“Quel bel mare d’Uganda”, avrebbe cantato Ivano Fossati. Certo, sappiamo bene che l’Uganda, così come il Ruanda ed altri paesi vicini al Kenya che fanno parte della comunità dell’Est Africa, non hanno l’approdo sul mare. Ma se fino a qualche anno fa la cosa interessava specialmente il commercio e l’utilizzo del porto di Mombasa (con il progetto, ancora in divenire, di lottizzare anche la bella Lamu), oggi si guarda all’approdo degli ugandesi al mare anche in veste turistica.
Già la scorsa stagione avevamo pubblicizzato il festival Kenya-Uganda sulla costa, con tappe a Malindi, Kilifi, Mombasa e Diani. Sicuramente il turismo medio-alto di Kampala ed Entebbe può dare nuova linfa a strutture come quelle di Malindi che, sebbene storiche e con attrattive importanti come il servizio e la buona cucina, risultano un po’ datate per un turismo internazionale. Se aggiungiamo che anche il mare, specialmente nella spiaggia cittadina senza barriera corallina, non è proprio indimenticabile, ecco che un turismo come quello africano, che non cerca acqua cristallina e spiagge bianche, ma soprattutto relax e piscine, può essere l’ideale per risollevarsi. I benestanti tra i "vicini di casa" sono sempre di più e amano spendere anche per tessuti tipici e souvenir, oltre che per buoni ristoranti.
La conferenza Kenya-Uganda che si è tenuta lo scorso fine settimana ha rilevato come nel 2023 più di 200 mila ugandesi hanno visitato il Kenya, molti dei quali per una vacanza sulla costa. In tutto, l’afflusso di ugandesi e kenioti tra i due paesi è quasi raddoppiato in un anno (600 mila contro 320 mila del 2022).
Questo si deve anche alle minori restrizioni per i viaggiatori della comunità dell’Est Africa, ma secondo la Kenya Association of Hotelkeepers and Caterers (KAHC), si deve anche al miglioramento delle strutture costiere e alla creazione di eventi e servizi turistici dedicati che hanno migliorato l’offerta e l’appetibilità per un turismo come quello di Uganda, Ruanda e non solo. Gli aumenti di ingressi da parte di turisti (ricchi) nigeriani ne è la riprova.
Accanto a dati ed annunci, c’è già chi si muove, stanco di aspettare il turismo italiano e tedesco in calo e sperare in qualche altro paese occidentale. La “botta” dell’Ucraina e della Russia, che prima della guerra avevano attivato i loro migliori tour operator e compagnie charter, è significativa.
Così sono stati creati pacchetti dedicati per gli africani, con mare e safari e visite a luoghi che potrebbero interessare. Ad esempio, alle escursioni marine sono stati abbinati corsi di nuoto per i giovani e i genitori, considerando che molti ugandesi e ruandesi non avendo il mare, non sanno nuotare.
Anche il console generale dell'Uganda sulla costa keniota, Paul Mukumbya, ha confermato che l'aumento dei viaggi dell'Uganda Airlines e le connessioni con la ferrovia Nairobi-Mombasa e il settore dei trasporti (esempio: Entebbe-Nairobi in aereo, Nairobi-Mariakani con SGR, coincidenza Mariakani-Kilifi con bus shuttle) hanno portato a un incremento del numero di viaggiatori.
Nel contempo aumentano a Nairobi, oltre che a Kampala, le agenzie di viaggio pronte a vendere il prodotto Kenya-mare e Kenya-safari per gli ugandesi. Le previsioni sono di ulteriore aumento per la stagione invernale. Buone notizie, insomma, per chi ha voglia o bisogno di lavorare e non aspetta la manna europea dai cieli sempre più cari e difficoltosi.