, creando le condizioni ottimali per accoppiamenti e future nascite.
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