Altri ventuno keniani sono stati trovati positivi al virus Covid-19 nelle ultime 24 ore nel Paese, portando i casi totali a 758.
E’ stato il Segretario Generale della Sanità Mercy Mwangangi ad annunciare i numeri relativi all’avanzamento della pandemia, mentre il Kenya è entrato nel terzo mese dal primo caso registrato, lo scorso 13 marzo.
“Siamo addolorati nel dovervi annunciare che altri due pazienti sono deceduti a causa del virus – ha detto Mwangangi nella consueta conferenza stampa pomeridiana ad Afya House – allo stesso tempo possiamo anche salutare la guarigione di tre persone che sono state dimesse nelle ultime 24 ore”.
Il Segretario Generale ha dichiarato che da ieri ad oggi giovedì 14 maggio sono stati analizzati 1486 tamponi, portando il totale dei test effettuati nel Paese africano a 36.918. I casi attivi sono 432.
I nuovi positivi sono tutti cittadini keniani, 14 sono di sesso maschile e 7 sono donne, compresi tra 7 e 79 anni.
I 21 arrivano da Mombasa, ben dodici, Nairobi (4) dove si sono registrati anche i due decessi che portano il totale nazionale a 42, Kajado (la regione al confine con la Tanzania, i quattro positivi sono camionisti keniani, mentre altri 8 tanzaniani sono stati rispediti al di là della frontiera) ed un caso dalla Contea di Uasin Gishu.
Mwangangi si è detta preoccupata dei casi emergenti nelle zone di confine terrestre.
“Le frontiere sono diventate le vere aree ad alto rischio trasmissione di Covid-19 – ha precisato – e costituiscono ora le nostre principali aree di intervento, perché il rischio rappresentato dall’ingresso in Kenya di cittadini non controllati provenienti da altri Paesi è grande. Ci rivolgiamo quindi alle comunità che vivono nelle Contee di confine, chiedendo loro di collaborare con la polizia locale, attraverso l’istituzione delle Nyumba Kumi (sorta di vigilanza di quartiere ndr). Dovremmo essere vigili e segnalare gli individui che usano le vie alternative per entrare nel Paese".
Il Segretario Generale della Sanità anche rivelato che si sta facendo il possibile per dotare tutti gli operatori sanitari di dispositivi di protezione individuale. La categoria ha annunciato preventivamente uno sciopero nazionale anche a causa di questa problematica per il prossimo lunedì 18 maggio, ma Mercy Mwangangi ritiene che possa essere evitato.
“Conosciamo le loro richieste, sono già in discussione – ha detto – il Governo sta anche preparando la fase successiva della pandemia, quella in cui per lungo tempo dovremo convivere con il virus”.