Già due anni fa, dopo l’ennesimo episodio di rapina ai danni di cittadini europei, avevamo scritto di come la città vecchia di Mombasa non fosse più una zona sicura, dove i turisti potessero recarsi da soli, anche in pieno giorno.

In effetti anche dopo le restrizioni pandemiche e il coprifuoco, il quartiere storico della seconda città del Kenya è tornato ad essere teatro di scippi e violenze e “terreno di caccia” di baby gang e gruppi di malviventi.

La cosa non riguarda solamente aggressioni a turisti, ma anche criminalità organizzata che colpisce cittadini keniani benestanti e anche gli stessi residenti di Mombasa.
Le telecamere di un emporio, alcuni mesi fa avevano catturato la scena dell’aggressione di un gruppo di ragazzi molto probabilmente minorenni ai danni di un uomo d’affari keniano. Lo hanno colpito e trascinato a terra fin quando lui non ha lasciato la sua ventiquattrore e il telefonino.

Ieri in città vecchia un giovane imprenditore della comunità islamica è stato crivellato di colpi d’arma da fuoco da due ragazzi a bordo di altrettante motociclette guidate da loro complici.§
Anche qui in pieno giorno.
La Città Vecchia, cuore della città-isola a ridosso del Tudor Creek e del vecchio porto, per anni è stato uno dei riferimenti turistici con i suoi antichi palazzi portoghesi e indiani ed i suoi caratteristici vicoli stretti, con i locali swahili dove bere il caffè servito nella tradizionale “dallah”, che è anche il simbolo di Mvita, il quartiere antico. Nel centro piazza d’ingresso tra Fort Jesus e Vasco Da Gama Road, campeggia proprio la scultura di una grande caffettiera araba. Oggi molti bazar e negozi di souvenir e antiquariato sono chiusi e ci sono sempre meno ristoranti tipici ed attività in generale.

Le forze dell’ordine ed i dirigenti di Fort Jesus, consigliano vivamente ai turisti di farsi accompagnare da una guida locale, se vogliono perlustrare la “old town”. Ma ultimamente la zona è pericolosa comunque.