Ci sono mete di viaggio nel mondo che devono la loro fortuna ad una sola attrazione o comunque ad una particolarità che sovrasta le altre meno significative e conosciute, ed altre che vengono identificate con un proposito, un desiderio o una passione: le destinazioni di mare, di montagna, quelle prettamente culturali, mistiche e via dicendo.
Il Kenya sfugge completamente alla schiera delle “mono-mete”, e lo dimostrano le tante classifiche di siti e pagine social dedicate a viaggi e turismo che lo inseriscono ai primi posti tra le più frequentate, cliccate o desiderate del mondo.

Per quanto riguarda, ad esempio, le preferenze degli italiani, quest’anno in assoluto tra le destinazioni cosiddette “a lungo raggio” il Giappone ha staccato tutte le altre. Se l’attrattiva principale è costituita dall’Expo di Osaka, di certo l’estremo oriente ha intrigato per la sua distanza da quell’occidente che da qualche anno a questa parte è visto come problematico, frustrante e stressante, limitativo e associato con tensioni politiche e guerre. A questo si associano le caratteristiche che da sempre fanno del Giappone una meta sognata: le discipline orientali, il sushi e le sue varianti, il binomio tradizione-tecnologia. I suoi “competitor”, pur diversissimi, sono sicuramente l’India e la Cina.
Chiaramente Tokio e dintorni precipitano nelle graduatorie specifiche, ad esempio quella che riguarda le destinazioni scelte per il mare, dove le Maldive sovrastano la Thailandia e dove il Kenya è quarto subito dopo Zanzibar e prima di Santo Domingo. Il ritorno dei charter e delle vacanze nei villaggi turistici, grazie soprattutto al colosso Alpitour, ha fatto il suo. Si calcola infatti che sui 91 mila ingressi in Kenya da parte dei nostri connazionali, almeno un terzo siano legati ai “pacchetti” del noto tour operator e a destinazioni come Watamu (soprattutto) e Diani.

Se si poteva immaginare che il Kenya fosse al top nelle classifiche dei luoghi da safari, seguito dalla Tanzania, dal Sudafrica e da mete “di nicchia” come Namibia e Botswana, trovarlo quest’anno nella top-ten di quelle di montagna per escursioni e trekking, è una sorpresa. Un buon riscontro si è avuto, nelle ultime stagioni, dalla crescente passione per la corsa. I runner sono affascinati dai luoghi natii dei più grandi fondisti e maratoneti del mondo e li vogliono visitare.
Così come non bisogna scorrere molto le posizioni, per scoprire come sia in ascesa come destinazione di eventi, fiere e conferenze, grazie anche alla sede internazionale di Un-Habitat e alle numerose convention su ambiente e sostenibilità.

Altro novero di luoghi in cui non molti altri Paesi hanno un “ranking” invidiabile, è il volontariato (o turismo solidale). Nairobi ma non solo costituiscono, con le diseguaglianze sociali, la vita nelle baraccopoli e la povertà delle regioni semi-aride, un interesse che mette d’accordo cuore e anima, esperienze e bisogno di sentirsi utili.
Infine, per non farci mancare nulla (perché il Kenya è davvero una calamita delle sfaccettature umane a 360 gradi…) ecco che lo troviamo (sigh!) anche nelle prime dieci destinazioni del cosiddetto “turismo sessuale”. La culla dell’umanità non poteva che richiamare anche altri istinti primordiali…