Lo chiamano “il salotto dei safari”, il Parco Nazionale dell’Amboseli, non è famoso solo per regalare la vista del Kilimanjaro dal Kenya, ma per ospitare quasi tutti gli animali selvatici del paese in uno spazio limitato di savana, tra piccoli specchi d’acqua che ospitano fenicotteri e uccelli di mille specie e che sono piscine predilette da ippopotami ed elefanti. Il parco è sempre stato curato dal Kenya Wildlife Service, l’ente governativo che si occupa della protezione della vita animale e della natura che la circonda e che fa capo al ministero del Turismo.
Ma ora le cose potrebbero cambiare per volere del presidente del Kenya, William Ruto.

Cosa succede?
Ruto in un incontro pubblico tenutosi ieri in coincidenza con l'apertura ufficiale del Festival Culturale Maa al Sekenani Gate, nel Maasai Mara, nella Contea di Narok, ha dato ordine al ministro del Turismo, Peninah Malonza, cedere il controllo del Parco Nazionale Amboseli al Governo della Contea di Kajiado.
In poche parole, da chi lavora (o lavorerebbe) in maniera specifica per la salvaguardia dell’ecosistema del parco, ai politici locali che sicuramente sono sul territorio ma forse hanno anche una visione più pratica (per usare un eufemismo) e meno “scientifica”.
Forse il turismo, come fonte di guadagni, potrebbe rappresentare l’unico trait d’union tra i due enti.

In realtà, secondo il presidente il trasferimento di poteri sarebbe stato suggerito dopo le raccomandazioni dell’Unesco e farebbe parti di un ordine mai diventato esecutivo, emesso prima del 2013 dal presidente Mwai Kibaki. 

“E’ stata la comunità Maasai a donare la terra per i parchi” ha confermato poi Ruto, parlando della decisione come “una cosa attesa da tempo”.
Secondo i politici locali, l'espansione dell'area del Parco Nazionale di Amboseli dovrebbe portare a un aumento della popolazione di animali selvatici, attirando di conseguenza un maggior numero di turisti e aumentando in modo significativo le entrate tanto necessarie per il Paese.

Dall’altra parte, c’è da risolvere il conflitto sempre più preponderante tra uomo e animali, con i felini che attaccano le mandrie dei maasai e questi ultimi che si vendicano uccidendoli.
Può essere la soluzione giusta, affidare le controversie e le decisioni a chi di mestiere per lavorare deve avere i volti della gente locale e non di elefanti, leoni e bufali?