Non solo un pioniere italiano del turismo italiano, ma il primo imprenditore del settore a scommettere sul Kenya non solo come meta di safari.
Ci ha lasciati a 94 anni Franco Rosso, per tanti (ma non per noi) un uomo, un marchio. Da scrivere tutto attaccato: Francorosso, come il suo tour operator, uno dei più famosi di sempre. Qui a Malindi, come a Diani, dove lui e la moglie Amalia che lo ha preceduto di qualche anno, Franco aveva lasciato il cuore.

“Continuo ancora a viaggiare per il mondo – mi aveva confidato nell’ultima chiacchierata, prima della pandemia – ho in mente la Patagonia, per il prossimo anno”. Franco, oltre che un imprenditore illuminato e un uomo coraggioso, era fondamentalmente una persona curiosa.
Fin da ragazzo, mi raccontava per il libro “Ritratti di italiani in Kenya”, ascoltava a bocca aperta dal padre, che era stato capocantiere nel continente africano, le storie di animali, foreste e deserti e fantasticava di poter vedere un giorno quei luoghi. In attesa dell’Africa sognata, iniziò a diventare agente di viaggio.

“Dovetti attendere il 1967 per fare il mio primo viaggio da queste parti – ricordava Rosso – partii con mia moglie Amalia per una vacanza di un mese. Kenya, Uganda e Tanzania. Dopo alcuni safari nei campi tendati, da Nairobi mi spostai sulla costa, che sapevo frequentata quasi esclusivamente da residenti europei che si godevano il sole e l’Oceano Indiano”.
E’ lì che l’operatore turistico decide di investire sulla destinazione Kenya.
Apre la prima agenzia di safari a Nairobi nel 1969, la “Intertour”, in Mama Ngina Street. Quattro anni più tardi organizza il primo volo charter dall’Italia a Nairobi.

“Tutti consideravano il Kenya solo per i safari, ma io ero convinto che la costa avesse grandi potenzialità: il clima favoloso, la natura vergine, la gente cordiale, la differenza minima di fuso orario che la faceva preferire alle mete caraibiche. I voli charter avrebbero avvicinato ancor di più l’Europa alle belle spiagge e ai mari caldi, soprattutto nei mesi invernali. In Kenya mancavano solo le infrastrutture… e non era poco”.
Così Franco scommette sulle bianche spiagge di Diani, dove c’è il Leopard Beach, costruito dall’amico e allora presidente del Torino Calcio Orfeo Pianelli. Poi punta su Malindi, dove costruisce il Tropical Village e negli ultimi decenni acquisisce altri due hotel, il Dream of Africa e il Coconut, che purtroppo vivrà stagioni tormentate e rimarrà il suo cruccio. Infine nel 2018, non contento, inaugura una quarta struttura, il Malindi Dream Garden.
Dream, come i sogni che non lo hanno mai abbandonato, nonostante il periodo di clausura forzata e l’età che avanzava, gli abbiano limitato i viaggi e la possibilità di poter soggiornare più a lungo nella sua Malindi. Buoni e grandi sogni, Franco. Ci mancherai.
Ai figli Sara, Paolo e Alessandro le più sentite condoglianze di malindikenya.net