Quasi duecento morti e più di 90 dispersi. Questo il drammatico bilancio delle vittime di alluvioni e inondazioni in Kenya, destinato purtroppo a salire. Nella capitale Nairobi e nelle contee di Kajiado, Nakuru, Mandera, Muranga e Homa Bay, nelle regioni centrali e nord del paese, continua ad imperversare il maltempo e molte strade sono bloccate.
Le immagini che i keniani postano sui social network mostrano interi quartieri e villaggio completamente sommersi dall’acqua ed in alcuni casi aggrediti dal fango. Nello slum di Mathare ormai strade e vicoli si sono trasformati in fiumi, mentre l’acqua ha quasi coperto le baracche di lamiera con la gente che si muove attraverso i tetti pericolanti e non vuole lasciare il pochissimo che ha.
Nel frattempo è stato completato il salvataggio di turisti e dipendenti di lodge e campi tendati nel Maasai Mara da parte delle forze di emergenza della contea di Narok coadiuvate dalla Croce Rossa, dove sono ormai 19 le strutture inondate, dopo lo straripamento del fiume Talek.


"Non sono state segnalate vittime e un banco di rintracciamento è stato allestito al Masai Mara Sekenani Gate. 400 membri del Servizio Nazionale della Gioventù (NYS) sono stati inviati a rinforzare le operazioni di ricerca e salvataggio in corso sia a Mai Mahiu che nell'area di Talek", si legge in una parte del comunicato rilasciato dal ministero degli Interni keniota. Mentre le organizzazioni per i diritti umani avvertono il Kenya che dovrà essere preparato a questo tipo di emergenze nell’immediato futuro e il governo conferma che più di 150 ufficiali dell’esercito sono impegnati nelle operazioni di ricerca e recupero dei dispersi, specialmente nella zona di Mai Mahiu, vicino a Naivasha, dove lo straripamento di un fiume ha travolto di acqua e fango un intero villaggio provocando una settantina di morti, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno emesso avvisi di viaggio per il Kenya, invitando i loro cittadini a essere prudenti in caso di condizioni meteorologiche estreme. Preoccupazione anche sulla costa, dove il corso dei fiumi Galana e Tana sta raggiungendo volumi impressionanti, per via dell’acqua imbarcata nei propri letti da nord. La Croce Rossa ha invitato chi vive ed opera vicino alle rive dei fiumi ad abbandonare i terreni e spostarsi in zone più alte.

AGGIORNAMENTO VENERDI' 3-5: LE VITTIME DELLE INONDAZIONI SALGONO A 210, COME RIFERITO DAL MINISTERO DEGLI INTERNI