SAVANA
12-06-2019 di redazione
Ogni anno lo spettacolo della grande migrazione degli animali dalla Tanzania al Kenya è un'attrazione per migliaia di appassionati naturalisti, amanti degli animali e fotografi provenienti da tutto il mondo.
Quest’anno, anche per via del cambiamento climatico globale e della grande siccità sofferta nei primi mesi del 2019, il movimento di gnu e zebre è già cominciato e secondo gli esperti si vedrà una migrazione “precoce” rispetto agli anni passati.
Il momento più esaltante ma anche drammatico, che fa parte del ciclo della vita e regola l'equilibrio biologico della grande madre Africa, è quello dell'attraversamento del fiume Mara, nella zona dei maasai (chiamata appunto Maasai Mara) praticamente al confine tra Kenya e Tanzania. Migliaia di gnu e zebre in questi giorni si sono messe in marcia per prepararsi a guadare il fiume che divide il grande parco nazionale tanzaniano del Serengeti e sfocia nella riserva keniana. La migrazione solitamente inizia a fine maggio, con l'arrivo delle grandi piogge che si spostano appunto da ovest verso est. Il fenomeno però non è contemporaneo per tutti gli animali, ma si protrae nel tempo, con una migrazione formata dall’insieme di tantissime mandrie di erbivori.
Ogni mandria può essere formata addirittura da 80.000 esemplari ma la maggior parte sono più piccole. A giugno seguendo le piste della piana del Serengeti gli gnu si spostano verso il fiume Grumeti e il Western Corridor, dividendosi poi in 2 grandi correnti: la prima attraversa il fiume Grumeti e si dirige a nord-est verso il fiume e la riserva di Masai Mara, l’altra seguendo il corso del fiume si dirige a nord-ovest verso il lago Vittoria.Quando le mandrie arrivano ai fiumi, si può assistere ad uno degli spettacoli naturali più famosi e cruenti: il passaggio delle mandrie ai guadi del Grumeti e del Mara infestati dai coccodrilli. Tutto può accadere ma a volte bisogna attendere per ore o giorni, prima che si scateni l'inferno della speranza e della caccia. Zebre e gnu coraggiosamente non rinunciano alla migrazione, ma molte di loro periranno. I fiumi fangosi e le grandi correnti rendono il guado ancor più insidioso, ma l'istinto ha la meglio e spesso l'azione congiunta è quella che salva la maggior parte delle bestie.
Sulle rive, poi, si scorgono anche i felini, pronti ad attendere gli animali esausti e provati dal guado, e gli avvoltoi, pronti a cibarsi delle carcasse. Uno scenario epico da documentario, che chi ama l'Africa non può non sognare di vivere almeno una volta nella vita, come dalle splendide immagini di uno dei più importanti fotografi naturalisti italiani in Africa, Paolo Torchio, i cui safari fotografici sono tra i più richiesti da turisti e appassionati di fauna selvatica. (http://paolotorchio.net/)
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