Reportage

NATURA

Kenya: la Grande Migrazione del rispetto e del buonsenso

Un evento meraviglioso che rischia di essere rovinato da turisti e guide

28-08-2018 di Paolo Torchio

In Kenya tutti gli anni abbiamo due grandi migrazioni: quella di milioni di gnu ed altri grandi erbivori provenienti dalla Tanzania, e quella del buonsenso che migra chissà dove, nessuno lo sa, ma di sicuro verso luoghi lontani e misteriosi.
La prima è un evento meraviglioso, con la natura che si manifesta in tutta la sua maestosità primordiale, con immense mandrie di animali in cammino che trasformano il paesaggio che percorrono, affrontano indicibili difficoltà e pericoli percorrendo savane con predatori in agguato, e attraversano fiumi a volte in piena dalle rive impossibili da superare. 
La seconda è un evento di cui molti dovrebbero invece vergognarsi, in cui vengono infrante tutte le regole, scritte e morali, in cui persone che normalmente si definiscono amanti della natura, o anche solo appassionati fotografi, venderebbero la nonna pur di occupare uno spazio in riva al fiume durante uno dei famosi "crossing" del Mara.
Scompare il rispetto per se stessi e per gli altri, ma soprattutto per la natura per cui si sono percorsi migliaia di chilometri pur di dire "io c'ero" e scattarsi un ridicolo selfie in mezzo alla polvere.
A parte le dovute eccezioni di pochi veri professionisti, la maggior parte degli autisti si trasformano in piloti assatanati disposti a qualsiasi cosa pur di raggiungere prima di chiunque altro il punto di vista migliore per i propri passeggeri, magari in cerca di una ricca mancia, ma sorvolando su fatto di essere parcheggiati nel bel mezzo della mandria in attraversamento. Cosa importa se si disturbano gli animali, cosa importa se a causa del mezzo insediato sulla rampa di uscita dal fiume gli animali non possono risalire e si spezzano le gambe rotolando uno sull'altro nel tentativo di trovare una via di fuga, cosa importa se questi comportamenti insensati nuociono alla natura ed a tutti gli altri che vorrebbero godersi questo magnifico spettacolo onestamente.
"Io devo essere lì! e devo essere il primo! A qualsiasi costo" sembra essere il pensiero che più conta.
Cosa c'e' poi di piu' bello ed emozionante che scendere dal veicolo parcheggiato sul greto del fiume per fotografare le mandrie impazzite, in piena libertà e senza la costrizione di lamiere e finestrini? Cosa importa se si spaventano le mandrie interrompendo così il flusso degli animali in uno dei momenti più delicati della loro migrazione? Cosa importa se ci sono volute ore di attesa e preparazione affinchè gli animali si decidessero ad attraversare quel fiume? 
Tutti fuori dalle macchine quindi, a pochi metri da migliaia di animali in corsa che nel caso tutt'altro che raro di un attacco predatorio di leoni potrebbero tornare galoppando pazzi di terrore sui propri passi, facendo quindi strage di tutti quegli sprovveduti incoscienti che credono di assistere ad un documentario di Walt Disney, e non ad un reale straordinario evento naturale.
La migrazione del buonsenso che se ne è andato quindi, ma comunque anche della straordinaria migrazione di milioni di animali che ancora percorrono le sterminate savane africane seguendo il loro istinto irriducibile, con o senza di noi.
Un immenso evento naturale da non perdere, da amare, vivere e fotografare in tutti i suoi aspetti, ma certamente con tanto, ma tanto, più rispetto.

Paolo Torchio
professional Wildlife Photographer.
www.paolotorchio.net

TAGS: paolo torchiogrande migrazionemigrazione safarikenya rispetto

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